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 Oggetto del messaggio: ECCESSIVA VELOCITA' DEI LOCOMOTORI HRR
MessaggioInviato: lunedì 19 novembre 2007, 13:56 
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Certamente avete notato che i nuovi HRR sono decisamente più veloci sia dei precedenti Lima e RR ma anche dei Roco e Vitrains: ciò comporta notevoli problemi di circolazione contestualmente ai modelli della precedente produzione "italiana", oltre che appunto Roco eVitrains, tutti notevolmente più lenti; per evitare di dover smanettare in continuazione sugli alimentatori, cosa decisamente impossibile in un plastico automatico con dieci alimentatori, devo assolutamente intervenire in qualche modo sui locomotori "cinesi". La soluzione sarebbe quella di mettere in serie al motore una resistenza in ceramica da valutare fra i 3 e 7 Ohm, minimo 5 watt, ( ma visto il circuito stampato, l'ingombro di tale resistenza e il poco spazio disponibile mi sembra alquanto difficile), oppure di intervenire nella meccanica, che ancora non ho controllato. Chi di voi ha smontato i carrelli motore delle E 402, E 652 e delle 668, ha avuto modo di vedere se le viti senza fine sono ad un principio o a due? Se fosse quest'ultima quella utilizzata, si potrebbe dimezzare la velocità delle macchine sostituendole appunto con viti s/f ad un principio. Notizie sulle vostre esperienze sono supergradite, precisando che NON USO IL DIGITALE!
Ciao e grazie
Stefano


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MessaggioInviato: lunedì 19 novembre 2007, 16:15 
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Però potresti digitalizzare le locomotive "ribelli" e impostare una velocità massima inferiore :wink:
ciao
GF


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Personalmente non toccherei affatto la meccanica, per carità !
Interverrei sulla parte elettrica e non inserendo delle resistenze che scaldano ma dei diodi in serie (1N400x) che sono molto più piccoli e non scaldano tenendo in considerazione che ognuno introduce una caduta di tensione di 0,7 V. La resistenza introduce una caduta di tensione proporzionale alla corrente assorbita e ciò significa che in salita e sotto sforzo, cioè quando hai più bisogno di corrente, la resistenza la penalizza mentre con i diodi hai solo uno "zoccolo" di insensibilità all'avvio ma poi la caratteristica di marcia rimane la stessa ! Ho così risolto questo tipo di problema su qualche macchina che correva un po' troppo e che sulle rampe del mio plastico ANALOGICO ha continuato a comportarsi egregiamente.
Il tutto, ovviamente, lasciando perdere il DIGITALE !


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MessaggioInviato: lunedì 19 novembre 2007, 18:02 
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Plastico "automatico" con 10 alimentatori :shock: :shock: :shock: :shock: ?
Azz , e come fai a tenerli a bada tutti oppure, IN QUANTI SIETE a dirigere il traffico?
Io prima di beccare il virus DIGITALE, il mio plastico di dimensioni XXXXXL lo governavo con due bravi ed infaticabili RR RT3: uno per la stazione e l'altro per la linea ma quando ho scoperto l'altro mondo ,ovvero il digitale, TE SALUTO ANALOGICO !!!:wink:

11852 ' LOK :P


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MessaggioInviato: lunedì 19 novembre 2007, 18:39 
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Cita:
Plastico "automatico" con 10 alimentatori ?

Beh, veramente il mio plastico ne ha 36 di alimentatori, uno per sezione di BA e un unico trasformatore di alimentazione da 500 VA, senza adeguate protezioni rischierei di fondere anche i binari con i 30 A di uscita ...


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MessaggioInviato: lunedì 19 novembre 2007, 19:27 
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Tz ha scritto:
Personalmente non toccherei affatto la meccanica, per carità !
Interverrei sulla parte elettrica e non inserendo delle resistenze che scaldano ma dei diodi in serie (1N400x) che sono molto più piccoli e non scaldano tenendo in considerazione che ognuno introduce una caduta di tensione di 0,7 V. La resistenza introduce una caduta di tensione proporzionale alla corrente assorbita e ciò significa che in salita e sotto sforzo, cioè quando hai più bisogno di corrente, la resistenza la penalizza mentre con i diodi hai solo uno "zoccolo" di insensibilità all'avvio ma poi la caratteristica di marcia rimane la stessa ! Ho così risolto questo tipo di problema su qualche macchina che correva un po' troppo e che sulle rampe del mio plastico ANALOGICO ha continuato a comportarsi egregiamente.
Il tutto, ovviamente, lasciando perdere il DIGITALE !

Ti ringrazio, ma è una soluzione a cui avevo già pensato e scartato! Infatti bisogna fare due serie di quattro o cinque diodi ciascuna, ( abbatti circa 3,5 volts) collegando le due serie fra di loro alle estremità, in parallelo ma con polarità invertite, al fine di permettere il "beneficio" anche in marcia opposta. Si pone comunque il problema sia dello spazio dove ancorare i diodi, sia di intervenire nel circuito stampato dal quale scollegare le prese di corrente al motore per inserire in serie le batterie. Inoltre bisogna considerare che l'alimentazione deve avvenire "a monte" dei diodi. Non me la sento pertanto di modificare il circuito stampato. Se si fosse trattato di intervenire su una vecchia macchina con motore "G", o anche sulle cardaniche "italiane" non mi sarei posto il problema, considerato lo spazio a disposizione e la semplicità delle connessioni elettriche.


