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 Oggetto del messaggio: Re: Gli Eroi fasulli della sinistra
MessaggioInviato: lunedì 9 aprile 2012, 9:56 
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bigboy60 ha scritto:

In sostanza temo che non possa esistere " una " Storia, ma che esistano " tante " Storie, ognuna figlia di una diversa chiave di lettura, che puo' cambiare da epoca ad epoca.
"La" Storia non e' altro che il compromesso condiviso di tante visioni diverse.

Saluti e buona Pasquetta
Stefano.



Quando avrete acclarato e condiviso queste affermazioni, sarete pronti al passo successivo, ovvero ad occuparvi di storiografia, quella disciplina scientifica e letteraria che si occupa della registrazione scritta di fatti ed accadimenti della vita degli individui e delle società del passato e dell'interpretazione che ne danno gli storici.

Sulla storiografia influiscono gli indirizzi, i metodi e gli strumenti degli interpreti (gli storici); gli storici sono a loro volta influenzabili dalla struttura socio-culturale-economica in cui si formano ed agiscono.
Oggetto di studio della storiografia sono gli eventi (avvenimenti di breve o brevissima durata), i fenomeni (andamenti che si svolgono durante periodi più lunghi) e le evoluzioni (trasformazioni di lunghissima durata e portata amplissima).


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli Eroi fasulli della sinistra
MessaggioInviato: lunedì 9 aprile 2012, 10:55 
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Iscritto il: domenica 3 gennaio 2010, 20:36
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Crosshead ha chiarito a noi tutti una differenza tra Storia e Storiografia che io, sinceramente, non conoscevo affatto.
Quello che ancora mi riesce difficile da capire e' che "la" Storia, quella che tutti conosciamo, dovrebbe ( e sottolineo il condizionale ) essere " univoca ", esente da intrepretazioni, uguale per tutti. Invece non lo e'.
Non e', forse, che nel sapere comune si confonde la Storia con la storiografia ( il mio uso delle maiuscole e minuscole non e' casuale... ) ?
Saluti e buona Pasquetta
Stefano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli Eroi fasulli della sinistra
MessaggioInviato: lunedì 9 aprile 2012, 12:34 
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Iscritto il: sabato 4 luglio 2009, 22:25
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Un esempio di storiografia è la recentemente citata Storia D'Italia di Montanelli.

Per capire meglio la differenza tra storia e storiografia possiamo ricorrere agli scritti di Tacito e Svetonio: mentre Tacito adotta lo schema plutarcheo secondo cui la vita del protagonista è presentata in ordine cronologico, Svetonio invece procede “per species”.
Inoltre a differenza di Tacito che si concentra esclusivamente sulla vita pubblica , Svetonio fa conoscere i suoi personaggi sia mediante eventi storici rilevanti, sia tramite pettegolezzi,aneddoti curiosi ed abitudini stravaganti, però non aggiungendo nulla di suo.
Svetonio infatti non abbellisce mai i discorsi degli imperatori, si limita a citarli con precisione letterale,Tacito invece tende sempre ad esaltare la figura dei suoi protagonisti.
La differenza sostanziale quindi è costituita dal fatto che Svetonio (storiografo) non prende mai posizioni politiche,Tacito (storico) al contrario, nelle sue opere esprime sempre il proprio giudizio sui fatti e sui personaggi.

P.S.

Leggete le "Vite dei dodici Cesari" di Svetonio, un vero spasso, vi troverete esempi calzanti con l'attuale stile di vita dei nostri politici.


