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MessaggioInviato: martedì 20 novembre 2007, 14:11 
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Se si vuole passare ad un limitatore di tensione si può usare l'LM317, che assieme ad una resistenza risolve tutto il problema. Contiene un diodo al suo interno che lo protegge dalle inversioni di polarità , per cui basterebbe un solo integrato ( LM317 ) se si usa il locomotore sempre dallo stesso senso, lasciando al manovratore la cura della velocità quando si opera in retromarcia. Tale circuito ruba solo 0,7 volt alla base ma limita l'estremo superiore dell'alimentazione al valore impostato dalla resistenza. Montando un trimmer volante si prova la velocità desiderata e poi si sostituisce il trimmer con una resistenza fissa di piccolo wattaggio, perciò piccola di dimensione. Lo schema lo trovate nel negozio di elettronica dove acquistate l'integrato, chiedendo di vedere gli schemi appilicativi di tale prodotto, che sono 2: limitatore di tensione o limitatore di corrente ( adatto per illuminazioni a led ).


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MessaggioInviato: martedì 20 novembre 2007, 14:17 
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Aggingo: con i diodi in serie non si alza il "minimo" della macchna ma la tensione minima per ottenerne il movimento, per cui le caratteristiche meccaniche del modello restano esattamente inalterate. Si muoverà solo in ritardo rispetto agli altri perchè quando al binario arrivano per es. 3 volts, il motore che ha in serie 2 diodi ne sente solo 3 - ( 0,7 x 2 ) = 1,6.
Da ciò si evince che il modello non partirà "a razzo" a meno che non abbia questa caratteristica di base.


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MessaggioInviato: martedì 20 novembre 2007, 14:46 
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--- "La soluzione degli Zener può funzionare bene se la loco è accoppiata ad alimentatori semplici, tipo i vecchi Lima delle scatole "treno+ovale+trafo", in cui l'alimentatore è formato da un trasformatore e da un ponte raddrizzatore a diodi (lo stesso vale se il ponte è controllato e fatto con tiristori) in cui l'impedenza del trasformatore è già sufficiente per limitare la corrente" ---

Infatti è proprio questo il motivo per cui forse non si bruciano: i diodi zener, oltre ad avere una caratteristica in tensione ne hanno una anche in corrente, e quella che possono condurre gli zener da 1-1,5 W (che sono quelli più comuni) è piuttosto bassa (basta fare un semplice calcolo, corrente = potenza / tensione). Se non si conoscono bene le caratteristiche dell'alimentatore, sconsiglierei questa soluzione....

Vorrei commentare la soluzione del LM317: essendo unidirezionale, l'effetto si avrà solo in un senso di marcia: per averlo in entrambi i sensi, si possono montare in serie una rete con LM317 ed una rete con LM337 (equivalente al 317 ma con direzione di corrente opposta), con il consiglio di mettere il diodo indicato da Alessandro esterno: infatti occorre ricordare che i motorini con spazzole possono generare picchi di tensione sufficientemente elevati durante la commutazione, che possono quindi far danni nel LM317 e quindi anche al suo diodo interno........

Ma conviene veramente tutto cio?

Saluti

Max


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MessaggioInviato: martedì 20 novembre 2007, 15:03 
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Iscritto il: mercoledì 30 agosto 2006, 8:49
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Località: All'ombra del Pratomagno
max5726 ha scritto:
...Ma conviene veramente tutto cio?

Saluti

Max

Domanda giustissima, Max.
Un motivo in più (anche se secondario) per passare al digitale. (IMHO)

Ciao :D


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MessaggioInviato: martedì 20 novembre 2007, 15:26 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 19:23
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Località: Firenze
Un'altra cosa: credo che la sostituzione della vite senza fine da 2 ad un principio impichi anche la sostituzione della relativa ruota dentata su cui s'impegna (ed eventualmente di tutte le ruote dentate ingrananti sulla medesima....) per il fatto che l'angolo della cava della vite senza fine rispetto al suo asse cambia considerevolemente.....

p.s. qualcuno conosce chi costruisce viti senza fine ed ingranaggi? anche via mail o MP, ringrazio anticipatamente.....

