ste.klausen21 ha scritto:
sincrono,
come ti trovavi con il 636 coi merci ?
Lo ricordo (da passeggero) arrancare sulla leggera livelletta nei pressi di Imola o fra Forlì e Forlimpopoli, quando a 60 .. 70 km/h sembrava che occorresse un' eternità per passare alla combinazione di marcia successiva.
A dire il vero, negli anni '70 tutti i locomotori avevano questo stesso problema.
Che fù superato solo con l' arrivo dell' E646 e, poi, dell' E444.
La stessa cosa succedeva anche al' E326, ma con composizioni decisamente più leggere.
Povero E326, frutto delle scarse conoscenze, delle velleità e, forse, di qualche orgoglio dei suoi tempi.
Di poco più vecchio dell' E636, fù l' ultimo progetto legato alle conoscenze meccaniche dei tempi delle vaporiere.
Quanto alla storia della trazione elettronica in Italia, il tuo spaccato è molto istruttivo e conferma l' impressione avuta da fuori.
La politica e la tecnica non possono coesistere nella stessa azienda. Hanno obbiettivi incompatibili.
Eppure Ansaldo si fà onore nel segnalamento. Ma ogni sezione di un' azienda, ha una storia a sè.
Stefano Minghetti
Ciao
Ti racconterò come si lavorava sulla linea di Modane con i merci in tripla di 636. A presto!
panoz ha scritto:
Sempre sul 636: come funzionavano a livello circuitale le transizioni? A differenza delle loc. col CEM non si può avanzare in una tirata, pena danni ai contattori (come han fatto quei due macchinisti durante il trasferimento della 002, che hanno pure bloccato chiusi i relé di scatto visto che "continuava a saltare tutto"), ma bisogna sostare nella tacca intermedia e attendere che gli amp. motori vadano a zero... Nel circuito cosa succede?
Le transizioni dovevano essere eseguite rispettando i seguenti criteri:
1- ritorno a pieno campo
2- reinserzione parziale del reostato
3- cortocircuitazione del ramo motori da commutare,isolamento e formazione del nuovo ramo
4- alimentazione del nuovo ramo
che in pratica corrisponde, per il passaggio da S SP alle seguenti operazioni:
- retrocessione della maniglia dalla 15° alla 14° posizione per soddisfare la condizione 1 (ritorno a pieno campo)
- con il passaggio della maniglia nel settore transizione, bisogna sostare un attimo per dare il tempo di: Apertura di tutti i contattori del reostato, eccetto il 17 che si era precedentemente chiuso in 15°. Adesso abbiamo inserito solo il ramo superiore del reostato, per un valore di 10,65 Ohm (condizione 2)
- chiusura del contattore 25 che determina la cortocircuitazione dei motori 4-5-6, mentre rimangono in trazione 1-2-3 e contemporanea apertura del contattore 21 che determina l'isolamento del nuovo ramo ( condizione 3)
- Alimentazione nuovo ramo, tramite chisura del cont.18 (maniglia in 16° posizione -condizione 4).
In 16° tacca avviene anche la chiusura del contattore C, che determina il parallelo del reostato, per adeguarlo alla nuova condizione.(valore 3,2 Ohm)
Da tenere presente che con la chiusura del 25, si accende la lampada bianca del SP, che rimane accesa contemporaneamente alla verde della serie e si azzera l'amperometro, finchè non si apre il 21. L'amperometro torna a segnare alla chiusura del 18.
Questo è quanto succede nel passaggio da S a SP. L'operazione và effettuata lentamente per dare tempo ai contattore 21 di aprirsi prima della chiusura del 18 che, se fossero entrambe chiusi, provocherebbe un vero cortocircuito in A.T.
Domanda. Ma dove gli hanno presi i due scalzacani che hanno condotto la 002?
Spero di averti soddisfatto o vuoi anche il passaggio in P?
Ciao