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli Eroi fasulli della sinistra
MessaggioInviato: lunedì 9 aprile 2012, 14:38 
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Infatti è proprio così, c'è la storia e c'è la storiografia. Svetonio e Tacito li ho letti al Liceo per forza di cose. E abbiamo pure dovuto tradurli! La maggior parte delle storie d'italia che mi è capitato di leggere successivamente nel corso degli anni erano tutte "interpretate", erano storie, come dice Cross, ecco perchè ho citato quì quella di Montanelli, perché mi è sembrata quella più vicina alla definizione di "storiografia". Per fare lo storiografo, però, ci vuole una buona dose di onestà intellettuale. Credo che Stefano avrebbe le qualità necessarie per fare lo storiografo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli Eroi fasulli della sinistra
MessaggioInviato: lunedì 9 aprile 2012, 16:09 
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Iscritto il: domenica 14 marzo 2010, 16:45
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A proposto del distinguo tra storia e storiografia, debbo dire che a me, ad un certo momento, è capitato di dover distinguere per forza tra le due quando ho voluto vederci un pò più chiaro su quello che successe nel regno delle due sicilie dall' epoca sanfedista e quelle successive fino al brigantaggio del 1860. Questo perchè c'è stato, qualche anno fà, un tentativo di revisionismo storico di quel periodo da parte di alcuni intellettuali che hanno creato movimenti d'opinioni quì al sud. Dico movimenti d'opinioni perchè mi è sembrato in un certo qual modo un revisionismo pilotato e idealizzato, in vista di quali obbiettivi poi non l'ho capito purtroppo. Vedevo però che queste voci fomentavano odi e rancori nella popolazione del sud contro i dichiarati colonizzatori e depredatori del nord. Si facevano per esempio passare per eroi i capi e le bande dei briganti, a guisa di organizzazioni "partigiane" (anche quì) per scacciare il conquistatore nordista. Anche quì sul forum, prima che venisse bloccato, mi ricordo di uno che era veramente incazzato e che ripeteva filastrocche che anch'io avevo letto sia su blog specifici sul web che su libri in vendita nelle librerie e in edicola.
Allora dovetti andare in cerca di "storiografie" e devo dire che non mi fù facile, perché la storiografia è una cosa seria e quindi non alla nostra (come popolo) portata. Trovai dopo molte ricerche un'indagine scientifica del prof. Domenico Demarco, dell'istituto di storia economica e sociale dell'università di Napoli, intitolata "Il crollo del regno delle due sicilie" e quì c'erano riportati numeri, statistiche e documenti relativi a quell'epoca, per cui potei discernere un pò tra le storie ufficiali e quelle revisioniste. Mi resi conto, alla fine, della pericolosità delle "storie", soprattutte quando usate per fini non sempre limpidi. Per fortuna quel periodo sembra passato senza conseguenze, per adesso.


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli Eroi fasulli della sinistra
MessaggioInviato: lunedì 9 aprile 2012, 23:10 
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Iscritto il: venerdì 13 gennaio 2006, 19:16
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Clemente mi ricordo di quel tizio che citi che tutto ad un tratto qui sul forum iniziò a battere veementemente sul tasto del revisionismo. Fui anche io tra coloro che cercarono di calmarlo pur condividendone la "terronità".
Però ti consiglio di leggere "Terroni" di Pino Aprile.
Perchè cose come questa
http://www.repubblica.it/rubriche/camic ... i-6543288/
sono accadute.
La storia raccontata dai vincitori ha chiamato briganti tanti che erano combattenti lealisti, spesso provenienti dall'esercito borbonico, che continuarono a combattere contro quello che per loro era un invasore e che da invasore si comportò.
Napoli non per caso era una delle capitali più importanti d'Europa, meta del "Grand Tour", e non Torino o Milano. Non scordiamoci che mezza Italia, a parte la Sicilia che se ne è distaccata nel 1300 dopo la cacciata dei francesi, è stata un regno unitario per quasi 800 anni al pari dei più antichi Stati nazionali europei, a differenza del resto diviso in tanti piccoli statarelli. E non per caso in quel regno fu costruita la prima ferrovia d'Italia.
Io sono convinto che la storia che ci hanno raccontato sin da piccoli andrebbe profondamente rivista, non per alimentare movimenti separatisti e gli interessi di chi ci vuole mangiare sopra, ma per ridare all'Italia del sud la dignità che aveva e soprattutto togliere ai merdionali quel senso di inferiorità che da allora si portano appresso, sia perchè tali sono considerati dagli altri, a cominciare dai leghisti, sia perchè loro stessi portano ancora addosso il peso di quella sconfitta e di quella violenza.
Qui ho trovato un buon articolo Internet sulla situazione degli Stati preunitari:
http://pocobello.blogspot.it/2009/12/li ... itica.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli Eroi fasulli della sinistra
MessaggioInviato: lunedì 9 aprile 2012, 23:12 
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Località: Roma
Ah dimenticavo.
Cita:
Per liquidare un popolo si comincia con il privarli della memoria. Si distruggono i loro libri, la loro cultura, la loro storia. E qualcun' altro scrive loro altri libri, li fornisce di un'altra cultura, inventa per loro un'altra storia.
(MILAN KUNDERA)

