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(7 settembre) Addio alle commesse per la Circumvesuviana e per la Sepsa. In un sol colpo, la Regione Campania, alle prese con lo sforamento del Patto di Stabilità, ha rescisso due importanti, in questa fase vitali, contratti di fornitura con la Firema di Caserta. E come se non bastasse, Palazzo Santa Lucia è l’unica istituzioni regionale a non aver ancora incontrato i vertici della società in amministrazione controllata. Circostanza che preoccupa non solo le rappresentanze sindacali unitarie, ma anche e soprattutto il commissario Enrico Stajano, che nei giorni scorsi ha incontrato le organizzazioni dei lavoratori per aggiornarli in merito al prosieguo della vertenza. Vertenza che, di giorno in giorno, continua ad inasprirsi. Come ha ammesso lo stesso commissario, infatti, sarà impossibile rinnovare i contratti dei sessanta apprendisti in servizio presso lo stabilimento di via Appia Antica. L’espulsione dai cicli produttivi verrà “addolcita” con l’istituzione di una sorta di bacino di manovalanza da assumere, a tempo determinato, in base al portafoglio commesse. “Ma ciò che ci preoccupa ancora di più – spiega Antonello Accurso, segretario provinciale della Uilm – è l’assenza di un confronto con l’assessore Sergio Vetrella, il quale ha deciso in modo del tutto unilaterale di sospendere gli ordinativi per Circumvesuviana e Sepsa, creando così non poche difficoltà all’azienda che vive già un momento di crisi ormai strutturale”. In effetti, nelle prossime ore ci potrebbero essere altre brutte sorprese. Ad un primo esame, il commissario ha indivuato una lunga serie di commesse che dovranno essere riformulate. Vuoi per motivi attinenti all’organizzazione del lavoro interna, vuoi per tutta una serie di problemi finanziari che rende impossibile onorare determinati impegni di spesa. Tant’è che, per quanto concerne gli stipendi arretrati, non si muove ancora foglia. Come se non bastasse, infine, tutti gli accordi sindacali di secondo livello sono stati cancellati con un colpo di spugna dal commissario straordinario Enrico Stajano. Di qui, la richiesta congiunta di un incontro urgente al Ministero dello Sviluppo Economico.
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