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 Oggetto del messaggio: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: mercoledì 21 dicembre 2011, 23:15 
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Questo il resoconto del Natale 2011 in Grecia...chissà tra un anno come sarà il nostro?


Grecia 2011, il Natale senza festa

Con la crisi criminalità, disoccupazione e indigenza
«Noi come nel 1965, mai stati così poveri»

Dal nostro inviato BENEDETTA ARGENTIERI

ATENE - La voce di Elvis che canta White Christmas rimbomba per tutta la strada a pochi giorni dal Natale. Di fianco le casse un bambino di sei anni si dimena in un piumino che è troppo grande per la sua età, con un dito indica lo scaffale di caramelle in un negozio che svende tutto. La madre gli accarezza la testa e guarda altrove. Questo non è il momento dei regali. Perché Atene non è in festa.

UN SET DI UN FILM- La città affronta il periodo come se fosse un supplizio per non essere in grado di celebrare alcunché. L’ennesima umiliazione dopo essere stata strangolata dai debiti, dai tagli e dalle tasse. E dalle richieste della Troika. Il Comune prova a far dimenticare la crisi, le violenze, la povertà. Ha piantato un albero poco addobbato in mezzo a piazza Omonia, assediata da criminalità e prostituzione. Sotto, un presepe che di notte viene usato dai clochard come rifugio. Ha fissato le luminarie a Kolonnakis, quartiere dello shopping di lusso, ma tra i negozi vuoti, seppure con sconti che arrivano al 70 per cento, e quelli chiusi sembra il set di un film che racconta una vita che non c’è più. Migliaia di persone passeggiano, in quello che dovrebbe essere l’ultimo sabato di shopping prenatalizio, senza avere sacchetti in mano. Senza un sorriso. Non si fermano nemmeno davanti alle vetrine a indicare l’oggetto del desiderio. L’apparenza, così cara ai greci, non conta più. Affollano i caffé. Ma quello di sedersi a un tavolino a parlare della situazione economica, sembra oramai l’unico vero lusso che si possono permettere.

I TAGLI DELLE FAMIGLIE- Gli altri si arrangiano come possono, fanno di tutto per far quadrare i conti. «I regali? Li ho fatti solo ai miei nipoti in un bazaar. Ho speso circa 70 euro». George, 59 anni tassista, sorride dietro ai folti baffi grigi, guardando nello specchietto retrovisore. Guadagna la metà rispetto al 2009 e intanto il costo della vita è raddoppiato. Ci sono sempre nuove tasse da pagare e aumenti inaspettati. Si taglia dove si può. Così la maggior parte dei palazzi ha spento il riscaldamento centralizzato perché «in troppi non pagavano». Le famiglie utilizzano stufe elettriche e fornelletti. La nuova trovata del governo è quella di inserire nelle bollette la quarta tassa sulla casa. E se non si paga staccano la luce. «E’ incostituzionale, per questo ci siamo rivolti a un giudice», spiega George Papadatos, libraio di Monastiraki. Indicando i 600 euro in più sul conto dell’elettricità. I lunghi capelli argentati gli incorniciano il viso. Stanco e provato. George colleziona volumi antichi e spulciando nel suo negozio si possono trovare vere rarità. «Non è proprio un mestiere con cui si diventa ricchi». In un giorno è riuscito a vendere 35 euro di merce. Lo spettro della rassegnazione adombra gli occhi che un tempo dovevano essere pieni di vita. «Mai mi sarei immaginato di trovarmi a 69 anni in questa situazione». Ogni mattina apre alle 8 e chiude alle 10 di sera. «Non si sa mai qualcuno volesse fare un regalo». Quattordici ore di lavoro che condivide con la moglie e il figlio di 23 anni. Ed è proprio parlando di lui che il tono della voce si fa ancora più grave:«Quella dei giovani è la tragedia della Grecia».