http://www.youtube.com/watch?v=h8nmFmOpLN4
:D


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli Eroi fasulli della sinistra
MessaggioInviato: martedì 10 aprile 2012, 10:56 
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Iscritto il: domenica 14 marzo 2010, 16:45
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Hai ragione, Miura, andrebbe profondamente rivista, ma da chi e come? Questo è il problema. Per fare questo seriamente ci si dovrebbe affidare a una storiografia di tipo scientifico, cioè delle ricerche condivise, perché anche la storiografia può essere strumentalizzata, ad esempio omettendo ad arte qualche documento che può essere decisivo per una interpretazione piuttosto che un’altra. Il libro di Pino Aprile l’ho letto pure io, ed è certo il fatto che siano successe le tante cose che vi si leggono e che si leggono anche altrove come l’eccidio che tu indichi su repubblica. E non si può neanche disconoscere il fatto che ci sia stata una vera e propria invasione militare, perché questo è certo, ma quello che accomuna tutte queste storie è il voler dare al lettore un quadro generale del risorgimento da questi fatti particolari, che sono scelti ad hoc per dare quel tipo di quadro. Per esempio, su tutti questi libri si vuol far intendere che la popolazione, in certo qual modo, partecipava di riflesso ai fasti della corte, mantre dalla storiografo demarco si capisce un’altra “storia”. E’ vero che nel regno fu fatta la prima ferrovia, la famosa e pluricitata “ napoli portici”, che viene portata sempre come esempio della lungimiranza borbonica su questi libri, ma solo su Montanelli c’è scritto che quella ferrovia in realtà fu solo il “trastullo” del re e che dopo dieci anni, mentre al nord si contavano già migliaia di chilometri di rete, a napoli c’era sempre e solo quella linea per portare a spasso il re e la corte da napoli alle sue residenze estive della zona di portici. Solo sul demarco ho potuto sapere che l’industrializzazione francese e inglese consentiva a questi di ottenere filati competitivi sul mercato, per cui le filande nostrane basate su macchine d’antiquariato fallirono tutte in un batter d’occhio, perche il credito era fondamentalmente inesistente, che la realtà produttiva era escusivamente fondata su un’agricoltura da età della pietra e che la documentazione sulla proprietà privata è inesistente perché inesistente era la proprietà privata, che i documenti fondamentalmente sono limitati solo a napoli e alle periferie ricche, mentre per il resto tutto rimane in silenzio, come in un deserto senza abitanti. E potrei continuare all’infinito. Ne esce comunque un quadro desolante, nel quale si capisce che un esercito ben armato non avrebbe avuta difficoltà alcuna ad impadronirsi del regno. Se no come vi spiegate che Garibaldi con quattro gatti risale in un battibaleno tutta la penisola fino a Napoli?
In quanto alla lungimiranza di Ferdinando di borbone, vi racconto solo una storiella (sempre su Montanelli). Il re se ne veniva da Caserta per Napoli in una delle sue battute di caccia, quando incontra per strada il suo esercito che la moglie (il vero re) aveva mandato di rinforzo alle truppe papaline contro l’invasione francese. “Guagliù, ma vuie a r’o jate?” “ A roma add’o pape” “E stateve accorte!”. Questo era Ferdinando.
Il recente revisionismo vuol far credere che l’invasione dell’esercito sabaudo ci ha privato del roseo futuro che ci sarebbe aspettato sotto la lungimirante reggenza borbonica. Io invece a questo non credo, anche perché c’è stata la continuità amministrativa borbonica che dura fino adesso ed è a questa che è da imputare il nostro non invidiabile destino. Questo perché quando Garibaldi prese Napoli vi confermò tutti i papabili borbonici, perché non aveva di che sostituirli e a questi si consigliò per l’assetto del paese. Se andate sull’elenco telefonico di napoli, vi accorgete che un sacco di cognomi di gente altolocata titolare di importanti cariche è di derivazione spagnola, come per esempio Ayala.