Ultima modifica di carthago il lunedì 19 novembre 2007, 19:46, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: lunedì 19 novembre 2007, 19:38 
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LANDILOK_11852 ha scritto:
Plastico "automatico" con 10 alimentatori :shock: :shock: :shock: :shock: ?
Azz , e come fai a tenerli a bada tutti oppure, IN QUANTI SIETE a dirigere il traffico?
Io prima di beccare il virus DIGITALE, il mio plastico di dimensioni XXXXXL lo governavo con due bravi ed infaticabili RR RT3: uno per la stazione e l'altro per la linea ma quando ho scoperto l'altro mondo ,ovvero il digitale, TE SALUTO ANALOGICO !!!:wink:

11852 ' LOK :P


ho costruito nel corso degli anni ( quindici di tempo libero) il mio plastico di circa 35 mq, con circa 200 metri di rotaie di corsa con linea interamente a doppio binario: sette sezioni di blocco automatico "doppio" ciascuna e un notevole movimento treni nella stazione principale; ai 10 alimentatori in cc ne aggiungi uno per la linea tramviaria ed altri due per le "secondarie", oltre otto alimentazioni in c.a. per luci, segnali e circa 50 relais! Complessivamente quattordici convogli lunghi anche fino a nove carrozze e cinque tram che girano contemporanemente!! Come vedi ho la necessità di tenere "fissa" l'alimentazione delle singole tratte non potendo stare appresso ai bolidi: pertanto le soluzioni sono due: o modifico le "cinesi" ma in modo da non pregiudicarne il valore collezionistico ( mettere e ritogliere viti s/f è un attimo)o le tengo in deposito!!! :D :D


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MessaggioInviato: lunedì 19 novembre 2007, 20:06 
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Io ho fatto sia la modifica con i diodi (ed entrano tutti) sia con vite senza fine ad un principio.La TIGRE monta quella a due principi ed io ne ho messa una a un principio. La loco diventa lenta e un po' rumorosa. Io ho modificato gia' la vite dei 245 rifacendola ex novo (ora e' veramente una loco da manovra), ed ora vorrei cimentarmi a fare quelle per le loco normali.....
Comunque anche con i diodi la loco rallenta anche se logicamente parte in ritardo rispetto alle altre.
La 402 credo che sia veloce in modo giusto..... :)


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MessaggioInviato: lunedì 19 novembre 2007, 20:39 
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Perchè non provi con due Zener in antiparallelo tra i morsetti del motore?
Se devi tagliare la cresta di tensione di qualche volt potresti usare BZX85C8V2 per avere 9V al massimo costanti sull'alimentazione con entrambe le polarità di alimentazione (8V sono sul diodo in conduzione di zener e 1 V in conduzione diretta), oppure il BZX85C10 per avere 11V massimi al motore, sempre in entrambi i sensi di marcia.
Con questo sistema eviti anche il ritardo in partenza caratteristico della soluzione. Certo, la soluzione ha anche i suoi contro... E' semplice ed efficace, ma se hai dei regolatori elettronici con bassa impedenza d'uscita rischi di mandare arrosto gli zener o di bruciare qualche transistor...

Ciao...


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MessaggioInviato: lunedì 19 novembre 2007, 20:55 
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Iscritto il: sabato 27 ottobre 2007, 9:02
Messaggi: 2853
Località: Torino
X BRENNERLOK, come te le fai le viti senza fine??

Ciau
Despx 8)


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MessaggioInviato: lunedì 19 novembre 2007, 22:05 
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Ti ringrazio, ma è una soluzione a cui avevo già pensato e scartato! Infatti bisogna fare due serie di quattro o cinque diodi ciascuna, ( abbatti circa 3,5 volts) collegando le due serie fra di loro alle estremità, in parallelo ma con polarità invertite, al fine di permettere il "beneficio" anche in marcia opposta. Si pone comunque il problema sia dello spazio dove ancorare i diodi, sia di intervenire nel circuito stampato dal quale scollegare le prese di corrente al motore per inserire in serie le batterie. Inoltre bisogna considerare che l'alimentazione deve avvenire "a monte" dei diodi. Non me la sento pertanto di modificare il circuito stampato.


Non te la senti di fare qualche saldatura volante sul circuito stampato e vuoi modificare la meccanica ? Ho montato qualche fila di diodi in serie e ho messo anche i condensatori elettrolitici in controfase per eliminare lo scintillio, c'è stato tutto in varie macchine senza modificare lo stampato, quando voglio togliere le mie aggiunte posso farlo senza alcun problema e non te ne accorgeresti nemmeno...


