|
DERAGLIAMENTO DI MILANO CENTRALE: IL MACCHINISTA E' UN APPRENDISTA
RESTIAMO VICINI AL NOSTRO GIOVANE COLLEGA E NON LASCIAMO CHE LE RESPONSABILITA' CADANO ESCLUSIVAMENTE SU DI LUI.
DIFENDIAMO IL VALORE DEL NOSTRO LAVORO, COMPLESSO E DI GRANDE RESPONSABILITA'
I RISPARMI SUL PERSONALE SONO NEMICI DELLA SICUREZZA
LASCIARE LA RESPONSABILITA' DEI TRENI SULLE SPALLE DI SOLI APPRENDISTI E' UN ATTO CINICO E IRRESPONSABILE DA PARTE DI CHI METTE IN CONTO ANCHE LE POTENZIALI CONSEGUENZE
Milano, 22 settembre 2009 - Un altro disastro sfiorato solo per caso, nei pressi della stazione di Milano Centrale.
A fronte di un simile incidente, che richiama alla memoria Viareggio, è grave il tentativo delle Ferrovie di minimizzare, come accaduto pochi giorni fa per il deragliamento di un merci a Chiusi e di scaricare le responsabilità esclusivamente sul personale.
Vogliamo aggiungere che se si trattasse, come ipotizzato, di errore umano ci troviamo in presenza di equipaggio com,posto da un solo macchinsita, per di più giovane, apprendista e con poca esperienza.
Se egli ha commesso qualche errore, come può sempre capitare a chi lavora, esso sarebbe conseguenza diretta dell'"errore" commesso, invece, con piena consapevolezza da chi, per risparmiare sui costi di personale, riduce gli equipaggi utilizzando addirittura personale inesperto.
Siamo vicini al nostro giovane collega e denunciamo alla pubblica opinione che l'azienda ha lasciato sulle spalle di una sola persona tutta la responsabilità della guida dei treni.
Questo incidente deve servire da monito a tutti per ricordare che i risparmi sul personale sono nemici della sicurezza ed a noi macchisniti il valore del nostro lavoro, complesso e di grande responsabilità.
L'utilizzo spregiudicato dei contratti di apprendistato professionalizzante sono poi un ulteriore un'aberrazione giuridica oltre che la dimostrazione della cinica volontà di tagliare i costi a prescindere dalle potenziali conseguenze.
Affidare ad un solo macchinista apprendista la guida dei treni e l’utilizzo generalizzato di interi equipaggi composti da ferrovieri apprendisti, a nostro parere viola, oltre che il buon senso, la lettera e lo spirito della legge n. 296/2006, istitutiva del “contratto di apprendistato professionalizzante” e le successive norme applicative.
FERROVIE: Apprendisti allo sbaraglio
.
Due vagoni finiti in un cortile, una tragedia solo rimandata Nella notte di domenica deraglia un treno vuoto nella stazione di Milano Piovono treni, ma la situazione «è normale». Nella tarda serata di domenica (intorno alle 22,30) un treno passeggeri vuoto è deragliato nell'area della stazione di Milano. Due vagoni sono precipitati dalla massicciata sopraelevata di viale Monza, all'interno di un cortile condominiale, sfondando parzialmente il tetto di un capannone dove - di giorno - si fabbricano pupazzi. Il convoglio andava dalla testa del binario (a conclusione della corsa) al «parco di sosta», distante meno di un chilometro, in attesa di essere rimesso in servizio. Un solo macchinista alla guida, secondo i dettami di Trenitalia, che intende risparmiare su tutto, soprattutto sul personale. Un solo ferito leggero: lo stesso macchinista, che ha risportato varie contusioni e - ancora in stato confusionale per l'impatto, mentre era ricoverato in ospedale - ha detto appena poche parole alla Polfer: «il treno si è mosso da solo», mentre era lui sceso per rimuovere un «dispositivo tecnico».
Tre le inchieste aperte sull'incidente: una «tecnica» delle ferrovie, una della Regione Lombardia e un'altra, ovviamente, da parte della magistratura. La nota ufficiale di Trenitalia - che non ha però fornito risposte alle nostre domande - ricostruisce la dinamica in questo modo: «un treno vuoto è deragliato in un'area completamente lontana dalle linee percorse dai convogli; al momento dell'incidente tutte le apparecchiature della stazione ferroviaria funzionavano regolarmente e l'infrastruttura ferroviaria era in condizioni ottimali. Pare che nel corso delle operazioni di ricovero sia stato superato un segnale disposto sul rosso». La Polfer, dal canto suo, conferma: «il treno ha imboccato un binario sbagliato per un errore umano in frenatura». La teoria, in conclusione, è esplicita: «si è trattato solo di un errore umano».
Che ci sia stato questa volta appare certo. Si tratta solo di stabilire da parte di chi. Intanto: non è affatto vero che il treno sia uscito «in un'area lontana dalle linee percorse dai convogli». Un altro treno passeggeri, pieno di gente, si è infatti fermato all'improvviso all'imbocco della stazione, perché si è trovato la strada sbarrata dai vagoni riversi sulla massicciata. Per tutta la giornata, infine, decine di telecamere e macchine fotografiche hanno immortalato il mitico «Frecciarossa» e altri treni sfiorare a passo d'uomo le vetture di traverso. Non male, come «fedele ricostruzione».
Il dato più importante è però un altro. Il macchinista alla guida era in realtà un apprendista. Piemontese del Verbano, assunto per la formazione nel corso del marzo 2006, con un contratto in scadenza a gennaio 2010; impossibilitato perciò a rifiutarsi di obbedire a un ordine. E' una delle novità previste dalle «liberalizzazioni» in materia di lavoro. Contratti della durata di 46 mesi, paga da fame. In teoria - stando alla definizione di «apprendistato professionalizzante» - avrebbero dovuto stare a bordo solo in compagnia di un macchinista esperto o di un«tutor». Ma allora dov'è il guadagno per l'«impresa» Fs? Ecco che un decreto del 2003 stabilisce la possibilità che un apprendista possa essere «istruito» anche «tramite lo strumento della formazione a distanza e strumenti di e-learning». Senza stare a distinguere tra un ragioniere e uno che porta un treno. Particolare raccapricciante: ogni tutor può essere abilitato a seguire - 24 ore su 24 - fino a cinque apprendisti. Via telefono.
Le Fs diranno sicuramente: «quel macchinista aveva ottenuto la patente». Vero. Dopo due anni l'apprendista viene esaminato ed eventualmente promosso. Peccato che - non molto tempo fa - la patente non permetteva di per sé di guidare da soli. Bisognava fare almeno 4 anni di «esperienza». Più che logico. Ora invece Fs non bada più a certi dettagli. E' diventato «normale» che una persona ancora inquadrata come apprendista - certo munita di «patente» - guidi un convoglio da solo. Quando va bene con un capotreno come tutor, se no con un «secondo» apprendista, magari «senza patente». Un «errore umano» c'è stato certamente: ma l'ha commesso chi ha deciso che si possa «normalmente» mandare da solo, di notte, in piena stazione di Milano o su una qualsiasi altra tratta, un ragazzo di 30 anni alla guida di una macchina d'acciaio da qualche decina di tonnellate. Non c'è da stupirsi che poi piovano treni al centro di Milano.
|