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 Oggetto del messaggio: Racconti Ferroviari
MessaggioInviato: domenica 19 febbraio 2006, 21:22 
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Ciao, questa idea era gia' apparsa sul vecchio forum,perche' non aprire o utilizzare questo tread per scrivere racconti ferroviari?
Che ne dite?
Io ne ho scritto uno sul vecchio forum, se volete lo posso ripubblicare.
Ciao Emiliano


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 Oggetto del messaggio: Re: Racconti Ferroviari
MessaggioInviato: domenica 19 febbraio 2006, 21:25 
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emiliano645 ha scritto:
Ciao, questa idea era gia' apparsa sul vecchio forum,perche' non aprire o utilizzare questo tread per scrivere racconti ferroviari?
Che ne dite?
Io ne ho scritto uno sul vecchio forum, se volete lo posso ripubblicare.
Ciao Emiliano


Si, ripubblicalo, i racconti sono sempre ben accetti! :wink:


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MessaggioInviato: domenica 19 febbraio 2006, 21:37 
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(ripubblico)


Vacanze di Natale


No, non spaventatevi, non si tratta di una riedizione di qualche orrendo film dei Vanzina… Visto che sembrate apprezzare i racconti, ho deciso di raccontarvi un’esperienza che ho vissuto da bambino, grosso modo a metà anni settanta, non ricordo bene (facevo le medie).
Insomma, in carrozza, che si parte.