Ciao

Max


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MessaggioInviato: martedì 20 novembre 2007, 16:22 
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No,no non implica nessun ulteriore cambio.Sono sei anni che i miei 652 circolano(macinando svariati kilometri)con le viti dei 656 e viceversa.Và solo sostituita la vite senza fine,è un lavoro da 5 minuti.


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MessaggioInviato: martedì 20 novembre 2007, 16:32 
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Iscritto il: venerdì 20 gennaio 2006, 19:41
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Alessandro FAV ha scritto:
Aggingo: con i diodi in serie non si alza il "minimo" della macchna ma la tensione minima per ottenerne il movimento, per cui le caratteristiche meccaniche del modello restano esattamente inalterate. Si muoverà solo in ritardo rispetto agli altri perchè quando al binario arrivano per es. 3 volts, il motore che ha in serie 2 diodi ne sente solo 3 - ( 0,7 x 2 ) = 1,6.
Da ciò si evince che il modello non partirà "a razzo" a meno che non abbia questa caratteristica di base.


Appunto ! Qui mi pare che si giochi a chi le spara più grosse... salvo poi chi non perde occasione per dirti che "digitale è bello" anche se nessuno è ancora riuscito a spiegarmi come riuscire a comandare una decina di treni contemporanamente senza le stesse complicazioni dell'analogico, anzi ben maggiori !


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MessaggioInviato: martedì 20 novembre 2007, 18:34 
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Carthago:

"...ho costruito nel corso degli anni ( quindici di tempo libero) il mio plastico di circa 35 mq, con circa 200 metri di rotaie di corsa con linea interamente a doppio binario: sette sezioni di blocco automatico "doppio" ciascuna e un notevole movimento treni nella stazione principale; ai 10 alimentatori in cc ne aggiungi uno per la linea tramviaria ed altri due per le "secondarie", oltre otto alimentazioni in c.a. per luci, segnali e circa 50 relais! Complessivamente quattordici convogli lunghi anche fino a nove carrozze e cinque tram che girano contemporanemente!! Come vedi ho la necessità di tenere "fissa" l'alimentazione delle singole tratte non potendo stare appresso ai bolidi: pertanto le soluzioni sono due: o modifico le "cinesi" ma in modo da non pregiudicarne il valore collezionistico ( mettere e ritogliere viti s/f è un attimo)o le tengo in deposito!!!

Azz e straazz :shock: :shock: :shock: vedo che anche tu con le dimensioni XXXXXL mica scherzi eh?

Io mio è di 54 mq , circa 380 metri di binari, linea semplice di confine/montagna (tipo Gottardo) iniziato circa otto anni fa e ce ne vorranno altrettanti o forse più per finirlo.

Comunque lasciamielo dire apertamente ,il digitale, oltre ad avermi contagiato IN PIENO mi ha risolto molti problemi.

Saluti XXXXXL :wink: 8) :wink:

11852 'LOK


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MessaggioInviato: martedì 20 novembre 2007, 23:18 
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LANDILOK_11852 ha scritto:
Carthago:

"...ho costruito nel corso degli anni ( quindici di tempo libero) il mio plastico di circa 35 mq, con circa 200 metri di rotaie di corsa con linea interamente a doppio binario: sette sezioni di blocco automatico "doppio" ciascuna e un notevole movimento treni nella stazione principale; ai 10 alimentatori in cc ne aggiungi uno per la linea tramviaria ed altri due per le "secondarie", oltre otto alimentazioni in c.a. per luci, segnali e circa 50 relais! Complessivamente quattordici convogli lunghi anche fino a nove carrozze e cinque tram che girano contemporanemente!! Come vedi ho la necessità di tenere "fissa" l'alimentazione delle singole tratte non potendo stare appresso ai bolidi: pertanto le soluzioni sono due: o modifico le "cinesi" ma in modo da non pregiudicarne il valore collezionistico ( mettere e ritogliere viti s/f è un attimo)o le tengo in deposito!!!

Azz e straazz :shock: :shock: :shock: vedo che anche tu con le dimensioni XXXXXL mica scherzi eh?

Io mio è di 54 mq , circa 380 metri di binari, linea semplice di confine/montagna (tipo Gottardo) iniziato circa otto anni fa e ce ne vorranno altrettanti o forse più per finirlo.

