ste.klausen21 ha scritto:
I due interventi :
- Protoluca che accenna, in sostanza, alla moda di fare il plastico di un plastico
- ilMasselli che boccia l' uso in modo acritico di pezzi commerciali
mi toccano nel vivo e mi spingono a fare una affermazione che, però, sarà condivisa da pochi.
Troppo spesso si vedono impiegare ottime capacità modellistiche per realizzare impianti in cui la ferrovia c' entra ben poco............................................................
......................se ne scoprono gli aspetti più belli, più interessanti.
Questo è fermodellismo.
Stefano Mnghetti
Prendo spunto dall'intervento di Stefano Minghetti, che condivito molto, proprio per sottolineare una volta di più come chi si avvicina al fermodellismo plasticistico oggi abbia, paradossalmente, più difficoltà di chi si accingeva a costruire un plastico 30 anni fa.
Non parlo di materiali chiaramente ma di idee e spunti per "costruirsi" la propria ferrovia.
Ultimamente sono entrato in contatto con molti appassionati, sia giovanissimi che più "navigati", che mi hanno anche chiesto di poter venire a vedere il plastico. Come sempre un piacere !!
Ho notato che , logicamente, le "nuove leve" partono con l'idea, la bramosia (peraltro giustificatissima!!) di veder sfrecciare ETR500, IC ecc...ecc.... insomma, i treni e convogli che vedono quando fanno i loro raid fotografici o semplici visite in stazione o lungo linea.
Come non comprenderli !! Ma come, d'altro canto, non cercare di fargli "vedere" anche la ferrovia che non c'è più, quella dei piccoli scali merci, degli immancabili piani caricatori, delle gru anche nelle sperdute stazioncine. Degli incroci e delle precedenze sulle linee a binario unico e delle manovre dei mitici merci raccoglitori?
La mia è stata grande soddisfazione quando negli occhi e nelle domande di questi ragazzini vedevo nascere l'interesse per questa ferrovia che può essere realizzata con moduli anche di dimensioni contenute, acquistando soli 3 o 4 scambi ed una Gr880 con 2 corbellini ed un bagagliaio ed una Gr740 con un Dm e 5 carri.
Al bando ovali insulsi dove il "Frecciarossa" ........... sfreccia per qualche giorno, al massimo qualche settimana e poi fa la fine inesorabile, in soffitta o cantina, della pista policar .....?? (a parte rare eccezioni .....).
Il plastico per crescere, durare, divenire una passione che ti seguirà per sempre deve attingere il più possibile dal ricreare in scala la realtà ferroviaria e, posso dirlo per esperienza vissuta, ricreare quella di oggi richiede spazi enormi e comunque non consente tutta una serie di attività che oggi (come scrive anche Stefano) non fanno più parte del "mondo ferroviario".
Certo........ come fare per "vedere" questa ferrovia che non c'è più????
Anche qui deve scattare la passione e la voglia di documentarsi ........... Per assurdo è quasi più facile oggi .......
Basta cercare nei cataloghi delle riviste per trovare bellissimi filmati d'epoca. Cercare nel web fotografie, documentazione storica ecc....ecc.....
Ecco che il "banale" (ma quando maiiii!!!) costruirsi il plastico diviene anche momento di ricerca, di studio, un modo per capire come eravamo fatti e come, magari "solo" 50 anni fa la Ferrovia fosse molto diversa.
Ciao
Riccardo Alberoni