«LA TRAGEDIA DEI GIOVANI» - Il 40 per cento dei ragazzi tra i 18 e 30 anni è disoccupato. In molti lavorano gratis. Cercano di arrotondare facendo, bene che vada, i camerieri. Chi può scappa, lascia il Paese. Si parte per la Germania, la Svezia. Davanti all’ambasciata australiana per giorni in centinaia si sono messi in coda: si cercano medici da “importare” a Sydney. Per chi rimane è la desolazione. “Vorrei abbandonare tutto ma mio padre sta male. E anche se non ho un lavoro, la mia famiglia mi ha chiesto di rimanere”. Pablo ha 23 anni, si è laureato con il massimo dei voti all’Università di Atene in Economia. “Farei qualsiasi cosa, non si trova nulla, nemmeno per le consegne a domicilio perché non c’è niente da consegnare”. Frustrazione e rabbia si mescolano in un cocktail che in molti ritengono possa diventare pericoloso. “Perché da qualche parte questa molla deve essere scaricata”.

CRIMINALITA' E DISOCCUPAZIONE- Così sopravvivere da queste parti non è facile. «Almeno 30mila negozi hanno chiuso solo in centro. Per intenderci uno su tre. I suicidi sono aumentati del 40 per cento. Il 20 per cento delle persone ha perso il lavoro. Altrettante vivono sotto la soglia di povertà», Greg Chrisohidis, fotografo 39enne dai lunghi capelli corvini, snocciola le cifre che vengono ripetute sui giornali. I numeri possono essere asettici, «ma questa è macelleria sociale». E le ricadute si vedono dovunque, anche in Pireus street, dove migliaia di greci si mettono in fila per un pasto da portare via in un sacchetto azzurro. Si vedono camminare per le strade del centro che oramai è stato diviso tra bande e immigrati che pensavano di trovare lavoro in Europa. E invece sono costretti a rimanere in Grecia. Senza un lavoro. Si sono spartiti il territorio dello spaccio e della prostituzione. Una dose di eroina, così come qualche minuto in compagnia, costa cinque euro, la stessa cifra che si paga per due souvlaki (spiedini). E quando cala la sera non c’è greco che possa passare indenne da queste vie. La criminalità (al 9 per cento nel 2009) è raddoppiata in due anni. Le strade male illuminate rendono il centro poco papabile per turisti e uomini d’affari. Con il risultato che migliaia di compagnie hanno abbandonato i loro uffici e almeno 18 alberghi intorno a Omonia hanno chiuso. Il cuore di Atene ha smesso di battere con questo esodo.

C'È CHI TIFA PER IL DEFAULT - «Se continuiamo così nemmeno il turismo ci salverà», sottolinea Christos Zafeiropoulos. Le sue speranze sono riposte negli stranieri visto che ha deciso di aprire un ristorante sotto l’ombra del Partenone. «Non pago i dipendenti da due mesi. Ma continuiamo a lavorare tutti i giorni». Per rientrare dai costi dovrebbe fare almeno 40 coperti tra pranzo e cena. Se arriva a dieci è «fortunato». Tiene duro, «per la mia famiglia e per i lavoratori». Certo è che a pensare alle feste, la prima cosa che viene in mente è il 2012. L’annus horribilis. L’anno della svolta. Lui tifa per il default. «Torniamo alla Dracma per non essere più schiavi dei tedeschi». E come lui centinaia di giovani. «Chiunque dica una cosa del genere o è un pazzo o un giocatore d’azzardo». Stathis Anestis, segretario generale del sindacato Gsee, è seduto nel suo ufficio in un palazzo coperto da uova di vernice lanciate durante una manifestazione. Scuote la testa, mentre sfoglia il rapporto sul suo Paese. «Siamo tornati a vivere nelle stesse condizioni del ’65, non siamo mai stati così male». Eppure le avvisaglie c’erano. «Sì, ma non ci abbiamo creduto. Ora bisogna ricominciare a crescere. Perché il paracadute delle famiglie non può durare a lungo». In molti casi non funziona già più. Un gruppo di studenti fuorisede dell’Università di Atene canta nella speranza di strappare un sorriso ai passanti. E, neanche a dirlo, qualche spicciolo. Il cestino è quasi vuoto. E’ il Natale ai tempi della crisi. E’ il Natale 2011 ad Atene.

http://www.corriere.it


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: giovedì 22 dicembre 2011, 6:36 
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Iscritto il: lunedì 28 marzo 2011, 14:49
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Località: sassari
mi sa che a natale manco ci arriviamo perche ci sara' una bella rivoluzione !!!!