Comunque lasciamielo dire apertamente ,il digitale, oltre ad avermi contagiato IN PIENO mi ha risolto molti problemi.

Saluti XXXXXL :wink: 8) :wink:

11852 'LOK


Ehi LANDILOK:
Non riuscirai a convincermi a passare al digitale!!!! :D :D ho terminato il mio plastico sette anni orsono, dopo quindici di lavoro! L'ho accantonato per lavorare a quello costruito al museo FDS a Monserrato ed ora sto pian piano recuperandone l'efficienza. Ho già sostituito i vecchi relais recuperati da flipper ( non sempre sicuri e troppo rumorosi, peraltro li avevo visti utilizzati nel plastico del Museo Svizzero dei trasporti di Lucerna nel 1972!!) con altri RR, Roco, Fleishmann, Wiesmann, Trix, Marklin, molto più sicuri. Ho anche acquistato un pò di locomotori "cinesi" per rinnovare il parco macchine con il problema conseguente che ha dato origine al thread. Non ho fra l'altro macchine Lima di vecchio tipo, con motore "G", se non tre 633 e 4 445 che hanno un rapporto di trasmissione decisamente più lento rispetto alle vecchie Lima. Insomma: ho fatto un lavoraccio per riattivare la mia ferrovia "privata" dopo anni di cassa integrazione dei lavoratori, scioperi e manifestazioni varie e tu mi vorresti far passare al digitale??? :) Non voglio trattare nuovamente con i sindacati :D :D !!! Oltretutto, se fai un po di conti, considerato che non avevo ancora 40 anni quando ho iniziato il plastico, non ho più voglia di intervenire in modo drastico per trasformarlo in digitale: i contorsionismi che facevo una volta sotto il plastico per le varie connessioni oggi sono un pò più faticosi. :oops:
Tormando all'argomento, le soluzioni che sono state proposte sono decisamente valide, sopratutto gli zener IN SERIE sull'alimentazione del motore anche perchè nel mio plastico, a differenza di quello delle FDS, non ci sono alimentatori elettronici ma solo RT3 RR. Tralascerei soluzioni più complesse come quella dei transistors o dei limitatori di tensione. Peraltro concordo con Danilo Surini sulla sostituzione delle viti s/f: non è necessario sostituire igranaggi ( ad uno o due principi il passo della vite è sempre lo stesso: 0,5). Il problema principale è sapere se le viti che monta attualmente HRR sono analoghe a quelle che montava LimaRossi in Italia. Sono curioso ed in ansia visto che, come detto in precedenza, non potrò accertarmene direttamente prima di sabato prossimo.
Ciao


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MessaggioInviato: mercoledì 21 novembre 2007, 0:10 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 19:23
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Località: Firenze
"""Tormando all'argomento, le soluzioni che sono state proposte sono decisamente valide, sopratutto gli zener IN SERIE sull'alimentazione del motore anche perchè nel mio plastico, a differenza di quello delle FDS, non ci sono alimentatori elettronici ma solo RT3 RR. Tralascerei soluzioni più complesse come quella dei transistors o dei limitatori di tensione."""

L'utilizzo di diodi zener in serie è esattamente equivalente a mettere in serie tandi diodi tradizionali fino a raggiungere la tensione equivalente allo zener, quindi si ha lo stesso effetto di partenza ritardata (lo zenere conduce solo oltre la sua tensione di soglia) e di velocità ridotta (Vmotore = Valimentatore - Vzener). Quello che continua a non tornarmi è come può sopravvivere uno zenere da 1-2 Watt con correnti spesso superiori a 2-300 mA, con resistenza termica molto maggiore di 20-30 °C/Watt ecc. ecc.... x me molto meglio la serie dei diodi....

"""Peraltro concordo con Danilo Surini sulla sostituzione delle viti s/f: non è necessario sostituire igranaggi ( ad uno o due principi il passo della vite è sempre lo stesso: 0,5)"""

giusto: ma a parità di passo quello che cambia è l'angolo che la cava fa con l'asse della vite senza fine: se l'ingranaggio è sufficientemente stretto, non ci sono problemi, ma se è largo non vedo poi come possano ingranare allo stesso modo viti a 1 o 2 principii.... magari l'opinione di qualche esperto meccanico è benvenuta!!!

