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 Oggetto del messaggio: Re: Riforma del lavoro
MessaggioInviato: sabato 31 marzo 2012, 14:23 
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Nome: Armando Pappalardo
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 0:52
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Località: San Germano Vi/Cropani Marina Cz
Ciao Lorenzo
Dovresti vedere quale ampliamento abbia qui a Vicenza la nuova base dei"gendarmi liberatori del mondo".
Poi tu dici fino agli anni 70....
Ma fino a qualche mese fa il nano non parlava ancora di un'alleanza fraterna e forse solo seconda agli UK con gli americani?
Non ha auspicato piu'una politica filoamericana sto nanetto in contrapposizione all'asse franco tedesco?
Francia o Spagna purche'se magna......

Armando

ps:e quando ci fu la mega manifestazione anti base qui a Vicenza partecipai con mia moglie e la bimba di un anno.In quanti eravamo!Fu tutto pacifico e bello(per settimane i notiziari parlavano di possibili guerre cittadine)...
E quando Prodi dichiaro'la base si fa lo stesso e cmq per qualche giorno dalla rabbia sperai che il governo cadesse.
Penso ai vari eroi che vengono qui a Vicenza a disitossicarsi mentalmente nei vari U.s.medical center dai casini che combinano in Afg e Iraq....


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 Oggetto del messaggio: Re: Riforma del lavoro
MessaggioInviato: sabato 31 marzo 2012, 18:41 
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Iscritto il: lunedì 4 febbraio 2008, 18:29
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Località: Baruccana
Se aspetti che basi come Vicenza, Aviano, Sigonella o Ramstein in Germania chiudano perché c'è l'Europa, anche quando/se l'Europa sarà finalmente unita stai fresco!
Piaccia o no (e a me sinceramente e molto egoisticamente non dispiace) facciamo parte della Nato e visto che la Nato è un'alleanza prima di tutto militare e che a capo di questa alleanza ci sono gli USA, è più che logico che ci siano basi militari americane in territorio europeo. Tutto sommato la cosa conviene certamente molto agli americani ma conviene sicuramente altrettanto anche ai paesi che ospitano queste basi facendo parte dell'alleanza. Secondo te come abbiamo fatto a diventare la settima economia mondiale prima di autodistruggerci con la spesa pubblica indiscriminata? Solo meriti nostri? Le risorse sulla terra non sono infinite e secondo te per restare in prima fila per accaparrarsele che cosa si usa? La politica? Le belle parole? No! Si fa a gomitate come si è sempre fatto da che esiste l'uomo! E secondo te ha senso mettersi a fare a gomitate contro gli USA?

Ciao,
Lorenzo


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 Oggetto del messaggio: Re: Riforma del lavoro
MessaggioInviato: sabato 31 marzo 2012, 22:24 
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Iscritto il: sabato 4 luglio 2009, 22:25
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Località: Brescia
Negli ultimi venti giorni la fiducia dei cittadini nei confronti del presidente Monti è in calo di 9 punti e raggiunge il minimo storico (41,1%), seppur il giudizio positivo sul Governo si mantenga su buoni livelli (45%) e sia stabilmente alta (62%) la percentuale di italiani favorevole al completamento della legislatura con questo esecutivo.

Sono dati che emergono da un sondaggio effettuato su un campione rappresentativo della popolazione maggiorenne italiana di 1000 cittadini negli ultimi giorni di marzo.
Questi mostrano le prime avvisaglie di un’inversione di tendenza riguardo al rapporto di fiducia precedentemente instauratosi tra Monti e gli italiani, che trae probabilmente origine dal dibattito in corso sulla riforma del lavoro.

Poco più della metà degli italiani (58%) dichiara di essere sufficientemente informato sulla riforma del mercato del lavoro e tra questi il 31% ne dà un giudizio negativo, mentre il 27% si trova favorevole. Tra coloro che non si ritengono sufficientemente informati, il giudizio è quasi totalmente negativo (39% v/s 3%). Oltre 8 italiani su 10 (l’81%) si dichiarano favorevoli a un’estensione del provvedimento agli impiegati del settore pubblico.
Oggi, rispetto alla riforma, solo il 23% degli italiani si sente vicino al Governo, mentre i sindacati nel loro insieme raccolgono il favore solo del 20% (15% la Cgil e 5% Cisl e Uil).
Anche la posizione di banche e Confindustria non registra particolari consensi (5%), rafforzando così la percentuale di quei cittadini che nel dibattito non si sentono vicini a nessuno degli interlocutori (52%).


