Ma davvero c'è così poco spazio? Io è da un bel po' che non percorro la linea in questione e onestamente non ricordo, ma mi pare che ci siano dei bei tratti in aperta campagna... e non è possibile allargare i marciapiedi delle stazioni, al limite modificando il piano binari sopprimendo quelli degli ex scali merci (soluzione dolorosa ma allegramente applicata altrove)?

E poi mi sa che qualcosa ci si dovrà inventare, un domani, per quella linea. La vedo dura reggere un traffico SFMR a frequenza 30' per senso di marcia, più i treni merci...

Se guardi con Google Maps vedi che le stazioni magari si riescono ad allargare a Piombino Dese e Noale, ma immediatamente a monte delle stazioni la ferrovia corre in un canyon di villette...

... villette che saranno presto demolite non appena verranno pignorate ai proprietari caduti in bancarotta con la crisi economica.



Magari fosse così facile...

Abbattere villette? E capannoni? Cominciare la decementificazione del Veneto? Raddoppiare linee ferroviarie? Riaprire quelle dismesse? Costruirne di nuove?

Magnifico!
Mi iscriverò domani stesso a un corso per aspiranti ruspisti.

In un articolo pubblicato oggi dal "Corriere della sera" sull'imminente apertura del passante di Mestre, che verrà inaugurato dopo quasi tre lustri di brillante "governo Galan", si legge che "Renato Chisso, assessore alle Politiche per la Mobilità, batte la gran cassa per le opere prossime venture. Investimento: 11 miliardi di euro. Sostiene che la Regione intende raccogliere la sfida di Obama puntando sulle infrastrutture, come via d'uscita dalla crisi. «Per la Valdastico sud e il completamento della A28, tra Friuli e Veneto, siamo a buon punto», spiega Chisso. Gli altri progetti: la terza corsia sulla A4 fino a Trieste, Nuova Romea, grande raccordo anulare di Padova la Nogara- Mare".

Scusasse, Chisso: e per le ferrovie, a parte la rete metropolitana di superficie che sarà finita fra dieci anni, se tutto andrà benissimo, ha qualche idea? Nessuna infrastruttura da realizzare? Ad esempio, per la provincia di Belluno, che campa molto sul turismo, è quasi priva di linee ferroviarie ed ha l'industria degli occhiali a rischio, un pensierino sulla Calalzo-Cortina, magari con un nuovo tracciato a scartamento ordinario, non l'ha mai fatto? Oppure dobbiamo aspettarci la spesso ventilata chiusura della tratta Ponte nella Alpi-Calalzo?

Marco, hai ragione da vendere. Purtroppo, per i politici, "infrastrutture" coincide quasi solo e sempre con "strade, strade, strade". La ferrovia, non sanno nemmeno che cos'è. Senza contare che l'atteggiamento è sempre quello dei grandi annunci e delle inaugurazioni in pompa magna, mentre la mentalità della manutenzione dell'esistente proprio non entra nel loro cervello (quando invece dovrebbe essere un presupposto fondamentale della gestione della cosa pubblica).

Ciao
Andy