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Reggio di Calabria, anno XX
Una limpida, radiosa giornata d’inizio Marzo salutò col benvenuto il convoglio inaugurale che s’apprestava a valicare su rotaja, pella prima volta nella storia, lo stretto di Messina. Trattavasi d’un ETR 200 nuovo di zecca, imbandierato a festa e col Fascio Littorio d’ottone sfolgorante ben saldo sul frontale. Ah, quale trionfo la nostra Patria s’apprestava a celebrare! Che smacco pelle potenze nemiche!
Ai comandi, il Duce.
A bordo i membri tutti della Commissione, capitanati dal Bianchi, oltre ai rappresentanti delle più alte cariche del PNF, della Commissione Suprema Di Difesa, del Consiglio Nazionale delle Corporazioni, del Comitato Corporativo Centrale e del Consiglio Nazionale dell'Educazione delle Scienze e delle Arti, del GUF, della GIL, dell'Opera Nazionale Balilla, dell'Associazione Famiglie Caduti Mutilati e Feriti per la Rivoluzione, dei Fasci Femminili con le dipendenti Sezioni Massaie Rurali, Operaie e Lavoranti a Domicilio, delle Associazioni dei PNF, dell'Opera Nazionale Dopolavoro, dell'unione Nazionale Ufficiali in Congedo d'Italia, del Comitato Olimpionico Nazionale Italiano, della Lega Navale Italiana, dell’Unione Nazionale del Senato, dell'istituto Nazionale di Cultura, dell'Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, dell'Associazione Nazionale Combattenti, dell'Associazione Nazionale Famiglie Caduti in Guerra, del Gruppo delle Medaglie d'Oro Al Valor Militare d'Italia, dell'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare, della Legione Volontari d'Italia, della Legione Garibaldina, dei Reparti Arditi d'Italia, dei Reparti d'Arma, del Comitato Nazionale Forestale.
Su diecine e diecine d’imbarcazioni erano invece ubicate le delegazioni della stampa Italiana e straniera, affinché tutto l’orbe terracqueo sapesse cosa si sapeva e si osava fare nella nostra Patria, a dispetto delle sanzioni inique a noi applicate faziosamente e proditoriamente dalla Società delle Nazioni, ed in barba allo spocchio delle potenze plutocratiche ch’avversavano il nostro nascente Impero!
- Tira su il pantografo, Pavanati! Perdiana, ‘sto treno fila ch’è una meraviglia: avrei voglia di lanciarlo ai duecento. Ma stavolta andremo invece assaj piano, come prevede il canovaccio di questa trionfale giornata, affinché dalle barche tutti possan godere con agio dello spettacolo ch’andremo a dar loro. Vincere!
Ed in effetti fu uno spettacolo meraviglioso veder dalle barche l’incedere maestoso sul ponte dell’elettrotreno, col Duce ed il Pavanati ritti in cabina col braccio proteso nel saluto Romano!
- Che prevede il menù, Pavanati? Ho un certo languore.
- Una volta giunti a Messina, Eccellenza, presiederete il banchetto d’onore. Cucina romagniuola come piace a Voi, Duce: tortellini al ragù di majale, zampone colle lenticchie, ciccioli fritti, bignè colla panna e caffè.
- Ed il lambrusco, ed il sangiovese?
- A fiumi, Eccellenza.
- Molto bene ... ehi, ma che fa quella nave laggiù? Passami il binocolo, Pavanati!
(prosiegue)
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