Durante la riunione della commissione trasporti del Parlamento europeo che si è tenuta a Bruxelles, il relatore sul bilancio, Reimer Böge (Popolari), ha confermato che L'Italia non potrà ottenere un sostanziale aumento delle risorse disponibili per i 29 progetti prioritari delle Reti transeuropee di trasporto (oggi circa 6,4 miliardi di euro). In particolare, ha anche citato la lettera della Commissione europea secondo la quale, dati i tagli considerevoli operati dagli Stati membri nelle Prospettive finanziarie 2007-2013, saremo obbligati a ridurre in modo sostanziale il livello di finanziamento o a rifare una nuova lista di priorità perchè tutti i progetti non potranno essere appoggiati.
E’ inutile farsi illusioni. Le cinque opere previste per l’Italia non potranno essere tutte finanziate. Quindi bisognerà operare delle scelte, basate su criteri di sostenibilità finanziaria ed ambientale, di effettiva utilità e valore europeo e di una valutazione concreta dei costi rispetto ai benefici. Sarà bene che l’Unione di Prodi se ne convinca rapidamente.
Le vie marittime devono emergere come la vera scommessa strategica prioritaria anche per il nostro paese oltre naturalmente alla sicurezza del traffico e al sistema europeo di segnalamento ferroviario ERMTS/ETCS.
Per il resto, dal Ponte di Messina ai vari tunnel e in particolare il tunnel di base Torino-Lione, non ci sembra che nessuna delle condizioni di sostenibilità e reale utilità siano ad oggi riunite.
Continuano peraltro a girare molte leggende su questa infrastruttura, anche qui a Bruxelles.
In particolare, sulla Torino-Lione la signora De Palacio ha affermato che la parte finanziabile dalla UE potrebbe al massimo raggiungere gli 1,5 miliardi di euro, una cifra alquanto inferiore a un quarto del costo del tunnel del Moncenisio (6,7 miliardi di euro). Ma anche questa cifra appare eccessiva: non si capisce come la signora De Palacio possa preventivarla, considerato che essa rappresenta quasi un quarto dei 6,4 miliardi previsti per tutte i progetti prioritari per i 25 paesi UE nelle prospettive finanziarie adottate dal Consiglio europeo di dicembre: difficile immaginare che gli altri Stati membri non direttamente coinvolti dal Lione-Torino-Trieste-Budapest diano l’avvallo ad un finanziamento di quella entità per un solo tratto peraltro molto controverso. Inoltre, ci piacerebbe sapere sulla base di quali calcoli strani la Coordinatrice signora De Palacio afferma che l’Italia ha accantonato 12 miliardi di euro per il Progetto 6, Torino-Lione-Trieste.
Non si possono infatti confondere i soldi già stanziati e in parte spesi per l’Alta velocità Torino-Novara-Milano (7,5 miliardi euro) decisi a partire dal 2000, con il denaro necessario al finanziamento del tunnel di valico e del tratto italiano della Torino-Lione.
Infatti, se è vero che ci sono 2,3 miliardi di euro "prenotati" per le linee di accesso e snodo d Torino e tratto italiano fino a Bruzolo, in realtà, poiché la delibera del CIPE annunciata il 3 di agosto è "desaparecida" da allora, non c’è nulla di concretamente spendibile nel bilancio approvato dal Governo italiano.
E ribadiamo anche che, per la realizzazione del valico ad oggi, ci sono esattamente zero euro a disposizione nelle casse del governo italiano.
*****, SIEMPRE!