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli Eroi fasulli della sinistra
MessaggioInviato: martedì 10 aprile 2012, 17:22 
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Iscritto il: sabato 19 luglio 2008, 8:55
Messaggi: 495
Località: Veneto
Attentato di via Rasella: circa il mantenimeto delle promesse da parte dei nazisti ci sarebbe da dubitare molto.
All'epoca del rastrellamento del Grappa i nazisti promisero in pratica l'impunità alle persone, per lo più giovani, arroccate sul massicicio purchè si consegnassero. Parroci, maestri elementari ed altri signori a quei tempi influenti nella zona fecero opera di convinzione in tal senso presso quei giovani, e non giovani, che commisero il tragico errore di cadere nella trappola. Sapete come finì? Cercate in rete.

Rivalutazione del Sud. Il regno delle Due Sicilie era una davvero una delle meraviglie del mondo! Pochissime strade, scuole quasi inesistenti, cimiteri a volte del tutto assenti, acquedotti idem ecc. ecc.... Ah, già, ma tra Napoli e Portici i borboni portarono un ciufciuf! Ecco il vero progresso.
Quando gli angloamericani sbarcarono in Sicilia --circa 80 anni dopo l'"unificazione"--ebbero l'impressione di trovarsi ancora in Africa.
Lungi da me l'intenzione di fare il rapsodo dei Savoia e C., figurarsi!, ma evitiamo di cercare di far luccicare le vane mirabilia borboniche.


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli Eroi fasulli della sinistra
MessaggioInviato: martedì 10 aprile 2012, 17:43 
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Iscritto il: domenica 3 gennaio 2010, 20:36
Messaggi: 9205
Località: la citta' della 3 t: torri, tortellini e ...
Concordo con Marco.
L' Italia e' sempre stata fatta a macchia di leopardo e la sua Storia non e' ne' semplice, ne' lineare.

Il Veneto, che ora vediamo come uno dei motori dell' industria italiana, era zona depressa fino agli '70 e, fino ad allora i veneti emigravano ... e nessuno si sognava lontanamente di emigrare in Veneto per cercare lavoro.
Negli anni '60 la gente che viveva nel misero ( allora ) Appenino tosco emiliano emigrava a Bologna o a Firenze, per cercar lavoro nelle fabbriche.
Negli anni '60 le Marche erano una regione eminentemente agricola e i marchigiani emigravano.
Ora le Marche sono una regione industrializzata e di benessere diffuso.
Etc., etc.

Prima dell' Unita' d' Italia nel napoletano erano presenti alcune realta' industriali di pari livello a quelle lombarde e piemontesi dell' epoca, ma per il resto...
I Borboni tassavano poco o niente, ma anche poco o niente facevano per i loro sudditi.
E uno dei motivi che rendevano invisi i Savoia agli ex sudditi del Regno delle Due Sicilie erano proprio le tasse, che, comunque, erano destinate allo sviluppo del nord ed a risanare le dissanguate casse dei Savoia.
L' altro motivo per cui ai meridionali non piaceva essere sudditi dei Savoia era la leva obbligatoria da loro imposta, che non esisteva sotto i Borboni.
D' altro canto i Savoia utilizzarono sulle popolazioni meridionali pugno di ferro ... in guanto di acciaio, favorendo così sia il volgare brigantaggio ( che comunque esisteva gia' da prima nel regno borbonico ), sia vere e proprie forme di resistenza militare.
Probabilmente non sempre era facile discernere l' uno dall' altra e, comunque, ai Savoia faceva comodo considerare tutti i ribelli come briganti.
Etc., etc.