Stazione Centrale di Milano.
Mio padre mi ha accompagnato a prendere il treno per Torino, dove trascorrerò le vacanze di natale con gli zii. Mio zio è macchinista. Lo stiamo aspettando, perché sarà proprio lui a guidare il treno che mi porterà a Torino. Eccolo che arriva. Saluti, abbracci, baci, mio padre mi consegna, armi e bagagli, allo zio.
“E cosa c’hai in quelle borse? Hai svaligiato un negozio?”
Il fatto è che mi sono portato dietro tutto il mio materiale ferromodellistico! Una Gr851, un E428, un po’ di binari e vagoni (tutto orgogliosamente Rivarossi!!!)
Mio zio sorride e dice “non era necessario fare il biglietto. Viaggi in cabina con noi.”
COSA?!?
Insomma, d’un tratto mi trovo davanti una E636, enorme… Guardo là in alto la porticina in cui si è infilato mio zio, che mi fa segno di passargli la borsa coi miei “tesori”. Salgo anch’io. Ecco com’è un cabina! Lo zio mi presenta il suo vice, uno giovane, anche lui meridionale mi sembra (mio zio è pugliese). Mi guardo in giro da tutte le parti, piuttosto intimorito. Non è esattamente come mi aspettavo… Le porte hanno un aspetto… boh? Da “casa dei nonni”… con strane traforature decorative.
Arriva il momento della partenza. Il vice ha portato un sedile anche per me, mi piazzano in mezzo e un po’ indietro… Lo zio branca quella manetta strana con le cremagliere (?!?), armeggia… si muove! Sssssstoriaaaaahhhh!
Insomma, si parte.
Il viaggio procede, nebbia e gelo.
Ogni tanto un cicalino fortissimo mi fa fare un salto: lo zio spiega che quella è la “ripetizione dei segnali”… fantascienza! Poi c’è un ticchettio continuo… il tachigrafo, perché poi gli controllano se non correva troppo (??? Misteri!)
A Novara ci fermiamo in stazione. Lo zio e il vice chiacchierano, rispondono alle mie domande. Ecco il segnale di partenza. Lo zio riprende la manetta strana, armeggia… riarmeggia… parte una bestemmia e riarmeggia ancora mentre il vice si avvicina preoccupato… insomma, in un amen è il panico! La 636 non vuol più partire. Lo zio si fionda di dietro, dove c’è tutta la “roba elettrica”, che a me fa una paura dell’ostrega… Armeggia, smanaccia, e il vice dietro anche lui… E io che ogni tanto chiedo “Zio, perché non parte? Ma poi parte?” (mi sa che lo zio avrebbe voluto strozzarmi…)
Insomma, a un certo punto si getta la spugna, si chiama un’altra locomotiva. Lo zio dice che gli spiace, che faremo il resto del viaggio con davanti un’altra locomotiva e che non “guideremo” noi… Poi per scaramanzia riprova a smanettare.
La 636 parte!
Di nuovo concitazione, fischi, avvisi… si riparte.
Boh!
Il viaggio prosegue senza altri problemi. Arriviamo a Torino e scendo dalla 636… me la guardo da davanti, e vedo che sui respingenti si sono formati dei bellissimi cristalli di ghiaccio, che contrastano stranamente con il grasso lurido e nero.
Si perde un po’ di tempo in un ufficio dove lo zio deve scrivere un rapporto.
Poi via, Torino, parenti, panettone… a Natale, sorpresa! Lo zio mi ha regalato UN CAIMANOOOOOH! Un leggero disappunto perché è “Lima”, ed è una marca da bambini, non da modellisti… ma lo provo subito e vedo che non va poi male, anche se è un po’ lento e rumoroso.
E poi arriva il giorno clou della vacanza torinese: il viaggio a Modane!!!
Sempre in cabina, manco a dirlo!
Insomma, la mattina si salta in macchina e via, al deposito locomotive.
È pazzesco! Ci sono binari ovunque! E un fracco di locomotive, dio quante!
Mi aspettavo che ci fosse un signore che avrebbe detto “voi pendete quella lì”, invece lo zio e il vice ne passano in rassegna alcune e devono sceglierne una.
“Zio, prendiamo un caimano!”.
E lo Zio che mi spiega che no, il caimano non va bene per andare a Modane, perché non ce la fa a tirare. Ma come?!? È la locomotiva più bella del mondo, me l’hai appena regalata… E via, che mentre passiamo in rassegna delle 645 lo zio mi spiega che una di queste sarebbe meglio, ma porca zoccola…
Insomma, non ho capito perché, ma alla fine la 645 lo zio non può prenderla, e prende… Cazzarola, il caimano! Io non sto più nella pelle, mio zio è un po’ incavolato perché per arrivare a Modane dovranno metterci davanti un’altra locomotiva, però mi sa che il mio entusiasmo lo liscia un po’.
Saliamo e… caspita, ragazzi! Ecco com’è una vera cabina! Manopole (di quelle con le palline nere in cima, mica con le cremagliere!!!) e pulsanti da tutte le parti, indicatori, spie!
Si parte. Dobbiamo portare la locomotiva a Porta Nuova, e per farlo attraversiamo il deposito… che spettacolo!
Arriviamo, ci attestiamo al treno (ma chi se ne importa del treno! Conta solo la locomotiva!), si aspetta il segnale, si parte.
Che macchina!
E via, si ricomincia con le domande e le spiegazioni, ed ecco che salta fuori un concetto che mi spiazza: lo “shunt”.
Insomma, quello che ho capito è che se “gli dai lo shunt” tira di più… boh?
“Ma come, è una parola che si usa anche comunemente, non so, come dire ‘shuntare qualcosa’, no?”
Ma la userete voi macchinisti!
A un certo punto, in una stazione, ci attaccano davanti un’altra locomotiva. Non è che il caimano non è tosto abbastanza, è che ha un rapporto da pianura, per correre, non per arrampicarsi – questa è più facile da capire dello shunt.
La attaccano, e durante le operazioni sono solo in cabina – mi hanno detto di star buono e non farmi notare… Mi annoio. Comincio a giocare con la pompa lavavetri, la roba più innocua che posso immaginare in un locomotore!
E invece lo zio si fionda in cabina imprecando, che li sto lavando tutti, là sotto!
Oops!
E via, si riparte in doppia.
Quello davanti a volte fischia e mio zio risponde, però mi spiega che non è strettamente necessario, che si può capire da soli cosa bisogna fare per aiutare quello davanti.
Arriviamo a Modane. C’è la neve. Staccano il treno ma non vedo attaccare la locomotiva francese perché dobbiamo portare via il caimano.
Passa del tempo – che noia! Ripartiamo o no?
Si riparte. Questa volta stiamo davanti noi – e vorrei vedere! Siamo in discesa!
Tutto liscio come l’olio, arriviamo in pianura che ormai è buio… la macchina fila veloce, è un rettilineo un po’ noioso.
E a quel punto vedo mio zio che si gira verso il vice e gli fa “Ora o mai più” e il vice gli fa cenno che lui è d’accordo…
Mi fanno sedere ai comandi!!!
Tira lì, spingi quello, dagli uno shunt… insomma, non è so bene cosa sto facendo, ma per bacco baccone! Sto guidando un caimano!!!
Poco dopo – ma a me sembra un’eternità – è ora di smettere e lo zio riprende i comandi, ma io sono elettrizzato… ho guidato un caimano! E adesso HO anche un caimano!
Madonna, che natale!