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 Oggetto del messaggio: Re: Riforma del lavoro
MessaggioInviato: domenica 1 aprile 2012, 8:28 
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Iscritto il: domenica 3 gennaio 2010, 20:36
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Località: la citta' della 3 t: torri, tortellini e ...
Io ho 51 anni.
Ragionando l' altro giorno con un collega che ha quasi la mia eta' mi e' sorto un dubbio feroce: non e' che questa maggior facilita' a licenziare possa essere una trappola letale per i cinquantenni ?

I cinquantenni quasi sempre hanno stipendi piu' alti dei giovani, e sono spesso meno "malleabili" e "manipolabili" dalle aziende.
Per contro hanno esperienza e professionalita' che non possono crearsi se non nel tempo. Inoltre i "senior" sono il motore principale della trasmissione del know how aziendale agli "junior".
Aspetti, ormai, che vengono sempre meno presi in considerazione, data la mentalita' imperante del guardare all' oggi senza programmare il futuro.
Nelle aziende, nonostante tanti bei discorsi di facciata, e' gia' da un bel po' che si ragiona col concetto della manodopera " a perdere ", o, meglio, de "l ' un per l' altro, tanto fa' lo stesso ".
"L' un per l' altro" puo' significare che e' meglio licenziare un cinquantenne che costa ( e che rende ... ) per assumere allo stesso prezzo due ventenni ( che cadauno rendono meno, ma tanto fa' lo stesso ... ).

Non e' che questa societa' schizofrenica sta' chiedendo, da un lato, di lavorare fino all' eta' di Matusalemme e, da un altro lato, agevola la rottamazione dei lavoratori non piu' giovani ?

Saluti "preoccupati"
Stefano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Riforma del lavoro
MessaggioInviato: domenica 1 aprile 2012, 9:33 
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Iscritto il: sabato 4 marzo 2006, 14:39
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Località: Monselice (PD)
snajper ha scritto:
Ma chi sei, la reincarnazione di Gheddafi? Credo che a Maurer oggi abbiano riso in faccia!
Non serve essere la reincarnazione di Gheddafi, però se c'era arrivato lui a questa considerazione ...
Il fatto è che invece praticamente nessuno ha contestato Maurer, che ha trovato parecchio sostegno anche sulla sponda di qua.
Sergius


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 Oggetto del messaggio: Re: Riforma del lavoro
MessaggioInviato: domenica 1 aprile 2012, 10:15 
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Iscritto il: lunedì 4 febbraio 2008, 18:29
Messaggi: 1566
Località: Baruccana
bigboy60 ha scritto:
Io ho 51 anni.
Ragionando l' altro giorno con un collega che ha quasi la mia eta' mi e' sorto un dubbio feroce: non e' che questa maggior facilita' a licenziare possa essere una trappola letale per i cinquantenni ?
Dipende... da quanto sei utile all'azienda.
Un lavoratore "anziano" ha un'esperienza di cui sicuramente non dispone un ventenne o un trentenne. Per raggiungere quel livello di esperienza servono formazione ed anni di pratica sul campo: tutte cose che costano molto all'azienda. Licenziare un cinquantenne per assumere un ventenne non significherebbe quindi solo un po' di stipendio in meno da pagare ma anche tanti costi in più per la formazione, senza tenere conto della buonuscita per il licenziato e della temporanea vacanza dell'esperienza persa in attesa della formazione del neo-assunto. In sostanza, se il lavoratore "si sbatte" per la società, che abbia 20, 30 o 70 anni non cambia nulla in quanto è utile alla produzione.
Diverso, molto diverso, è il discorso per i fancazzisti e purtroppo è diverso anche per tutti quei lavoratori per i quali i costi di formazione non sono elevati ovvero i lavoratori a bassa specializzazione: nel primo caso credo che qualsiasi datore di lavoro farebbe di tutto per mettere alla porta i vari mangiapaneatradimento, nel secondo il licenziamento e l'assunzione di qualcuno a più basso costo potrebbe effettivamente risultare conveniente.
C'è poi il caso del cambio di produzione o della dismissione di una o più linee di prodotto, anche se qui già ci si mischia con il già presente licenziamento collettivo: anche in questo caso purtroppo, indipendentemente dall'età le varie esperienze maturate sulle linee dismesse diventano inutili ed allora credo che l'imprenditore sarà più portato a "riciclare" un ventenne piuttosto che un cinquantenne a parità di costo di ri-formazione.