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: giovedì 22 dicembre 2011, 22:15 
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Iscritto il: venerdì 13 gennaio 2006, 19:16
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Mamma mia :(


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: venerdì 23 dicembre 2011, 15:18 
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Iscritto il: martedì 17 gennaio 2006, 18:26
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Località: Friuli Venezia Giulia
Ma proprio nessuna ricorda l'austerity ?? :shock: (primi anni '70)
Stop totale alle auto private, illuminazione stradale dimezzate, luminarie spente ......
Ricordo una freddissima domenica con andata in treno (15 km) pomeriggio con morosa e altra coppia in un baretto e l'attesa all'aperto di una corriera che non arrivava mai (sciopero) e che quando finalmente giunse era senza riscaldamento :wink:


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: venerdì 23 dicembre 2011, 17:25 
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Iscritto il: giovedì 15 febbraio 2007, 15:24
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Località: Erba (CO)
Avevo 10 anni !
Che bello le strade del paese deserte da percorrere coi pattini o in bici zigzagando sulla riga bianca centrale! L'immancabile sborone col calesse e cavallino, tante bici.
Per noi ragazzini era una festa. Per i più grandi invece credo deve essere stata una gran rottura di maroni.
Quelo che si prospetta oggi credo sia molto più duro. All'epoca non avevamo tanti 'vizi' come adesso.


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: domenica 25 dicembre 2011, 16:39 
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Iscritto il: venerdì 13 gennaio 2006, 19:16
Messaggi: 5159
Località: Roma
Bè se i sacrifici fossero solo quelli ci metterei la firma.
Ricordo grandi passeggiate la domenica anche con il freddo e la neve , ma tutto sommato belle.
Un po' di attività fisica in più non guasterebbe. Anzi firmerei in via preventiva per una austerity così


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: domenica 25 dicembre 2011, 22:38 
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Iscritto il: domenica 15 luglio 2007, 9:46
Messaggi: 6773
Località: Regione FVG
Spero non si avveri quanto profetizzato da Pannella una quindicina di anni fa.
Marco Pannella ha scritto:
Se non si fanno riforme vere [...] come oggi si parla di ex Jugoslavia si finirà col parlare di ex Italia

Anche se fosse, non sarebbe il bagno di sangue della Jugoslavia, sarebbe più probabilmente un collasso, come per l'URSS; oggi tra l'altro sono vent'anni. Perchè penso così? perchè chi ha la pancia piena non vorrà farsela svuotare da altri e chi ce l'ha vuota vorrà riempirsela senza che altri gli impediscano di farlo. Per fare questo non occorrono violenze.


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: lunedì 26 dicembre 2011, 11:03 
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Nome: Alessio
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Messaggi: 8141
Località: Regno Lombardo-Veneto Königreich Lombardo-Venetien
:wink:


Ultima modifica di centu il giovedì 6 luglio 2017, 6:33, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: lunedì 26 dicembre 2011, 11:43 
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Iscritto il: venerdì 13 gennaio 2006, 19:16
Messaggi: 5159
Località: Roma
Cita:
un mesetto fa, qualcuno disse che in italia c'è un benessere diffuso e che i ristoranti sono tutti pieni.
non capisco quindi cosa ci sia da preoccuparsi

:twisted:
Anche se questo è drammaticamente vero, come se non ci si rendesse conto di essere sull'orlo di un burrone.
Purtroppo c'è anocora della gente che continua a credere alle balle che racconta tramite i suoi TG. Più che TG5 oggi è il TG1 la sua prima fonte di disinformazione e lì le sue balle continuano a far presa su tutti quegli anziani che continuano a vedre solo quello. E son voti purtroppo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: giovedì 29 dicembre 2011, 10:39 
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Iscritto il: domenica 18 aprile 2010, 23:14
Messaggi: 41
Località: Borgomanero (NO)
centu ha scritto:
un mesetto fa, qualcuno disse che in italia c'è un benessere diffuso e che i ristoranti sono tutti pieni.
non capisco quindi cosa ci sia da preoccuparsi


....infatti è tutto occupato per Capodanno, i ristoranti sono prenotati già da tempo...supermercati sono pieni, casse tutte
funzionanti....carrelli stracolmi...benessere diffuso....

No problem!!!


