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Ragazzi, di episodi in cui il 646 ha dimostrato di essere un ottima macchina, ne avrei un mucchio, ma finirei con l'annoiarvi. Quando salii per la prima volta sul bestione, fu quando appena assunto, ci facevano fare le corse da 3° agente per l'abilitazione al TV208. Prima di effettuare il corso, ci somministravano lezioni sulla segnaletica, sull'intervento del freno e alcune norme regolamentari. Poi per prendere confidenza con l'ambiente di macchina, ci mandavano, muniti di un apposito libretto, a viaggiare da 3°. A termine della tratta, il macchinista ci convalidava l'avvenuta corsa e in caso di accudienza, dovevamo essere presenti. Questo al mattino. Al pomeriggio, in aula e l'istruttore verificava se il libretto era firmato. Detto questo, torniamo a bordo del 646. Fino ad allora avevo fatto corse da terzo sui 626/636/428 ( i macchinisti imprecavano sempre con quest'ultima macchina) ma mai sul 646. Quella macchina all'epoca era il TOP e quando quel mattino la vidi in testa al diretto per Milano, mi venne un tuffo al cuore e salii a bordo, molto eccitato. Che dire, alla partenza, sentii il suo ruggito per la prima volta , a bordo. Poi da Aiuto, mi ci abituai, ma provai la stessa emozione la prima volta che il mio maestro me la fece condurre da Torino a Milano. La prima corsa da Macchinista l'ho effettuate proprio con un 646 (115) e devo dire che ero emozionatissimo. Avevo neanche 24 anni e sentirmi quella straordinaria potenza tra le mani, mi faceva sentire in palla tantissimo! A proposito dei 24 anni, ero il più giovane (in quel momento) macchinista del Deposito di Torino e spesso quando andavo a fare dei rimpiazzi al posto del titolare, mi trovavo in imbarazzo a viaggiare con degli aiuto-macchinisti di 50 o più anni, che mi guardavano con sospetto! Cercavo di metterli a proprio agio, ma a volte proprio non ci riuscivo. Capitava spesso che non ci si scambiasse parola, salvo lo stretto necessario. Un giorno e per circa un mese, mi capitò un secondo anziano, proprio a bordo del 646. Dopo la fermata di Porta Susa, passata anche la stazione di To Stura (fino a lì vel. max 120), effettuai la transizione parallelo-superparallelo e vidi improvvisamente sbiancare l'am. Cosa fai?, mi disse. Il mio "socio" non va mai in superparallelo, noi viaggiamo solo in parallelo! Gli risposi che la combinazione era stata prevista per essere adoperata e poi gli spiegai che era meglio viaggiare in SUP rispetto al P con gli shunt. Questo per fare capire come era la mentalità allora! Tutti gli am erano anziani, per anni non erano state fatte assunzioni e occorreva al più presto un ricambio. Molti di loro non erano all'altezza di superare l'esame a macch. venivano tutti dal vapore e assunti durante o post guerra. Allora assumevano di tutto - tanto per spalare carbone...- Anche i Macch. erano piuttosto scorbutici e molti di loro, arrivando dal vapore, erano intimoriti dalle macchine elettriche e quella sigla PP, proprio non la digerivano. Sempre a proposito dei miei 24 anni (oltretutto dimostravo ancora meno di quello che avevo, tanto che qualcuno mi aveva soprannominato "il ragazzino"), quando c'era da discutere con qualche capostazione, questi, dopo avermi guardato dall'alto in basso, mi diceva:- mandami il macchinista. Ciao, alla prossima!
Ultima modifica di sincrono il mercoledì 4 agosto 2010, 21:17, modificato 1 volta in totale.
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