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MessaggioInviato: lunedì 19 novembre 2007, 22:37 
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Tz ha scritto:
Cita:
Ti ringrazio, ma è una soluzione a cui avevo già pensato e scartato! Infatti bisogna fare due serie di quattro o cinque diodi ciascuna, ( abbatti circa 3,5 volts) collegando le due serie fra di loro alle estremità, in parallelo ma con polarità invertite, al fine di permettere il "beneficio" anche in marcia opposta. Si pone comunque il problema sia dello spazio dove ancorare i diodi, sia di intervenire nel circuito stampato dal quale scollegare le prese di corrente al motore per inserire in serie le batterie. Inoltre bisogna considerare che l'alimentazione deve avvenire "a monte" dei diodi. Non me la sento pertanto di modificare il circuito stampato.


Non te la senti di fare qualche saldatura volante sul circuito stampato e vuoi modificare la meccanica ? Ho montato qualche fila di diodi in serie e ho messo anche i condensatori elettrolitici in controfase per eliminare lo scintillio, c'è stato tutto in varie macchine senza modificare lo stampato, quando voglio togliere le mie aggiunte posso farlo senza alcun problema e non te ne accorgeresti nemmeno...


Per fare le cose ben fatte, non si possono fare saldature volanti! Bisogna dissaldare le connessioni elettriche del motore dal C.S. e mettere in serie su ciascuna le batterie di diodi. Il C.S. è un pò complesso per cui non vorrei rovinarlo. Quanto alla modifica della meccanica, ho oltre quaranta anni di esperienza in micromeccanica a livello hobbistico e per me non è assolutamente un problema:vedi in proposito nel filmato sul Museo di Monserrato ( c'è un link su questa sezione oppure vai su youtube) i modelli a scartamento ridotto da me interamente autocostruiti, compresa meccanica progettata e autocostruita senza l'ausilio di carrelli motore commerciali: due locomotori e quattro automotrici tutti con entrambi i carrelli motore e con giunto cardanico nonostante le ridottissime dimensioni. ciao


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MessaggioInviato: lunedì 19 novembre 2007, 22:42 
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dola ha scritto:
Perchè non provi con due Zener in antiparallelo tra i morsetti del motore?
Se devi tagliare la cresta di tensione di qualche volt potresti usare BZX85C8V2 per avere 9V al massimo costanti sull'alimentazione con entrambe le polarità di alimentazione (8V sono sul diodo in conduzione di zener e 1 V in conduzione diretta), Con questo sistema eviti anche il ritardo in partenza caratteristico della soluzione. Certo, la soluzione ha anche i suoi contro... E' semplice ed efficace, ma se hai dei regolatori elettronici con bassa impedenza d'uscita rischi di mandare arrosto gli zener o di bruciare qualche transistor...

Ciao...

Ciao Dola: mi pare di capire che i due zener BZX85C8V2, collegati fra di loro in modo opposto per poter limitare la velocità anche invertendo il sens di marcia, limitino la tensioni di arrivo al motore fino a 9 volts, ma lasciano passare quelle inferiori a tale soglia. E' così?. Però non ho capito come andrebbero collegati ai poli del motore: cosa intendi, infatti, per "antiparallelo?
Ciao
Stefano


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Il problema delle velocità da Formula 1 dei locomotori non nasce da HHR ma molto prima;già le 633/632/652 avevano una velocità almeno doppia rispetta a tutti gli altri modelli.Dopo aver tentato con la storia dei diodi ed aver scartato la soluzione(si perde il minimo per abbassare di poco la velocità avremo delle loc.che partono a razzo)ho seguito il consiglio dato da Benedetto Sabatini ormai molti anni fa:sostituire la vite senza fine con quella ad un principio,quella dei 656 per capirci.Non solo la velocità diventa realistica e comunque omogenea con i Roco ma aumenta moltissimo la coppia consentendo composizioni molto più pesanti anche sulle rampe.Unico problema reperire i ricambi,la vecchia fallimentare Lima consegnava i ricambi la supertecnologica HHR non ci pensa proprio!
Naturalmente la soluzione ottimale resta il digitale ma questo è un altro discorso.


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Per fare le cose ben fatte, non si possono fare saldature volanti! Bisogna dissaldare le connessioni elettriche del motore dal C.S. e mettere in serie su ciascuna le batterie di diodi. Il C.S. è un pò complesso per cui non vorrei rovinarlo. Quanto alla modifica della meccanica, ho oltre quaranta anni di esperienza in micromeccanica a livello hobbistico e per me non è assolutamente un problema:vedi in proposito nel filmato sul Museo di Monserrato ( c'è un link su questa sezione oppure vai su youtube) i modelli a scartamento ridotto da me interamente autocostruiti, compresa meccanica progettata e autocostruita senza l'ausilio di carrelli motore commerciali: due locomotori e quattro automotrici tutti con entrambi i carrelli motore e con giunto cardanico nonostante le ridottissime dimensioni. ciao


Se ti sai districare così bene in meccanica non vedo quale problema possa avere far qualche saldatura su uno stampato, anzi, se sei così pratico a lavorare nel modellismo e con tanta raffinatezza perchè non ipotizzi un rifacimento del circuito stampato ridisegnandolo sui componenti da aggiungere... non sarebbe nemmeno un problema per me visto la grossolanità di quegli stampatini... solo che personalmente non perderei tempo per rifarli.


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