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: venerdì 30 dicembre 2011, 15:28 
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Iscritto il: domenica 3 gennaio 2010, 20:36
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Località: la citta' della 3 t: torri, tortellini e ...
Salve ragazzi,
non sono tanto d' accordo su questa faccenda dei ristoranti sempre pieni o, per meglio dire, su cosa questo significhi realmente.

Fino ad un po' di anni fa' la famiglia italiana "media" pagava il mutuo, andava in ferie, e metteva qualcosa da parte.
Da diversi anni ormai la stessa famiglia italiana "media" paga il mutuo ( con piu' fatica di prima ), va' ancora in ferie ( piu' brevi e risparmiose ) e non mette piu' da parte, anzi erode i propri risparmi per cercare di mantenere il tenore di vita precedente.
Quando la famiglia italiana "media" avra' finito i risparmi, tagliera' su tutto il voluttuario ed i ristoranti diventeranno improvvisamente vuoti.

Carico ulteriormente la dose: negli anni '60 la famiglia italiana "media" vestiva piu' modestamente ed andava al ristorante praticamente mai ( semmai andava in trattoria ogni tanto... ), ma si comprava, oltre alla prima casa, anche la seconda casa per le vacanze.
Sfido ora qualsivoglia famiglia italiana "media" al solo pensare di acquistare una seconda casa per le vacanze.

Che significa questo preambolo ?
Che prima c' era piu' sostanza e meno apparenza. Ora c' e' tanta apparenza e poca sostanza.
Il sistema ha spostato i consumi dal necessario al voluttuario.
Ossia un' appartementino in periferia costa una follia, ma con un' offerta last minute chiunque ( o quasi ... ) puo' permettersi una bella vacanza a Sharm El Sheik.
Un giaccone firmato all' out let costa meno della bolletta dell' elettricita'.
Etc. etc.
Cio' significa che puoi permetterti di andare al ristorante, ma non riesci a comprare una casa decorosa.

Il sistema ti prende tutto cio' che hai per il necessario e se, poco poco, ti avanza qualcosa, ti alletta con beni voluttuari a buon prezzo.
Dopo che, pero', ti ha ben spolpato per tutto cio' di cui non puoi fare a meno.
Il sistema, pero', sta collassando, perche' il denaro per il voluttuario e' sempre meno e comincia ad essere scarso anche per il necessario.
Sta crollando quello che e' il principio di base del capitalismo moderno, ossia che il sistema capitalistico puo' progredire e prosperare solamente se il lavoratore puo' permettersi di acquistare i beni che produce.
In altre parole: come puo' pensare la Fiat di vendere le sue Panda se licenzia a man bassa i suoi operai o li paga uno stipendio da fame ?

Credo che il capitalismo come e' ora non funzioni piu'.
Fino ad ora ci siamo cullati nell' illusione che il capitalismo fosse il miglior sistema economico possibile, semplicemente perche' il comunismo, suo unico ed acerrimo rivale, si era dimostrato un fallimento totale.
Penso che questa convinzione stia vacillando e che prima o poi crollera'.
Prima o poi bisognera' affrontare la cruda realta' delle cose.
Occorrera' cominciare a rispondere a domande che fino ad ora sono sembrate follia.
Ad esempio: perche' l' umanita' possa progredire e' proprio necessario che il PIL cresca all' infinito ? O, se vogliamo, e' realmente possibile che il PIL cresca all' infinito ?
E' moralmente lecito che il CEO di una grande societa' sia retribuito 5-600 volte il piu' umile degli operai di quella societa' ?
Chi ha stabilito che il lavoro di un uomo puo' valere 5-600 volte quello di un altro uomo ?
Chi ha stabilito che pochi uomini al mondo possono decidere se fare crollare l' economia di un paese o di un continente intero ?

E' meglio che concluda, perche', come solito, tendo a farmi trasportare.

Saluti
Stefano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: venerdì 30 dicembre 2011, 17:09 
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Iscritto il: lunedì 4 febbraio 2008, 18:29
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Località: Baruccana
bigboy60 ha scritto:
Carico ulteriormente la dose: negli anni '60 la famiglia italiana "media" vestiva piu' modestamente ed andava al ristorante praticamente mai ( semmai andava in trattoria ogni tanto... ), ma si comprava, oltre alla prima casa, anche la seconda casa per le vacanze.
C'è una cosa che mi ripetono spesso e volentieri i miei genitori (classe '48) riguardo agli anni '60 (ed anche prima): le case allora si compravano CASH! Quasi nessuno ricorreva ai mutui: si risparmiava il necessario e, arrivati alla "meta" con sacrifici e l'aiuto dei familiari, si comprava a casa.
Pobabilmente è anche a questo che si deve l'anomalia tutta italiana della casa di proprietà vista come bene rifugio anche in tempi grami come questi in cui ci sono tutti i presupposti perchè i valori immobiliari comincino a scendere ed anche considerevolmente. Questi erano e sono tutt'ora i presupposti per un'economia SANA.