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MessaggioInviato: domenica 19 febbraio 2006, 21:37 
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Eccolo, spero vi piaccia.
Emiliano


Il clima e’ polare, nevica da giorni, il paese e’ silente sotto la coltre bianca,per le strade solo le voci allegre dei bimbi che giocano con la neve…
Dalle finestre si intravedono gli abeti addobbati e dai comignoli si levano sonnacchiosi dei pennacchi fumanti…
da una casa si sente il profumo di sugo di funghi,e’ la vigilia di Natale…
Si apre un portone, una ragazza esce di casa con il volto avvolto nel suo foulard,il passo lieve e svelto sulla neve,e’ diretta verso la stazione Ferroviaria,qui in questo paesino, il capostazione lo conoscono tutti,come il prete , il maresciallo dei carabinieri ed il dottore…E’ la Garfagnana, quel pezzo di terra strappato alle Alpi Apuane, provincia di Lucca.
Eccola la Stazione,Castelnuovo Garfagnana,la ragazza acquista un biglietto , il Capostazione imprime con il tipico torchio, la data sul titolo di viaggio a cartoncino.
“Castelnuovo Garfagnana – Ponzano via Aulla,ecco signorina,Buon Natale!!”-Augura il capostazione-
la ragazza si siede sull’enorme panca di legno della sala di attesa, poi di scatto la porta che da sui binari si apre…
“Vuoi del caffe’ caldo, dai vieni in ufficio, qui si gela, tanto il tuo treno ha 5 minuti di ritardo, sai la neve….”
“Grazie, credo che un caffe’ sia proprio quello che ci vuole!”
I due si recano in ufficio,intanto il tempo passa e dalla stazione precedente arriva una telefonata,si dice che l’automotrice del treno discendente sia sviata sul ponte della Villetta…
Attimi concitati, il deviatore ed il dirigente si consultano, chiamano il Dirigente Unico, niente , nessuno risponde…il deviatore allora decide di prendere l’auto e recarsi sul posto, che e’ accessibile dall’attigua fermata di Villetta San Romano,intanto tra il giovane D.M. e la ragazza si instaura un discorso,lui le chiede come mai proprio la sera della vigilia di Natale abbia deciso di mettersi in viaggio lei risponde che andrà a passare le feste via, lontano da casa, da amici, perchè,dice,questo posto gli sta stretto…
Intanto squilla il telefono, il deviatore e’ giunto sul posto, “tutto ok ,Anto’,non e’ sviato nulla!!! Gl’e’ partita, gl’e partitita or ora l’automotrice…ma i che tu lo vedi il pari??”
Con queste poche parole il deviatore chiede se il treno pari , che avrebbe dovuto condurre la nostra ragazza lontano, fosse in arrivo.
“Si ,sta arrivando , gli ho gia’ predisposto i deviatoi per l’ingresso…all’incrocio ci penso io tranquillo!!”
dopo poco le Aln 990.3005 e 3028 giungono sul primo binario, la ragazza, come d’istinto,abbraccia il DM e lo saluta,chiedendo di aspettarla al suo rientro…
il capotreno chiude le porte, mentre sul binario attiguo giunge il treno incrociante,si gira il deviatoio, si alza la paletta e via, l’automotrice si avvia,inghiottita dalle tenebre e dalla neve…
intanto il capotreno espleta il servizio di controlleria…
“Buon Natale Signorina, posso vedere il suo biglietto??” – “mmm Castelnuovo – Ponzano,apposto, grazie! E buon Natale di nuovo!”
intanto le stazioni e le fermate si susseguono, portando il treno ad Aulla, la ragazza scende, assieme ad altre 2 persone, la stazione di Aulla al suo interno risulta piu’ calda,ma non c’e’ tempo x scaldarsi, il treno per Sarzana e’ gia li,pronto a partire, verso il Natale…
ma i pensieri suoi sono ancora fermi la in stazione e dolcemente si sono poggiati sul cuore del giovane Capostazione…che spera di ritrovare al suo rientro….
E lo ritroverà