Ciao,
Lorenzo


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 Oggetto del messaggio: Re: Riforma del lavoro
MessaggioInviato: domenica 1 aprile 2012, 10:41 
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Iscritto il: domenica 3 gennaio 2010, 20:36
Messaggi: 9205
Località: la citta' della 3 t: torri, tortellini e ...
Credo di essere piuttosto utile alla mia azienda...
Inoltre il mio mestiere e' un po' particolare e un buon tecnico commerciale non lo si forma in due e due quattro.

Al di la' di questo, i problemi fondamentali che mi pongo sono i seguenti: in primis con l' eta' possono insorgere problemi di salute ( ed io, purtroppo, ne ho gia' avuto qualche assaggio precoce negli ultimi 5 anni ); in secundis la fatica fisica con gli anni diventa piu' pesante ( le smacchinate terrificanti che facevo a 30 - 40 anni ora cerco di evitarle, perche' mi distruggono fisicamente ).

Diciamo che non mi pongo tanti problemi a livello personale, ma, piu' che altro, a livello generale.
Visto l' uso e l' abuso che e' stato fatto dei contratti atipici e la fantasia ( diciamo così... ) che hanno certe aziende spregiudicate ( diciamo così ... ) non vorrei che la maggior facilita' a licenziare diventasse un tritacarne sociale, che porti i cinquantenni ad essere facilmente espulsi dal lavoro, ad avere immani difficolta' a ricollocarsi e a dovere attendere senza reddito anni ed anni la pensione.
Questo sposterebbe il dramma della disoccupazione dai figli ai padri.
O forse lo peggiorerebbe, perche' i figli, ora come ora, possono contare sull' aiuto dei padri, mentre i padri da chi dovrebbero essere aiutati, dai nonni ?

Saro' un malfidato, ma credo che la societa' tenda a mantenere la "media" inalterata o addirittura a farla calare.
Ergo se garantisco di piu' da una parte, tolgo garanzie da un' altra parte.

Anche perche' non mi riesco a togliere dalla mente il dubbio, anzi la certezza, che una nuova regolamentazione del lavoro e' lo specchietto per le allodole per spostare il problema dal fatto nudo e crudo che di lavoro ce ne e' sempre meno.
Inoltre il sistema Italia nel suo complesso non facilita certo le aziende, ne' tanto meno, invoglia le aziende straniere ad investire.
E per rendere il sistema Italia nuovamente competitivo ( con i paesi avanzati e non col terzo mondo ... ) occorre ben altro che la riforma del lavoro.
Il gap che ci ha allontanati dall' occidente avanzato ha radici profonde, che risalgono agli anni '80.
Abbiamo sciupato interi settori avanzati della nostra industria, senza riuscire a sostituirli...

Saluti
Stefano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Riforma del lavoro
MessaggioInviato: domenica 1 aprile 2012, 10:49 
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Iscritto il: domenica 15 luglio 2007, 9:46
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Località: Regione FVG
Sergius ha scritto:
snajper ha scritto:
Ma chi sei, la reincarnazione di Gheddafi? Credo che a Maurer oggi abbiano riso in faccia!
Non serve essere la reincarnazione di Gheddafi, però se c'era arrivato lui a questa considerazione ...
Il fatto è che invece praticamente nessuno ha contestato Maurer, che ha trovato parecchio sostegno anche sulla sponda di qua.
Sergius

Soprattutto sulla sponda di qua...
Ovviamente.
Gli svizzeri vogliono FIrmigoni? Se lo prendano!
Ma temo ce quello ce lo lascierebbero... :roll:


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 Oggetto del messaggio: Re: Riforma del lavoro
MessaggioInviato: domenica 1 aprile 2012, 10:51 
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Dipende da azienda ad azienda e da competenza e competenza. Un commerciale come Stefano è difficile da rimpiazzare con uno sbarbatello, ma un metalmeccanico di 50 anni lo è facilmente.


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 Oggetto del messaggio: Re: Riforma del lavoro
MessaggioInviato: domenica 1 aprile 2012, 11:06 
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Località: la citta' della 3 t: torri, tortellini e ...
Appunto...
:evil: :evil: :evil:
Stefano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Riforma del lavoro
MessaggioInviato: domenica 1 aprile 2012, 12:43 
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Iscritto il: domenica 15 luglio 2007, 9:46
Messaggi: 6773
Località: Regione FVG
clemente ha scritto:
Dipende da azienda ad azienda e da competenza e competenza. Un commerciale come Stefano è difficile da rimpiazzare con uno sbarbatello, ma un metalmeccanico di 50 anni lo è facilmente.

