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Questa notte ho sognato di vivere negli anni venti, prima della crisi del 29', quando l'Italia quadrava il bilancio a pareggio, e nel 1926 sbalordiva il mondo con due miliardi di attivo.
Eppure l'operaio, il pensionato, l'impiegato non conoscevano cartelle di tasse, nessuno doveva compilare registri IVA, Mod. 730, non esistevano IRPEF, ILOR, Tasse sulla salute, Imu, ecc. Allora il contribuente definiva i propri redditi mediante una trattazione privata con gli uffici fiscali, concordando modeste tasse che venivano pagate in sei rate.
In quella situazione iniziò la modernizzazione del paese: nacquero la "previdenza sociale", gli "assegni familiari", i premi per i figli nati, i "sussidi per gli anziani", le strade, le reti fognarie, le scuole, le case popolari, le bonifiche, l'opera maternità infanzia, le colonie elioterapeutiche, le colonie marine, ecc, ecc.
L'Italia primeggiava anche nel campo tecnologico-scientifico mediante l'ausilio di personaggi veramente geniali.
C'erano pace sociale, morale, sicurezza e tranquillità, la dignità e l'orgoglio di essere ITALIANI.
Purtroppo al risveglio che delusione!
Mi sono ritrovato la solita musica quotidiana: politicanti ladroni, disoccupazione, corruzione, tangenti, mafia, droga, criminali di tutte le specie che, anzichè starsene in galera, spadroneggiano indisturbati.
PS. Allora in Italia il treno divenne un mezzo di trasporto a diffusione capillare, per il regime era molto importante mostrare che "i treni viaggiavano in orario" (anche se non si tratta di una realtà storica), perché era un indice immediato dell'efficienza e delle capacità tecniche.
Ultima modifica di crosshead il mercoledì 18 aprile 2012, 10:58, modificato 1 volta in totale.
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