Ho capito il problema dei malfunzionamenti dei decoder Lenz LS150, lo riporto nel caso dovesse servire a qualcun altro.


Questi decoder hanno una protezione contro i corto circuiti sulle uscite. Quando la corrente supera un certo valore, viene messa fuori servizio l'uscita relativa, e quando la si vorrebbe attivare il led sul decoder non si accende e l'uscita resta inattiva. Io non ci avevo fatto caso perché le uscite sono interessate da correnti molto basse, i relè collegati hanno 700 ohm di resistenza, quindi molto più alta di un qualsiasi elettromagnete per scambi, per cui non pensavo potesse manifestarsi alcun problema.


Il fatto è, però, che i relè collegati sulle uscite funzionano in corrente continua, quindi l'uscita dei decoder deve essere raddrizzata e filtrata con un condensatore. Tale condensatore nell'istante in cui l'uscita viene attivata, essendo scarico, richiede un picco di corrente alto, che va ad interessare la protezione, e se quella uscita viene attivata più volte di seguito, e velocemente, come facevo io durante le prove, quel picco di corrente riesce a far intervenire il circuito di protezione, e per essere resettato si deve spengere l'impianto.

Il fatto che mi ha messo fuori strada è che non tutte le uscite rispondono in modo uguale, ed i decoder più vecchi che avevo non hanno tale problema, forse dipende anche dalla tolleranza dei componenti.

Ho risolto mettendo in serie all'alimentazione a 15 V~ una resistenza da 20 ohm.

Capita, quando si deve collegare ad un modulo feedback una tratta abbastanza distante dal modulo stesso, che venga segnalata occupata anche quando è libera. Questo può dipendere dalla lunghezza del filo che presenta una certa dispersione di corrente per l'effetto che i fili hanno di comportarsi come condensatori o antenne. Si può rimediare mettendo in parallelo al sensore di corrente una resistenza, io ho usato 470 ohm, ma il valore non è critico. Così facendo il problema sparisce quasi sempre. L'accorgimento va ripetuto su tutte le tratte che presentano l'inconveniente.



ok google nearest gas station

Hodie gaudium magnum.

Ho finito di attaccar fili, di provare scambi, segnali, feedback e tutto il resto, ed a forza d'insistere FUNZIONA TUTTO BENE.


Anche questo (pag 65)

Complimenti per la perseveranza e per il risultato!

Grazie.

Mi ricordo quando da centralaro SIP si collaudavano le nuove centrali appena fornite da Siemens. Appena ci mettevamo al lavoro per l'attivazione era sempre qualcosa di sconfortante, si diceva: "non ce la faremo mai", tante erano le magagne. Poi, però, piano piano, una cosa per volta, con il tempo e la pazienza tutto si risolveva.

Il plastico non è certo una centrale, ma più cose si mettono in funzione, tanto più è difficile che tutto funzioni al primo colpo. Ma la pazienza vince sempre.

Ci sono diversi modi per fissare il binario alla fine dei moduli, io ho scelto quello del chiodo. Si tratta di un chiodino di ottone abbastanza lungo, infilato nel piano base e poi saldato alla rotaia. Il problema sarà poi quello di nasconderlo.

Andrà ripulito un bel po' perché si veda meno. Tra l'altro mi è scappata anche la mola ed ho molato il fungo.

Dai Marcello...ti ho visto fare di molto meglio...rifai il lavoro e usa le viti da legno in ottone da saldare sotto la suola...

Ciao
Despx

L'ho fatto in altri lavori, il risultato finale mi è sembrato decisamente peggiore, questo deve essere ancora finito.

Il punto di unione tra due moduli è sempre qualcosa di non perfetto. Quindi, per cercare di nasconderlo per quanto possibile, si potrebbe ricorrere ad un attraversamento a raso, fatto in modo da potersi rimuovere. Ovviamente fatto meglio di questo che è una prova.

Ancora una prova, con un pezzetto di Forex dipinto di nero inserito a pressione tra i due listelli.

Forse per nascondere meglio il tutto avresti potuto togliere l'ultima traversina, saldare il chiodo (di rame) sotto al binario, molare il tutto (magari il chiodo fuori opersa) e incollare le traverse ai lati e in mezzo al binario, troppo macchinoso? Nulla x te.... buon lavoro.

Per avere una robustezza sufficiente, saldando il piede della rotaia ad una vite o un chiodo, bisogna che queste abbiano una superficie piuttosto ampia, quindi occorre una vite a testa conica, in ottone possibilmente, avvitata nel piano base e poi saldata. La molatura della parte eccedente il piede della rotaia fa sì che si veda poco. Comunque questo tipo di saldatura, anche se fatta bene, ho riscontrato che non è poi così sicura, tende a rompersi quando sollecitata.


Se, invece, io uso un chiodino che appena piegato verso lo stelo della rotaia, lo saldo come in figura, ho riscontrato che è più robusto: basta dare una goccia di cianoacrilico molto liquido nel punto dove il chiodino è infilato, in modo che penetri nel legno, e così mi sembra che le cose migliorino.


Non è solo il binario che nel punto di giunzione dei moduli è antiestetico, ma tutta la linea di giunzione. Quindi meno si vede meglio è.

Ciao.

Scusate ma perché non usare delle traversine in vetronite inchiodate al piano e sopra si salda la rotaia?

E' sicuramente un'ottima soluzione, ma non si nasconde facilmente come questa.

Intanto: Test di funzionamento e polarizzazione scambi inglesi ed incrocio.

https://www.youtube.com/watch?v=xXEvAtH_35k