Il recente interesse al mio lavoro dimostrato da due giganti del modellismo quali protoluca e ste.klausen21, se da una parte appaga il mio desiderio di apparire, dall'altra mi inchioda alle responsabilità che mi sono costruito da solo, vale a dire realizzare un piazzale degno di questo nome.
Facciamo un passo indietro.
Questa maquette nasce per utilizzare uno spazio di risulta all'interno di un generoso cappio di ritorno del mio plastico principale (che rappresenta l'intero piazzale di stazione FS di Varallo Sesia), già predisposto alla bisogna, e presenta una forma alquanto inusuale, a losanga.
Abbandonata l'epoca terza del plastico principale, qui ho voluto creare una situazione più indietro nel tempo, diciamo intorno agli anni trenta del secolo scorso, riproducente un ambito industriale con edifici di recente, per l'epoca, costruzione, in stile "razionalista di provincia" per intenderci. Gli edifici sono quasi tutti completati ad eccezione per la portineria su cui troneggerà un orologio come era in voga all'epoca, per scandire le ore di lavoro.
Data l'epoca in realtà il traffico diciamo privato, nel piazzale dello stabilimento, che per essere precisi é un cotonificio, sarà particolarmente scarso, essendo demandata al trasporto ferroviario la movimentazione delle merci in arrivo, quale soprattutto carbone per la centrale termica affidata a due poderose caldaie Cornovaglia, acidi e prodotti chimici provenienti soprattutto dalla Germania per i processi produttivi, cosa che consentirà un discreto via vai di variopinti carri tedeschi e infine cotone in balle proveniente da Genova.
In uscita casse e casse di filato. Il tutto movimentato da una T3 di proprietà aziendale, che ha accanto alla centrale termica la sua rimessa, e che si occupa delle tirate verso il vicino scalo FS e una sogliola per manovrare i singoli carri.
Unici veicoli non ferroviari nel piazzale una Lancia Dilambda della proprietà, un vecchio (anche per allora) autocarro tipo uno SPA o un Penta Jota e decine di biciclette per le maestranze. La bici prototipo é già stata prodotta in fotoincisione in versione uomo e donna.
Com'era in uso all'epoca il binario, nelle zone non di uso promiscuo era inghiaiato anche sopra le traversine, così c'é meno da lavorare.
Nel piazzale vero e proprio verrà pavimentato con lastre di pietra, avendo escluso in sede progettuale il porfido che non era nella tradizione per l'epoca, almeno da queste parti, e una più povera pavimentazione in terra battuta per questioni di pulizia.
Veniamo alle argomentazioni.
Il binario che ho posato e che si vede dalle foto é tutto Peco streamline cod. 75, provvisorio ma che avevo in casa, per avere una idea della situazione, con le geometrie non ancora ben curate. Concordo pienamente con Protoluca che ci vorrebbe qualcosa di meglio, soprattutto per quanto riguarda i celebratissimi deviatoi che a mio parere sono proprio brutti con gli aghi in lamiera piegata, e che non consentono di essere degnamente annegati nella pavimentazione, soprattutto a causa della enorme corsa degli aghi, di oltre tre millimetri. Ma ho bisogno di deviatoi di lunghezza contenuta, e in ogni caso il traffico ferroviario si svolge a passo d'uomo.
Per la realizzazione del piazzale avuto al proposito una serie di confronti mail con l'amico Antonio Federici che mi ha dato delle buone dritte. In ogni caso nelle intenzioni era di far scomparire buona parte dell'armamento, lasciando in vista solo le rotaie come in questa situazione:

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ImageShack.usA realizzare il piazzale in gesso alabastrino da incidere avevo già pensato, e anche di realizzare in fotoincisione una dima come quella del sito tedesco indicata da Protoluca per ricavare la "gola" per il passaggio dei bordini, che ahimè non sono come vorrebbero le norme Proto 87, incidendo le pietre con uno scavino da dentista. Anzi, a questo proposito avevo anche fatto qualche prova, cercando di unire l'utile al dilettevole:

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ImageShack.uscon questi risultati:

Uploaded with
ImageShack.usAnche per completare il quadro ho aperto l'argomento "domanda sui binari tramviari", dopo aver anche pensato di realizzare da me il binario Phoeniz partendo da un profilato in ottone da mm 2x2 e fresandone la gola per ospitare il bordino modellistico e nikelando il tutto. La cosa consente di contenere lo spessore della controrotaia a cinque decimi ed eventualmente di far appoggiare il bordino sulla gola come avviene anche al vero.
Certo l'autocostruzione integrale di tutto l'armamento sarebbe una cosa stupenda, consentendomi di svincolarmi da tutte le geometrie standard...
E poi per muovere i cinque deviatoi dell'impianto ho in progetto un apparato centrale idrodinamico funzionante veramente a fluido, con un banco di manovra a leva, ma questa é un'altra storia...
Quindi sono sempre in attesa dei vostri consigli.