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MessaggioInviato: domenica 19 febbraio 2006, 21:44 
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Grande Taiga!
Bel Racconto!
Avanti ragazzi coi vostri racconti!!!


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MessaggioInviato: domenica 19 febbraio 2006, 22:19 
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Iscritto il: martedì 17 gennaio 2006, 17:58
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Località: La Spezia, east coast
Carissimo Taiga,te lo devo proprio dire,complimenti racconto bellissimo,mi hai fatto un pò di invidia(beato te),ma hai scritto veramente un bel pezzo .

VOTO 10 E LODE!!!!!!!!!! 8) 8) 8)

Sei un GRANDE!!!

Ciao Max


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MessaggioInviato: domenica 19 febbraio 2006, 22:47 
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Località: Palazzago (BG)
(uhm, scusa Emiliano, mi sono reso conto di aver postato il mio racconto senza neanche un "okkey, ottima idea!". Per cui: Okkey, ottima idea! E chi più ne ha più ne metta!)

E un suggerimento per il moderatore (speriamo che legga/ci sia): se non erro il software che gestisce il forum permette di attribuire ai thread l'attributo "sticky": ovvero è possibile fare in modo che un thread interessante rimanga sempre "in alto" nel forum.
Secondo me questo thread lo meriterebbe.


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MessaggioInviato: domenica 19 febbraio 2006, 23:07 
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Località: Parma
Bellissimi racconti! Emiliano, toglimi una curiosità, la tua è una storia vera, oppure è solo verosimile?


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MessaggioInviato: domenica 19 febbraio 2006, 23:23 
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Taiga, molto bello e scritto proprio bene. Spero che tu ce ne prepari degli altri. Senti un po', ma che gli faccia male all' E464 XMPR se glielo inviamo sulla sua casella mail? Magari capisce che esiste anche l'italiano....
Appena posso contribuisco anch'io al thread con qualcosa, e come già avevo scritto nel vecchio forum, sarebbe interessante che tutti noi, nel limite del possibile, raccogliessimo le testimonianze dei ferrovieri, partendo naturalmente da quelli più anziani.
Altri ferrovieri sono nel forum e spero che aggiungano i loro racconti. Ricordo, ad esempio, un interessante racconto della giornata -per altro tragica- dell'ultima alluvione in Piemonte....
Ah, naturalmente bravo anche ad Emiliano sia per l'idea di riproporre il thread che per il racconto, certo di taglio più "letterario"

Ciao, Franco


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MessaggioInviato: domenica 19 febbraio 2006, 23:31 
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franco.tanel ha scritto:
Altri ferrovieri sono nel forum e spero che aggiungano i loro racconti.


Temo che chi lavora in ferrovia debba stare attento quando racconta certi avvenimenti... c'è mezzo che rischino qualcosa.


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MessaggioInviato: domenica 19 febbraio 2006, 23:34 
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Porcaccia la ........ stavo dimenticando una cosa interessante.
Vi consiglio vivamente un libretto, non so quanto facile da trovare, con dei bellissimi racconti ispirati alla Ferrovia delle Dolomiti.

Si intitola Storie della Ferrovia, scritto da Dino Tonon, un bravo giornalista, valido scrittore e appassionato di treni e modellismo ferroviario del quale ho la fortuna di essere amico da tempo.

E' stato pubblicato da Mazzanti Editori nell'ottobre del 2000 e costava 14 euro.
Il libro raccoglie 10 racconti che hanno come protagonista un immaginario Adelmo Dal Pont, vecchio frenatore e, come recita il risvolto di copertina, " per un certo periodo quasi capostazione della Ferrovia delle Dolomiti"

Ma non voglio rovinarvi il piacere della lettura. Credetemi, merita.