E se deve aspettare 20 anni per andare in pensione cosa fa?
Il rischio di rotolamento di teste non è solo un'ipotesi teorica. Se la gente comincia a inca77arsi... :evil: :evil: :evil:


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 Oggetto del messaggio: Re: Riforma del lavoro
MessaggioInviato: domenica 1 aprile 2012, 13:36 
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Nome: Luigi Cartello
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bigboy60 ha scritto:
Credo di essere piuttosto utile alla mia azienda...
Mi auguro che altrettanto pensi di te la tua azienda, che ovviamente, come te, personalmente non conosco.

Da un anno io sono in pensione, dopo aver lavorato oltre 40 anni per il gruppo FIAT, e ti posso dire che la nuova economy, ahimè, non guarda più in faccia nessuno.

Come FIAT, Pirelli, tutte le grandi aziende e le grandi banche sono ormai dedite ad una mera "creazione dl valore", dopo aver stravolto il concetto tradizionale del termine.

Il termine valore ha assundo il significato puro di denaro: per le aziende non fanno più parte del valore le potenzialità intrinseche, ma solo le disponibilità economiche incassabili a breve termine.

Ormai da anni, e la tendenza è in aumento, tutti i budget aziendali prevedono dei tagli lineari a tutte le spese, comprese quelle del personale, comprese quelle del personale non precario.
Finora, non potendo diminuire gli stipendi, l'arma utilizzata dai gestori del personale per il raggiungimento di questo obiettivo è stata la mancata sostituzione dei pensionati.

Vi posso garantire che negli ultimi 5 anni, per la maggior parte dei settori aziendali, nessuno dei colleghi andati in pensione (me compreso) ha avuto un affiancamento preventivo e la sostituzione di alcuni di essi, le cui attività non più svolte si sono poi rivelate strategiche solo dopo uno o pìù mesi dal pensionamento, è stata sovente effettuata terziarizzando il settore o assoldando costosi consulenti (il budget dei consulenti è separato da quello del personale).

Con la riforma delle pensioni recentemente introdotta, per poter continuare con questo andazzo, si rende necessaria una nuova leva (o più propriamente arma): il licenziamento individuale per ragioni economiche.

Questo è quanto, checchè dicano alla televisione la Fornero, Bersani, Casini, Alfano e tutti gli altri.

Luigi Cartello


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 Oggetto del messaggio: Re: Riforma del lavoro
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Iscritto il: sabato 14 gennaio 2006, 19:52
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Località: venezia
Sostanzialmente è quello che dice la Camusso.


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 Oggetto del messaggio: Re: Riforma del lavoro
MessaggioInviato: domenica 1 aprile 2012, 15:54 
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Iscritto il: domenica 14 marzo 2010, 16:45
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E’ quello che volevo dire prima tof63, quando ho detto dipende da azienda ad azienda. Quello che dici tu è valido per le grandi aziende, che citi anche tu, Fiat, Pirelli etc., che guardano ormai più agli aspetti finanziari che a quello che producono. L’ultima cosa a cui pensano è al potenziale umano che hanno, che per loro non vale niente, per adesso. In futuro non so come si metteranno le cose, ma può darsi che venga il momento, in un futuro forse prossimo, o lontano, chissà, che quelli della fiat scoprano che debbono fare macchine, quelli della pirelli che debbono fare gomme, quelli dell’alenia che debbono fare aerei e così via. Allora dovranno andare in cerca con il lanternino se c’è rimasto ancora qualcuno dei loro addetti tecnici che possa insegnare all’ingegnere come si fa questo o quello, al di là della teoria che ha imparato. Stiamo rischiando di perdere delle competenze artigianali nella grande industria, che sono quelle che le hanno fatto crescere fino a oggi.


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 Oggetto del messaggio: Re: Riforma del lavoro
MessaggioInviato: domenica 1 aprile 2012, 16:59 
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Iscritto il: domenica 3 gennaio 2010, 20:36
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Località: la citta' della 3 t: torri, tortellini e ...
Credo che il problema principale dell' industria sia proprio questo: la visione finanziaria della " mission " anteposta alla visione industriale.
Ovvio che l' assioma totale ed assoluto dell' industria privata sia quello di produrre profitto, ma chi ha teorizzato che questo profitto debba essere massimo nell' immediato, anche a costo di ipotecare il futuro ?
Grandi indistriali del passato, da Olivetti ad Henry Ford, non credo rproprio che condividerebbero questa visione.
Avevano ragione loro o hanno ragione i manager di oggi ?
E' l' accelerazione di tutti i processi che costringe a questa visione o, viceversa, e' semplicemente un malcostume travasato dalla finanza all' economia reale ?
Saluti
Stefano.


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