Ogni pro ha un contro...
Ogni moneta ha una testa ed una croce...

Stefano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli Eroi fasulli della sinistra
MessaggioInviato: martedì 10 aprile 2012, 20:39 
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Località: Baruccana
Premessa: non ho letto il libro di Pino Aprile. E' un periodo in cui non ho neanche il tempo per girarmi e quindi non credo neppure di poterlo fare in un futuro prossimo.

Una cosa però non mi è chiara di tutte queste tesi pro-Regno delle Due Sicilie: ma se c'era tutto questo sfarzo, questo lusso, questo oro, come diavolo ha fatto un gruppetto di "morti di fame" a sbarcare in Sicilia ed a ripercorrere praticamente tutto il sud dello Stivale fino alle porte di Roma praticamente indisturbato?
Stando alle tesi che mi sembra sostenere quel libro il regno dei Borboni era ricco e prosperoso, quello dei Savoia praticamente in bancarotta.

Allora facciamo un giochino: se questa differenza di ricchezza e capacità era davvero così sproporzionata in favore dei meridionali, ritorniamo ai tempi nostri e proviamo per un attimo a chiamare la signora Merkel con il nuovo nome Angela Borbone ed il signor Monti invece lo chiamiamo Mario Savoia.

Mario Savoia è sull'orlo del tracollo finanziario e vede la sua vicina Angela Borbone che invece naviga nell'oro. A questo punto Mario Savoia chiama il suo fido scudiero Piero Giarda Garibaldi e gli dice di prendere con sé 1000 dipendenti pubblici per marciare su Berlino. Piero Giarda Garibaldi parte, si fa il percorso in Svizzera su un treno charter fino a Basilea per non dare troppo nell'occhio e per non spendere troppo sostando lungo il tragitto, dopodiché passa il confine con la Germania per cominciare la sua marcia trionfale che lo porterà a Berlino. Il nostro "Eroe dei 2 mondi atto secondo" però tra lo sconcerto generale viene subito fermato a Weil am Rhein (subito dopo il confine) dalle guardie tedesche e rispedito prontamente oltre frontiera a suon di fragorose pernacchie.
Sì perché è così che i Siciliani, i Calabresi ed i Campani avrebbero accolto il Garibaldi originale se davvero fossero stati in quella specie di Paradiso che sembra trasparire da quel libro e dal resto delle varie tesi neo-borboniche: a suon di pernacchie e di calci nel sedere!

Ed invece mi si vuol far passare una tesi per cui un migliaio di pezzenti o mercenari abbia messo KO uno degli stati più ricchi d'Europa. A mio parere sinceramente questa tesi fa acqua da tutte le parti.
Come del resto fa acqua da tutte le parti la storiella che il Sud sarebbe stato tenuto VOLONTARIAMENTE nella miseria dopo l'Unità d'Italia. Passi il furto dell'oro che andrebbe comunque "compensato" con eventuali debiti contratti dai Borbone: il bilancio dello Stato, nel 1800 come oggi, prevede come giusto che sia attività (oro, terreni, attività industriali), passività (debiti di vario genere), costi (spesa pubblica) e ricavi (tasse). Siamo sicuri che alla fine della fiera, prendendo il bilancio completo e non solo lo specchietto per le allodole dell'oro, i Borbone ed il loro regno fossero davvero così ricchi?

