despx ha scritto:
Il problema è che i forum sono frequentati solo da una piccola parte dei fermodellisti presenti in Italia, la fetta più grande (quella appetibile dai produttori) è costituita da chi pratica questo hobby in solitaria o al massimo con alcuni amici spesso nella stessa situazione. Queste persone non sanno ne di scioperi del "180 euro" ne di petizioni, lettere e di altro... leggono le riviste, frequentano il solito negozio da 30 (o più) anni, comprano ciò che gli gusta (se possono), al prezzo che il negoziante gli fa e restano volutamente o no allo scuro di ciò che si scrive nei forum vero o falso che sia.
Non per nulla i produttori (non tutti per fortuna) vedono i forumisti solo come dei rompi scatole da evitare e continuano a produrre modelli con difetti, cappelle, errori, ecc... e li vendono senza problemi....
Questa è la triste realtà.
Ciao
Despx

Non è la "triste realtà" è "la realtà" .
Il fatto che ci sia una quantità di clienti che comprano e "fanno girare" il meccanismo è un fatto evidente.
La situazione ottimale sarebbe quella in cui TUTTE le persone che costituiscono il bacino di acquirenti per le fabbriche di modelli ferroviari avessero definito uno standard minimo accettabile.
Questo farebbe salire la qualità del modello senza far lievitare i prezzi.
Ma è utopistico come ragionamento.
Chi progetta e produce un articolo che poi deve vendere (qualunque esso sia) sa bene (a meno che non sia incompetente) quale sia lo "stato dell'arte" di quel prodotto.
Lo studio e poi la realizzazione di un progetto non può tener conto della "perfezione" .
Capisco che non è un concetto facilmente comprensibile.
L'azienda per cui lavoro progetta, produce e commercializza periferiche di stampa, plotter.
Quando (spesso) andiamo in "casa madre" ed in particolare in R&D (ricerca e sviluppo........ il luogo dove ci stanno le menti pensanti) più vokte abbiamo visto progetti e poi i prototipi di nuove stampanti.
Si parte dal progetto ottimale, si verifica e si stima il costo di produzione di un si fatto modello. Gli sviluppatori devono , poi, far rientrare in una range di costi la realizzazione del prodotto per poterlo proporre sul mercato ad un prezzo consono e quindi fruibile. Il prodotto che viene messo in vendita non è certo quello che avevano in testa i ricercatori ma un connubio, la ricerca di un compromesso, un equilibrio tra costi di produzione e prezzo del prodotto sul mercato.
Certo, se si mettesse in vendita il modello definiamolo "lo stato dell'arte" diciamo a 100, con un costo a noi di 80, ne venderemmo magari 1.000 pezzi nel mondo ma l'obiettivo è quello di marginare (in parole antipatiche ...... guadagnare per rendere economicamente profittevole l'azienda) e quindi da R&D uscirà un prodotto che dovrà rispettare certi standard molto rigidi logicamente ma che dovrà avere un costo "vivo" mettaimo di 55 per poterlo vendere a 70 ma con numeri di pezzi venduti con uno "zero" in più a dx.
Io sono convinto che con le tecniche di progettazione che oggi sono disponibili chi vende e progetta modelli ferroviari sa (o potrebbe) benissimo come realizzare il "modello quasi perfetto" ma viene a conoscere anche quello che costerebbe e per forza adeguare il progetto.
A volte ho letto commenti in cui si critica un mancorrente realizzato in spessori generosi e dire "che sarebbe costato farlo più sottile" ...... potrebbe costare anche tanto, magari troppo nel calcolo di progetto.
Poi è chiaro che ci sono le "smarronate" e le caxxate evitabili .... ci mancherebbe !!
Concordo comunque con il pensare che il "grosso" delle persone che compongono il mercato target dei produttori di modelli ferroviari hanno un approccio agli acquisti poco critico ma ............ di questo ne possiamo prendere solo atto consci del fatto che se sparisse questa fetta di acquirenti il mercato di affloscerebbe , sicuramente qualche produttore sparirebbe (cosa magari positiva, non dico di no ....) ma rimaremmo in 200/300 amiconi a guardare nelle vetrine modelli tedeschi o svizzeri da 1.000€ l'uno
Poi mi sbaglierò ........ ma la penso così.
Ciao
Riccardo