AndreaE636 ha scritto:
In maniera molto più 'semplice' se mai riuscirò a mettere insieme un plastico degno di questo nome mi piacerebbe che la gestione del movimento dei treni avvenisse in modo completamente gestito elettromeccanicamente e da un ACEI semplificato compresa la gestione degli instradamenti.
.. A questo proposito mi piacerebbe conoscere i lavori di chi ha realizzato qualcosa di simile.
Col mio Klausen21 ho fatto una stratificazione di questo tipo :
- zona in vista : la stazione oggetto del plastico è a conduzione manuale, ma potrebbe essere automatizzata senza cambiare il resto. E' quella ove immagini un ACEI
- zona nascosta : serve a preparare in automatico i treni da mandare alla stazione nascosta. Ha un suo ACEI telecomandato. E' elettronico, per semplificare la costruzione. Non è in sicurezza. Ma farlo in sicurezza, pur se piccolo, avrebbe richiesto una stanza dedicata e l' acquisto di relè FS58, investendo decine di migliaia di Euro (ad oggi)
- gestione del traffico : è la parte che decide il traffico in stazione, ovvero la sequenza di treni che arriveranno ad essa. E' regolato da un orario, copiato dal vero dell' epoca. E' costituito da un programma su PC, da mè scritto. Non è sostituibile da logica a relè o a porte logiche. Anche in ferrovia, dove la sequenziazione dei treni ha una base autonoma (modificabile dai DM e DC supervisori), è fatta con dei programmi su PC
Se la tua aspirazione è di avere un sistema come il vero, allora occorre entrare più nel dettaglio.
Col sistema Marklin potresti potenzialmente usare un vero ACEI applicandolo al tuo plastico, previa esecuzione dei necessari sezionamenti.
Il costo, sarebbe elevato.
Nella realtà, oggi, non usano più caterve di relè, ma logica a computer ridondato (3 programmi diversi che devono dare lo stesso comando).
All' ACEI devi, però, aggiungere la parte che "guida" i treni, e che nell' ACEI vero non c' è.
L' ACEI vero ha, però, l' invio del codice di binario. Nei più moderni ci sono anche ( o solo) le boe che informano il macchinista della velocità e distanza da considerare.
In base a questo potresti avere una locomotiva intelligete (ma, allora, sarebbe un decoder) che rallenta automaticamente a seconda delle informazioni captate.
Lo avevo pensato negli anni '80. Avevo anche attrezzato un E646 RR riempiendolo di elettronica, ma non avevo abbastanza capacità per farne una cosa funzionante.
Altrimenti, se hai un gruppo numeroso di amici, potete guidare ognuno una locomotiva.
Diversamente, avresti stazioni, anche grandi, ma desolatamente percorse da un solo treno per volta.
Io credo che la cosa che dà più realismo ad una stazione sia il traffico (non, però, nel senso sottointeso dal personaggio che và a prendere Johnny Stecchino nel film di Benigni).
Stefano Minghetti