Ritornando ancora per un attimo ai tempi nostri, il signor Mario Savoia in questo preciso momento detiene ancora la quarta riserva aurea mondiale (2.452 tonnellate!) e nonostante questo è alla guida di un paese praticamente fallito ed in preda ad una crisi economica gravissima: fatta questa considerazione ha senso recriminare solo sull'oro?
E sempre in tema di giorni nostri e di confronto Italia-Germania: nel 1989 quando è caduto il muro di Berlino, stando alle tesi dei neo-borbonici e dei loro seguaci, l'allora capitale occidentale Bonn avrebbe avuto tutto l'interesse a mantenere gli orientali nella povertà e nell'arretratezza in modo da fornire manodopera a basso costo alle industrie occidentali per far progredire solo ed esclusivamente il ricco occidente. I fatti mi sembrano dimostrare proprio in questi ultimi 2 anni che uno dei più grandi fattori di forza dell'attuale Germania sia proprio quello di essere stata capace di riformare completamente i vecchi e totalmente improduttivi apparati ex-sovietici dell'Est per creare uno Stato Federale ma UNITO E COESO sotto un'unica bandiera, un'unica Legge e senza cittadini di Serie A e di Serie B.

Insomma: vogliamo dire che il Risorgimento Italiano non è stato tutto rose e fiori come è scritto ancora oggi sui nostri libri di storia? Va bene: sono passati 150 anni dall'Unità d'Italia ed è giusto che su quei libri si cominci a scrivere la verità al posto delle favolette!
Vogliamo dire che i Savoia erano dei regnanti mediocri? Facciamo pure, possibilmente fornendo fatti a riprova.
Vogliamo dire che Garibaldi non era poi questo grande "eroe"? Va bene: raccontiamo la storia così come è successa e non sulla base delle leggende.
Però evitiamo anche di cadere nell'eccesso opposto perché a me, quando sono capitato in certi siti neo-borbonici, sinceramente questo tipo di revisionismo ha suscitato quasi solo grasse risate vista l'evidente strampalatezza di certe tesi.

Ciao,
Lorenzo


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli Eroi fasulli della sinistra
MessaggioInviato: martedì 10 aprile 2012, 20:52 
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Ecco! :P


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli Eroi fasulli della sinistra
MessaggioInviato: martedì 10 aprile 2012, 23:08 
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Lorenzo ha completato perfettamente il mio pensiero.
Una rilettura della Storia d' Italia ha senso solo nel tentativo di renderla piu' obiettiva e rispondente al vero, almeno per quanto possibile.
In caso contrario tanto vale tenerci la Storia che abbiamo così come e'.
Una contro Storia che neghi mezze verita' per avvalorare altre mezze verita' non servirebbe a niente e saremmo punto e da capo.
Saluti
Stefano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli Eroi fasulli della sinistra
MessaggioInviato: martedì 10 aprile 2012, 23:22 
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Cita:
Una cosa però non mi è chiara di tutte queste tesi pro-Regno delle Due Sicilie: ma se c'era tutto questo sfarzo, questo lusso, questo oro, come diavolo ha fatto un gruppetto di "morti di fame" a sbarcare in Sicilia ed a ripercorrere praticamente tutto il sud dello Stivale fino alle porte di Roma praticamente indisturbato?

Per cominciare Garibaldi sbarca in Sicilia e non a caso. La Sicilia era stata riunita al regno di Napoli da non molti anni, dopo esserne stata divisa dopo i fatti del vespro nel XIII secolo.
Per cui in Sicilia vi era già un forte sentimento antiborbonico, specie dopo che Ferdinando fece bombardare Messina. Anche il mio trisnonno finanziò la spedizione dei mille dopo lo sbarco. Le potenze di allora poi non stavano a guardare. I borboni storicamente era legati alla Francia e quindi non troppo amati dall'Inghilterra che vedeva di buon occhio la caduta di un regno che comunque era un competitore nel mediteranneo. Garibaldi quindi fu aiutato in Sicilia e le sue file si ingrossarono con le promesse che faceva ai contadini. I mille dopo la Sicilia erano già molti di più. Sicuramente le idee liberali e massoniche tra le classi colte erano allora più diffuse di quel che si pensi, ricordo che l'anticlericalismo molto forte connotò i primi anni dell'unità italiana (peccato che sia sia perso dopo :mrgreen:) e queste oltre la corruzione, minarono le fila dell'esercito borbonico, in particolare dei suoi gradi più elevati. Molti storici tutt'ora considerano però l'impresa dei mille uno di quegli eventi irripetibili, dove la fortuna arrise in maniera sfacciata a Garibaldi.
Cita:
Allora facciamo un giochino:

Il tuo gioco lo fa all'incontrario il libro di Pino Aprile dove mette a confronto le cifre spese dalla Germania per portare l'Est allo stesso livello dell'Ovest e quelle spese dall'Italia nei programmi di sviluppo del mezzogiorno in 150 anni. Diciamo solo che la differenza è impressionante, ovviamente a favore della Germania.
Cita:
prendendo il bilancio completo e non solo lo specchietto per le allodole dell'oro, i Borbone ed il loro regno fossero davvero così ricchi?

Il regno del sud era ad economia agricola è vero, ma non per questo era il più povero d'Italia anzi forse proprio per questo non se la passavano poi così male. Se quello che Pino Aprile riporta è vero, dopo l'invasione tutte le attivita produttive, tra cui quelle industriali in fase di sviluppo, subirono una battuta di arresto. Sia per una tassazione più sfavorevole, perchè al sud si doveva pagare le tasse per la "liberazione", sia perchè vennero smantellate e trasferite al nord, sia perchè lo Stato "unitario" favorì con le proprie commesse ad esempio i cantieri navali di Genova e non quelli di Gaeta e così via, portando a poco a poco al completo impoverimento dell'economia meridionale. Ma un dato soprattutto è impressionante: perchè prima dell'Unità ad emigrare erano gli italiani del nord, in particolare veneti, e dopo furono i meridionali?
Tornando all'oggi perchè ad esempio lo Stato permette ancora ad un Moretti di tagliare i collegamenti ferroviari con il sud Italia ed invece spinge per la realizzazione della TAV in Val di Susa? Oppure perchè Marchionne ha chiuso Termini Imerese e parla di chiudere Pomigliano? Quanti di questi casi ci sono stati in 150 anni?
Cita:
questo tipo di revisionismo ha suscitato quasi solo grasse risate vista l'evidente strampalatezza di certe tesi.

A me da meridionale non ha suscitato per niente grandi risate quel libro, anzi direi che venire a conoscenza di fatti, posti, storie che non sapevo ha suscitato una gran rabbia. Ho visto anch'io certi siti neoborbonici e certe cose mi fanno sorridere e meno che mai vorrei avere un re borbone, però sono convinto che la Storia raccontata fino ad oggi è bugiarda. Come dice Pino Aprile: "ma se ci stavano portando la liberazione, la modernità, il benessere, perchè sono stati accolti con le armi, con una guerra durata dieci anni e dopo, una volta terminata, anzichè godersi questo benessere che ci era stato portato, sono scappati a milioni con l'emigrazione? Qualcosa non torna."
Se hai 10 minuti fatti un'idea
http://www.youtube.com/watch?v=Ls1xgDRU ... re=related


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli Eroi fasulli della sinistra
MessaggioInviato: mercoledì 11 aprile 2012, 9:15 
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Iscritto il: venerdì 29 gennaio 2010, 13:56
Messaggi: 2778
Località: Legnano (MI)
Il fatto che siamo qui a discutere sulla storia "ufficiale" del nostro Paese significa che ancora certe questioni non sono sopite.
Meglio così, dico io, più se ne discute meglio è.
Per l'idea che mi sono fatto, letto il blog, e soprattutto letta la Storia d'Italia del mitico Maestro Montanell è che quanto ci viene raccontato non corrisponde del tutto a verità, così come non corrisponde del tutto a verità che il Regno delle Due Sicilie fosse prospero e felice.
La verità spesso si trova nel mezzo e allora diciamo che i Savoia hanno avuto le loro mire espansionistiche, i Borbone erano ormai dei governanti inadeguati e "demodè", figli dell'assolutismo, ma soprattutto la gran parte della popolazione italiana non provava interesse alcuno a unire la Nazione.
Questo perchè il popolo aveva bisogno di campi da coltivare ed industrie ove lavorare, che poi si fossero chiamati opifici asburgici, italiani o borbonici poco sarebbe loro importato!


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