ste.klausen21 ha scritto:
sincrono,
hai voglia di raccontare delle triple di E636 sul Frejius ?
Mi piacciono le avventure elettro-ferroviarie !
Stefano Minghetti
Ma si, forza, incominciamo. Si partiva, normalmente, da Torino Sm.to in direzione Francia con 1000-1100 ton. Con i treni containers, capitava anche il cambio volante al Pm.nord, oppure per le merci da Novara, a To PS. Se si partiva da Porta Susa, la prestazione massima era di 1040 ton. (elevabile a 1100 a condizione di trovare a via libera i segnali di Torino S.Paolo).
Con quella massa, non si superavano i 60 Km/h, tolto nei tratti pianeggianti della linea.
Arrivati a Bussoleno veniva aggiunto un locomotore in testa (qualche volta un 645) ed uno in coda.
In partenza da Bussoleno, si cercava di "pestare" al massimo, in modo di arrivare già lanciati all'inizio della lunga salita. Il personale di Bussoleno non ci andava tanto per il sottile, appena escluso la serie erano già in transizione SP, a 35-40 via con il parallelo e noi lo seguivamo dopo qualche secondo, in modo di non eccedere nello sforzo al gancio, idem faceva la tripla riuscendo così ad arrivare anche a 70 km/h all'inizio della rampa al 30*1000. Qui la velocità decresceva sino a stabilizzarsi sui 55 km/h. Spesso viaggiavamo ai limiti della corrente oraria e devo dire che i 636 di quell'impianto, erano molto ben tarati e funzionavano come orologi, segno che l'officina eseguiva una manutenzione scrupolosa e molto attenta alla parte elettrica. Quando capitavano 636 di altri impianti, a volte avevamo difficoltà serie a proseguire in quel modo. La linea, allora a semplice binario e l'elevato traffico, ci costringeva a fermate per incrocio in ogni stazione. Era, addirittura stato messo in opera un impianto acustico in prossimità dei segnali di protezione delle stazioni, in modo che il macchinista di coda potesse udire i fischi convenzionali che venivano emessi dal macch. di testa (2 fischi lunghi seguiti da uno breve, indicavano la partenza). Noi, titolari, seguivamo le indicazioni di quello di testa, soprattutto nelle richieste di disinserzione (due fischi brevi) e poi seguivamo con molta attenzione gli strumenti. Anche il macchinista di coda doveva prestare molta attenzione agli strumenti e, in caso di fermata doveva controllare anche il manometro del freno. Quando non riusciva a sentire i fischi ed eravamo fermi in salita, all'atto dell'aumentare della pressione, doveva inserire la locomotiva con solo due tacche, altrettanto facevamo noi. Non era facile la condotta, in quel periodo! Rompere il gancio non era difficile e dovevamo essere molto coordinati nell'eseguire le manovre. Molte le difficoltà, specie con condizioni climatiche avverse. Una linea difficile sia per le pendenze che per la tortuosità.
Si proseguiva in queste condizioni sperando che tutto funzionasse a dovere, in quelle condizioni, lo scatto di un locomotore per qualsiasi motivo, avrebbe causato anche lo scatto degli altri due, con conseguente pericolo di moti a "fisarmonica" del treno. Quando si arrivava al km 1 della galleria del Frejus, finalmente si tirava un sospiro di sollievo. Da lì in poi, la linea sarebbe stata in piano fino al km 91, poi la discesa, con l'VIII grado di frenatura, fino a Modane.
Se avete domande specifiche, ci sono.
Ciao