Detto questo aggiungo un paio di considerazioni a quanto scritto da Stefano:
bigboy60 ha scritto:
Che prima c' era piu' sostanza e meno apparenza. Ora c' e' tanta apparenza e poca sostanza.
Il sistema ha spostato i consumi dal necessario al voluttuario.
Questo secondo me è il succo del discorso e la ragione per cui l'Occidente è in crisi, o meglio: il suo modello di vita in cui appunto l'ostentazione del superfluo prevale sui consumi di beni primari. La crisi però, più che all'ostentazione è dovuta al fatto che questa ricerca di un miglior tenore di vita è stata portata avanti a debito: negli ultimi decenni (diciamo almeno dagli anni '80 ad oggi) chiunque non poteva permettersi un determinato bene all'istante (dalla casa, all'abito firmato, alla vacanza alle Maldive) semplicemente ricorreva al debito. E quando costui aveva "bisogno" di qualcos'altro, via con altro debito, sommando alla fine rate su rate, interessi su interessi, debiti su altri debiti. Tutto questo fino all'inevitabile "credit crunch" che ha certificato l'impossibilità di vivere (a lungo) al di sopra delle proprie possibilità ricorrendo al debito.
E' cominciato tutto in America, paese in cui questo stile di vita opulento è sempre stato più estremizzato, ma alla fine si è arrivati anche qui in Europa, dove magari c'erano meno eccessi da parte dei privati ma dal punto di vista del pubblico i problemi erano ben maggiori. Primo tra tutti un sistema di welfare che (chi più, chi meno) soffriva e soffre tutt'ora della stessa patologia che ho descritto poco sopra: la spesa a debito.

bigboy60 ha scritto:
Credo che il capitalismo come e' ora non funzioni piu'.
Su questa affermazione ho più di un dubbio. L'Occidente è in crisi, è innegabile. Ma basta uscire dai suoi confini storico-politico-geografici per assistere ad una situazione in piena e positiva evoluzione: si va dalla crescita a 2 cifre di Cina, India e Brasile (ora un po' rallentata per via della contrazione dei consumi occidentali), ai primi barlumi di ricerca di democrazia nei paesi arabi, a tanti paesi africani le cui economie stanno crescendo tantissimo nel silenzio più totale dei mass-media. Insomma: siamo noi (occidentali) ad essere in crisi perchè abbiamo preteso troppo dalle nostre capacità di crescita, ricorrendo al debito quando la crescita non bastava. Ma da altre parti del mondo ci sono economie sanissime, praticamente senza debiti e che corrono come se niente fosse. Anche là c'è il capitalismo (a meno di non credere alla storiella della Cina comunista...) e le cose funzionano bene...
Quindi non è una questione di capitalismo malato o altre amenità mediatiche che spesso si sentono in giro: è semplicemente una questione di sostenibilità della crescita. Se se ne abusa arrivano crisi che sono tanto più profonde quanto è stato pesante l'abuso che è stato fatto delle regole del mercato.

bigboy60 ha scritto:
perche' l' umanita' possa progredire e' proprio necessario che il PIL cresca all' infinito ?
Anche qui secondo me bisogna continuare a distinguere tra Occidente (che rasenta la recessione perchè con il debito ha fatto il classico "passo più lungo della gamba") e resto del mondo che invece è sano e vede il suo PIL aumentare. Ed infatti la ricchezza non è sparita: si è semplicemente spostata verso est.

bigboy60 ha scritto:
O, se vogliamo, e' realmente possibile che il PIL cresca all' infinito ?
Su questo punto invece la risposta è più semplice di quanto sembra ed è SI: anche solo per via dell'inflazione il PIL tende sempre a crescere. I casi di recessione mondiale (tipo crisi del '29) sono fortunatamente abbastanza rari e comunque finora sono sempre stati passeggeri. Io vorrei continuare a ricordare che questa NON E' una crisi globale e che il PIL mondiale anche ora STA CRESCENDO.

