Antonello ha scritto:
Uno dei 'vantaggi' di fare N italiana e' quello di tornare ad una situazione tipo anni '50 in H0 dove ci si doveva fare quasi tutto da soli e qualunque fossero i risultati la soddisfazione era enorme ( e nessuno veniva a fare le pulci sul numero di chiodi e l'interasse di un mm in meno . . .

)
E soprattutto poter 'giocare' coi treni in poco spazio.Oggi, poi, esistono tecniche e materiali che rendono la vita infinitamente piu' semplice e i risultati superiori.
E, questa e' una opinione assolutamente personale, gli ennisti che ho conosciuto sono molto piu' entusiasti e fattivi dei colleghi accazeroisti
o
Come molti, sono "nato" accazerista e il mio primo plastico (me lo ha fatto papà, ero piccolo...) è stato un ovaletto simile a quello presentato nel catalogo lima del 1983. Di questo plastico non trovo più nessuna immagine su internet, ma vi assicuro che ha fatto sognare migliaia di bambini e molti ci hanno provato a riprodurlo. Poi, qualche anno dopo, ci ho riprovato con un impianto più complesso ma con scarso successo perchè era mal progettato e il destino dell'opera era chiaramente segnato...
Mi sono reso conto da subito che la scala H0 era molto ingombrante e posto non ne avevo per fare quel che desideravo. Poi non c'erano internet, non c'erano molte occasioni di documentarsi e ci si doveva fornire nei soliti negozi con cui avevo pessimi rapporti.
Fatto sta che ho mollato il fermodellismo per quasi 25 anni, fino all'anno scorso. Pensavo di ricominciare con un diorama operativo di una piccola stazione in H0, quando mi son reso conto che le rotaie erano ormai ossidate e i motori G erano andati...dopo 25 anni di cantina umida e con temperature invernali fino a -10°....
Da li ho preso una decisione molto importante, cioè di ricominciare dal nulla con la scala N.
Uno dei motivi fondamentali alla scelta è stata la mancanza di spazio, o meglio le possibilità che offre la scala N nello stesso spazio.
Uno dei motivi che mi frenava di più alla scelta definitiva di passare in N (e vi parlo di riflessioni fatte in 1-2 mesi, mica poco...) era la difficoltà di fare lo stile italiano che tanto mi appassionava. Sui forum infatti si dava per scontato che chi fa N fa stile tedesco o USA...
Ho visto un giorno il plastico di Alex Corsico sul suo sito, poi quello di Denny Turani, e ho scoperto un modo nuovo di fare fermodellismo, basato sul traffico realistico e sui sistemi che si usano negli USA da 40 anni.
Fare freelance italiano permette di bypassare agevolmente le difficoltà di reperimento dei modelli, adattando quelli di amministrazioni estere in modo simile alla realtà. Inoltre le linee PaP, con controllo a vista del convoglio, unite alle possibilità dei plastici multipiano (che vanno per la maggiore in questo momento negli USA) permettono di contenere al massimo la profondità degli impianti e di sviluppare lunghezza in spazi contenuti.
La scala N si presta benissimo a questo approccio in quanto è possibile immaginare una sorta di libreria a scaffali profondi solo 35-40 cm, che uniti fra loro dal basso verso l'alto sviluppano una intera ferrovia in soli 300-350 cm circa. Praticamente in appartamento troverebbe posto un nuovo arredo e il plastico non ingombra, anzi, diventa parte dell'abitazione senza le consuete litigate con i familiari.
La scala N quindi permette di avere un plastico a disposizione in casa, alla bisogna, senza mettersi il cappotto d'inverno per andare in garage o in altri posti freddi e umidi.
Il problema è che il futuro della scala N, in Italia, è nelle mani dei soli modellisti in quanto non è possibile fare come con la H0 che si va al negozio o che si apre un catalogo commerciale per scegliere.
Come avete ben detto con la N ci sono veri modellisti per lo più plasticisti e non collezionisti-vetrinisti.