Caro Andrea,quello che scrivi sulla condotta del fuoco della 746 o delle 685 e 691,vale anche per tutti gli altri gruppi fs a vapore surriscaldato. Nel senso che una condotta ottimale del fuoco deve tendere ad una sorta di equilibrio termico in modo che la produzione di vapore sia la più uniforme possibile.
Il fuochista,ovviamente e come sai,deve tener conto della massa del treno,delle livellette del tracciato e di quanto vapore,utilizza il suo collega "macchinista" alzando la barra del regolatore e "allungando o accorciando" la leva di inversione. Della qualità del carbone e di quanto tempo "concedere" tra una carica di carbone e l'altra(ci sono fuochisiti che "battono"il tempo contando)e di quanta acqua mettere "dentro",perchè si può andare anche con"due dita (o poco più)"sopra i tappi,pur di mantenere la pressione costante o quasi ...Dipende...
Naturalmente c'è una differenza di risposta tra una caldaia ed un'altra. La caldaia di una 625 vaporizza in modo generoso e richiede una condotta più semplice. Quella di una 740 richiede un diverso impegno e questo non necessariamente ha a che fare con la superficie di griglia. Ci sono altri fattori che intervengono nella combustione e ne determinano la resa. Anche il raffronto tra una caldaia di una macchina da manovra e una da treno ha caratteristiche diverse...e potrebbe essere fuorviante.
In cabina viene fatta sempre attenzione nella manovra della boccaporta quando vengono effettuate le cariche e normalmente la cosa si risolve con l'ausilio del macchinista che con una mano apre e chiude ad ogni colpo di pala. Tuttavia questa accortezza è effettivamente significativa quando la macchina circola a marcia indietro e l'aria penetra con violenza entro il forno.
Oggi che le cabine spesso,sono anche troppo affollate è facile essere anche in tre! La 746,come ho scritto e tanto meglio la 685,non aveva bisogno sistematicamente di un secondo fuochista:giusto il commento degli amici toscani sulla difficoltà di condotta.
Può essere vero che per la 746 e le 691,come ho scritto,sulle lunghe percorrenze e su tratte particolarmente acclivi o composizioni pesanti o molto pesanti,localmente si facesse ricorso ad un terzo agente che magari sarebbe stato,per alcune circostanze o per il tipo di organizzazione del lavoro del tempo,comunque disponibile. Certamente la quantità di carbone da spalare era notevolissima tanto che un sistema di carico automatico (al tempo,magari,sperimentale)sarebbe stato consigliabile come realizzato su macchine estere dello stesso rodiggio ma già i nostri nonni avevano capito che da noi il vapore e le grandi macchine non avrebbero avuto un futuro!
Max RTVT