Ps se vi interessa e non lo trovate fatemelo sapere che gli chiedo dove e come recuperarlo.

Franco


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MessaggioInviato: domenica 19 febbraio 2006, 23:40 
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Iscritto il: venerdì 13 gennaio 2006, 16:48
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Vedo ora la ripsota di Taiga al mio primo messaggio. Certo non penso che possano scrivere qui di vicende delicate, ma credo lo stesso che possano raccontarci un sacco di cose, uscendo per una volta dai canoni più consueti dell'approccio tecnico o storico che giustamente prevale in questo forum.
Da un servizio particolare, ad un esperienza o un ricordo legato a qualche momento importante della carriera ad esempio.....

Franco


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MessaggioInviato: domenica 19 febbraio 2006, 23:44 
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Iscritto il: venerdì 13 gennaio 2006, 18:15
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Località: 1640 Riverside Drive, Hill Valley
Devo assolutamente re-intervistare il nonno del 1924 che faceva il macchinista.. e ha raccontato certe cose... che io non saprei scrivere mai in italiano decente... una E428 arrostita a Roncoscrivia, una E428 coi freni piombati; il mancato incidente di Framura con un treno praticamente sfrenato; le leggende di un macchinista pazzo che piuttosto che far riserva... o di uno ancora più pazzo che per lucidare le chiodature del E431 utilizzava la polvere di mattone ottenuta passando con la locomotiva sui cocci... o il "lancio del quattreventotto" quando Brignole era mezza trifase e mezza continua.. però sta volta mi munisco di minidisc...


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MessaggioInviato: lunedì 20 febbraio 2006, 9:20 
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Iscritto il: venerdì 13 gennaio 2006, 11:01
Messaggi: 1261
Località: Palazzago (BG)
Guarda, Michele, stavo proprio per consigliarti di mettere l'intervista su un supporto audio! Se poi vuoi una mano per la trascrizione puoi contare su di me!


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MessaggioInviato: lunedì 20 febbraio 2006, 12:46 
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Iscritto il: giovedì 2 febbraio 2006, 12:38
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Località: trapani
torino p.n., inverno di un anno sul finire degli '80. In giro con il biglietto circolare, ho in programma di sostare la notte in sala attesa per proseguire il giro il mattino seguente, così come fatto altre volte in altre stazioni di grandi e medie citta (verona, bologna, milano, firenze, roma, trieste...). Verso le dieci, noto su una panca della sala una ragazza che non sta proprio bene, è da un po' che la seguo con lo sguardo, sembra in difficoltà. La avvicino e le parlo, lei si rincuora, aveva evidentemente bisogno di conforto. E' successo che stava per prendere un treno in partenza, ma si è sentita male al momento di salire ed ha deciso di soprassedere e rimanere in stazione. Chiacchieriamo un po', poi le cedo qualcosa da mangiare che avevo conservato nella borsa e il mio cappello di lana per scaldarsi le mani, non avevo altro. Si addormenta, si china sulla mia spalla. La notte passa così, io in dormiveglia anche per prudenza, ma non mi pesa più di tanto... All'albeggiare, all'apertura della caffetteria, le offro la colazione, poi mi dice che vuole raggiungere il fidanzato che è un agente di polizia in una caserma di una strada del centro... Ci avviamo in autobus o tram, adesso non ricordo più bene... la lascio davanti il portone dell'edificio, saluto un po' commosso ma lei mi dice che non avrebbe voluto fosse successo questo episodio. Io le rammento che il mio è stato solo un disinteressato aiuto, che avrebbe potuto rifiutare, affari suoi... Mi lascia comunque il suo indirizzo di Napoli, per qualche tempo l'ho tenuto a memoria, adesso è svanito, ma la storia per il suo aspetto umano è sempre in un recondito angolino del mio hard disk cerebrale. :roll:
Ritorno così a porta nuova, dove riprendo il mio viaggio: destinazione ventimiglia con l'espresso del Col di Tenda formato da 4 Aln668: per fortuna è andato via poco tempo, non ho perso il filo del mio itinerario. Via verso nuovi lidi...


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