Omnibus ha scritto:
Io ho fatto una considerazione in data 7, ma non c'è stata risposta ...
Omnibus
Hai ragione. Il mio parere è che il ferroviere che chiami la Polfer per far accertare una presunta violazione, non fa altro che dare esecuzione ad una circolare aziendale. Nè si può pretendere che il dipendente entri nel merito delle disposizioni, a meno che non siano palesemente illegittime.
Se invece una circolare dispone che sia il dipendente stesso ad impedire le riprese, sempre a mio avviso, il problema che si pone è che lo stesso non ha strumenti per eseguire direttamente l'ordine. Nel senso che ovviamente, a fronte dell'eventuale rifiuto dell'appassionato di mettere via la macchina fotografica, non può far altro che rivolgersi alla Polfer, non potendo personalmente nè inveire nè tanto meno cercare di mettere le mani sull'attrezzatura. In verità mi è capito solo una volta che un responsabile dell'impianto mi abbia messo le mani sull'obiettivo: l'intenzione era di impedire la foto ma di fatto mi ha lasciato due dita unte di sudore sulla lente... Questo ovviamente non è consentito e gliel'ho fatto presente con estrema delicatezza. Si è anche scusato.
In generale, se una disposizione aziendale impone un comportamento che richiede una condotta tale da integrare gli estremi di un illecito, qualunque esso sia, il dipendente può legittimamente opporre il proprio rifiuto ad eseguire l'ordine. L'eventuale sanzione disciplinare che fosse disposta ed applicata, sarebbe certamente impugnabile. Questo comportamento, tuttavia, implica una valutazione del dipendente che è di natura giuridica o quanto meno paragiuridica, per cui è solo una eventuale iniziativa dello stesso.
E' chiaro però che in ogni caso occorre mettere conto dei rapporti di quieto vivere sul posto di lavoro e specialmente di quelli con i propri superiori. Sotto questo punto di vista, almeno sulla carta, dovrebbero essere i rappresentanti sindacali a ricevere le lamentele dei dipendenti per potere poi far presente gli eventuali possibili correttivi. Evitando ordini di servizio o circolari che impongano comportamenti irragionevoli o tali da integrare addirittura delle figure di reato.
Per esempio, se io sono un dipendente di una società di autolinee e per far prima ricevo l'ordine, valido per tutti i giorni, di percorrere contromano un tratto di strada, di certo non eseguirò una simile disposizione.
Vorrei anche aggiungere che la Polfer, a fronte dell'impossibilità di contestare una specifica violazione (a verbale) finisce per percorrere altre strade: quella del bonario ostruzionismo, quella delle norme citate a vanvera (privacy, terrorismo, sicurezza dei trasporti) per giungere infine alla fatidica frase "per stavolta va bene ma faccia in fretta, noi non l'abbiamo vista...". Una frase che va bene a tutti: l'appassionato continua a fare le foto, il polferino ritorna in ufficio, i ferrovieri hanno eseguito gli ordini interni... questo in teoria è in grado di calmierare la situazione.
Ma da qui ad avere l'appassionato torto e ragione l'ente che ha emesso la circolare, ce ne passa.
Temo di essere stato troppo lungo e forse poco chiaro. Il minimo è che abbia scritto qualche stupidaggine ma in fondo il mio è solo un "parere".
ciao