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Bhe, direi che le risposte a tutte le obiezioni che possono emergere in una discussione come questa, sulla situazione di Rimini, o analoghe, sono rintracciabili all'interno dello scambio di messaggi tra Fulton, Stefano ed altri, che peraltro inviterei ad una conciliazione essendo tutti quanti, in fondo, interessati all'ambiente ferroviario.
Voglio dire che è molto difficile una condivisione di atti ed obiettivi tra varie persone, alcune delle quali, come Paolini, sono alla testa di un prestigioso sito (e relativo forum), girano in lungo ed in largo, talvolta vanno anche "in fossa" a lavorare sotto qualche mezzo e gioiscono del recupero anche minimo ed altre, invece, che curano maniacalmente aspetti del mondo dei treni, sono fini conoscitori ma, ahimè per certi versi non hanno molti contatti concreti con la realtà, in senso complessivo e non solo ferroviario. In tutto questo, è bene dirlo, il modellismo "aiuta" e non poco. Purtroppo tra un rotabile ed un modello, oggi come non mai, non c'è solo un fattore 87 di differenza.
Nessuno, spratutto se non interessato, è tenuto conoscere la miriade di norme, la vastità dei contatti e la documentazione da produrre che sta dietro un qualsiasi rotabile, storico o no. E alla complessità fa da contraltare un immenso costo di tutti i processi.
Sarebbe quindi buona cosa, Fulton (ad esempio, non come unico destinatario della nota) che inizissi, a costo zero, a farti un'idea tecnica (ed è un'attività anche interessante) di cosa comporta dal punto di vista regolamentare, normativo ed autorizzativo, gestire un rotabile qualsivoglia. Se immagni cosa comporta aprire un bar, fare il tassista, fondare una SrL, ecco, ripristinare un rotabile impegna 100 volte. E 100 volte i costi.
Ripristinare la cucinetta, come da origine, della Le 540, agli orecchi di una persona con in mano un pennelli intriso nell'isabella, suona un pò come offensivo. Perchè far giungere un rotabile accantonato in un poso è un'odissea, rialzarlo con tutte le norme di sicurezza da ottemperare un'immenstà, smontarlo e semplicemente sabbiaro e riverniciarlo un'attività lunga, faticosa, costosa. Per aver poi un oggetto esteticamente decente ma assolutamente statico. Tutto il resto che si potrebbe immaginare è impegno, in termini di risorse e di tempo, amplificato di fattori 10 o 100. Non basta dire "sono disposto a contribuire economicamente" perchè anche 1000 euro non servono a nulla: se si parte con un'operazione bisognerebbe terminarla, quindi i fondi ci devono essere per intero. Questa forse è la maggiore differenza dal modellismo: il tutto non termina tirando fuori un pò di soldi, anzi (almeno che un mecenate non metta 200.000 euro allora la cosa cambia). Poi vorresti la cucinetta: si già, fuori i soldi per i controlli sanitri e per le autorizzazioni a servire qualsivoglia alimento a terzi. Capisci dov'è il problema, la causa degli attriti?
E' un inferno, in Italia, omologare un rotabile nuovo, ma mettere l'SCMT su un mezzo esistente peggio. Far circolare un rotabile con l'80% della componentistica fuori normativa come sarà? Chi ci parla con l'Agenzia? Poi esemlare unico.
Qualcuno si indigna? Cavolo, ma come si può essere arrivati a questo punto? Ma allora la Ferrovia è una giungla dove ogni cosa è impossibile? Tutto è insicuro al massimo a prescindere?
Esatto: buongiorno. Allora esorto gli appassionati, ovvero diciamo 1/5000 della popolazione italiana, a prestare attenzione sì alla chiodatura fuori posto del tot modello, sì al treno storico con la vettura verde che non è in epoca con la D.342, ma anche a cosa è oggi la ferrovia. Oppure vi basterebbe giocare col vostro plastco al ritorno da un treno speciale in una nazione con solitre rotabili attivi: ETR 500, ETR 600 ed ETR 1000? Dite voi.
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