Poi si va alle "questioni morali" sulle retribuzioni:
bigboy60 ha scritto:
E' moralmente lecito che il CEO di una grande societa' sia retribuito 5-600 volte il piu' umile degli operai di quella societa' ?
Chi ha stabilito che il lavoro di un uomo puo' valere 5-600 volte quello di un altro uomo ?
Chiarisco subito che per me non è assolutamente uno scandalo se un dirigente d'azienda o comunque chi ricopre ruoli di responsabilità, sia remunerato di più (anche molto di più!) rispetto ad un neo-assunto o alla classica ultima ruota del carro. La ricerca della soddisfazione dei propri egoistici bisogni è una delle basi di un qualsiasi sistema economico sano perchè induce competizione. Dato che la soddisfazione di questi bisogni in genere la si ottiene con la moneta, ecco giustificati i maggiori introiti di un dirigente rispetto ad un'impiegato o ad un'operaio. Sistemi che non adottino questa semplice "regoletta" sono storicamente insostenibili e possono essere imposti all'individuo solo con le dittature: l'esempio più eclatante è stato quello dell'URSS, crollata sotto questo egualitarismo forzato che ha letteralmente annientato dalle fondamenta l'intera economia di quello che fu il blocco sovietico.
Detto questo però, si ritorna alla faccenda degli eccessi: è evidente che una differenza di remunerazione di 5-600 volte tra un dirigente ed un operaio sia insostenibile. Non tanto per questioni di giustizia sociale, quanto proprio per questioni di domanda interna: maggiori sono le somme di denaro a disposizione, maggiore è la propensione al risparmio. Ne consegue che tutta o quasi la maggiore remunerazione del dirigente rispetto all'operaio viene destinata al risparmio, mentre l'operaio che guadagna sempre meno e magari è anche tartassato da uno Stato-sanguisuga vede addirittura ridotta la sua capacità di spesa e di consumo di beni anche primari. Ora, visto che il risparmio per definizione non incrementa la domanda interna, se l'operaio viene ridotto addirittura a non avere di che vivere, ecco che la crisi è dietro l'angolo, proprio per carenza di domanda interna. Siamo sempre lì: l'eccesso porta alla crisi. E questo è vero tanto in Occidente dove il ceto medio tende a scomparire, quanto in Oriente dove non si è ancora raggiunta una consapevolezza tale da diffondere i benefici economici ottenuti dalla crescita dei cosiddetti BRICS. In entrambi i casi gli effetti negativi si fanno sentire: in Occidente con la crisi economica, in Oriente con una carenza di domanda interna che rende questi paesi ancora del tutto dipendenti dalle esportazioni verso le economie sviluppate (di fatto dagli USA).

bigboy60 ha scritto:
Chi ha stabilito che pochi uomini al mondo possono decidere se fare crollare l' economia di un paese o di un continente intero ?
Qui invece entriamo nella sfera della politica internazionale: il colpevole della crescita abnorme degli hedge funds e delle merchant banks americane ha un nome ed un cognome e si chiama FED. Il "mandante" neanche a dirlo è la politica a stelle e strisce: anche qui repubblicana o democratica conta poco o nulla visto che il fine ultimo è comunque quello del controllo dell'economia mondiale. Quale miglior modo di farlo se non regalando letteralmente dollari a volontà a questi "bracci armati" attraverso la continua stampa di moneta? Tanto dall'altra parte (l'ho già scritto qualche giorno fa) c'è l'esercito a fare da "garante" per il denaro emesso...

Ciao,
Lorenzo


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: sabato 31 dicembre 2011, 15:17 
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Iscritto il: domenica 3 gennaio 2010, 20:36
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Località: la citta' della 3 t: torri, tortellini e ...
Salve,
come sempre Lorenzo e' estremamente esaustivo.
Inoltre la sua cultura economica e' ben diversa dalla mia, che e' la semplice infarinatura dell' uomo della strada, che si basa su cio' che semplicemente vedo nella vita di tutti i giorni.
Provo a completare il mio pensiero, per renderlo piu' chiaro.