'notte!

Max


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MessaggioInviato: mercoledì 21 novembre 2007, 8:40 
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max5726 ha scritto:
"Quello che continua a non tornarmi è come può sopravvivere uno zenere da 1-2 Watt con correnti spesso superiori a 2-300 mA, con resistenza termica molto maggiore di 20-30 °C/Watt ecc. ecc.... x me molto meglio la serie dei diodi....


Non vedo dove stia il problema... Se dissipa 2W la sua sovratemperatura sarà di 40-60°C rispetto all'ambiente. Dato che le giunzioni (cioè l'interno del diodo, l'involucro nella parte esterna è più freddo) viaggiano tranquillamente sui 100°C, se anche ci fossero 40° di ambiente resterebbe nella zona di corretto funzionamento termico.

ciao


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MessaggioInviato: mercoledì 21 novembre 2007, 10:51 
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MAX HA SCRITTO : ma a parità di passo quello che cambia è l'angolo che la cava fa con l'asse[i] della vite senza fine: se l'ingranaggio è sufficientemente stretto, non ci sono problemi, ma se è largo non vedo poi come possano ingranare allo stesso modo viti a 1 o 2 principii.... magari l'opinione di qualche esperto meccanico è benvenuta[/i]!!!

No Max. il passo e l'inclinazione del filetto della vite sono gli stessi almeno nel nostro caso! Quindi non ci sono problemi di adattamento dell'una o dell'altra all'ingranaggio primario. Si tiene infatti conto della distanza del filetto ( il "passo") e dell'inclinazione dello stesso in fase di costruzione della vite: se devi ottenere una vite con passo da 0,5, il primo filetto avrà un passo 1 cosi come il secondo che si inserirà nello spazio del primo. Questo in termini un pò elementari, dal momento che la costruzione di una vite s/f viene fatta con frese sofisticate. Peraltro se confronti i due tipi utilizzati da Lima, vedrai che non c'è differenza di inclinazione. Inoltre me ne ritrovo fra i ricambi LIMA anche una a tre principi, che non so in quale macchina sia stata utilizzata e che ha il filetto con la stessa inclinazione delle altre.
Ciao
Stefano


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Cita:
nessuno è ancora riuscito a spiegarmi come riuscire a comandare una decina di treni contemporanamente senza le stesse complicazioni dell'analogico


...con una decina di palmari e con le stesse (o meglio... simili ma non uguali) complicazioni dell' analogico.

Comunque se uno non è ben disposto verso una cosa (e questo vale in genere) non è il caso nemmeno di discutere, sarà sempre rimandata al mittente... per questo credo che ad oggi nessuno sia riuscito a spiegare una cosa che, onestamente, non mi sembra difficilissima.

Del resto, per realizzare un impianto complesso in analogico serve molta + esperienza e pratica rispetto allo stesso in DCC (molte più "palle" per intenderci...).
Questa stessa discussione ne è la prova: si discute di diodi e soluzioni circuitali più o meno complesse ma comprensibili a coloro che sono pratici di elettronica... un fermodellista DCC in questo caso avrebbe settato la CV5 del decoder e basta (ad esempio premendo il tasto "P" e F1 del lokmaus come spiegato nello startset Roco, che raffigura un bambino che usa il lokotopo!).


Saluti! :)


PS ho un assoluto rispetto (e ammirazione) per coloro che si tengono stretti gli impianti in analogico, anche io se avessi fatto un lavoro come carthago o Tz mi guarderei bene dal fare il "passaggio"....


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Bene ... quando avete un attimo, possiamo tornare alle viti senza fine ... ?!
Grazie :D :roll:
Riccardo


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MessaggioInviato: mercoledì 21 novembre 2007, 19:35 
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Iscritto il: sabato 14 gennaio 2006, 13:02
Messaggi: 2762
Località: ROMA
comando multiplo ha scritto:
Per Brenner e Danilo, potete dirci dove reperire le viti senza fine in questione ?
Grazie 1000 a nome di tutti gli interessati.
Riccardo


Beh io se non riesco a trovare originali Lima o HHR le faccio al tornio come ho fatto con quella della 245. :D


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