Che il sistema capitalistico nel suo complesso funzioni non significa che sia necessariamente funzionale alle esigenze dei singoli individui.
Se il PIL cresce a dismisura in Cina, non significa che da questo ne abbiano dei vantaggi i lavoratori occidentali, anzi.
Peggio ancora se il PIL crescesse pure in Italia non significherebbe che ne avrebbero dei vantaggi i lavoratori e pensionati italiani. Dipenderebbe da come la crescita di PIL verrebbe redistribuita...

Quello che io sostanzialmente critico del sistema capitalistico attuale e' che e' chiaramente ed evidentemente squilibrato.
Non ho mai neanche lontanamente pensato che tutti gli uomini debbano essere retribuiti nella stessa maniera. Non vedo, pero', perche' alcuni supermanager possano permettersi certe retribuzioni milionarie e poi venga negato ad un operaio un adeguamento di stipendio di poche decine di Euro al mese.
Lasciando perdere la giustizia sociale, concetto che non ha niente a che vedere con l' economia, credo che sia evidente a tutti che l' economia nel suo complesso non puo' reggersi sulle Ferrari che acquistano i super ricchi, ma puo' reggersi solo sulle Panda che acquistano gli operai e sulle Punto che comprano gli impiegati.
Il fatto che il flusso del denaro vada sempre piu' dalle tasche dei molti alle tasche dei pochi non e' funzionale all' economia e alla lunga e' di danno anche ai ricchi.
Se nessuno puo' piu' comprare le Panda, la Fiat chiude e anche Marchionne rimane disoccupato.

In realta' le cose non stanno esattamente così, perche' in un' economia globalizzata ha ben poca importanza se una singola nazione rimane sul lastrico, perche' ci saranno sempre altri paesi piu' ricchi o in via di sviluppo su cui convogliare beni e servizi.

Ed e' qui il punto: noi occidentali soffriamo di una crisi di sistema.
E noi italiani, meno previdenti di altri, ne soffriamo ancora di piu'.
L' economia dell' ultimo decennio si e' basata sulla grande bugia che ci si puo' permettere un tenore di vita superiore alle proprie possibilita' semplicemente indebitandosi.
Da questa menzogna alcuni ne hanno tratto un grande beneficio arricchendosi smodatamente, mentre la maggior parte si sono trovati piu' poveri.
Non so, ora come ora, chi puo' avere ancora il coraggio di comprare un televisore grande schermo a rate...
Ed e' questo il punto: se non si vendono beni l' economia tutta si blocca.
Se qualcuno non compra quel televisore, qualcun altro non lo vendera', qualcuno non lo produrra', qualcuno non lo trasportera'.
E', ne' piu', ne' meno, quello che sta succedendo in Grecia e quello a cui rischiamo di andare incontro noi italiani.

I problemi italiani sono a monte della nostra situazione economica, anzi l' hanno creata.
Li riassumo:
-un sistema politico - economico familistico - corporativo, in cui si fa' carriera solo se si e' figli di, amici di, compagni di partito di, parenti di; conseguenza: l' Italia sia in termini politici che economici non e' governata dai migliori, ma dai peggiori; neanche dai mediocri, ma dai peggiori; perche' solo i peggiori possono garantire la massima fedelta' a chi li ha messi nella loro posizione, di cui non hanno alcun merito e che non potrebbero permettersi, con le loro forze, di ottenere.
-l' assoluta incapacita' di capire che il bene della collettivita' conicide col bene del singolo, che il privilegio del singolo e' alla lunga un danno anche per chi ne gode; tedeschi e scandinavi ben lo sanno ed e' per questo che ci giudicano un paese di serie b.

L' ingessamento del sistema paese nel suo complesso dipende da quanto sopra: tutti sono arroccati nella difesa dei propri grandi o piccoli privilegi, l' uno in contrasto con l' altro, che non consentono di potere cambiare nulla. Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato...

Su uno degli ultimi numeri dell' Espresso c' era un bell' editoriale di Zingales, a mio avviso scrittore dalla penna acuminata.
In sostanza in quell' editoriale Zingales diceva che noi italiani siamo abituati a pensare cha la casta sia arroccata nei palazzi del potere.
Invece la casta e' nella piazza di qualsiasi paese italiano.
Perche' in piazza c' e' la farmacia e il farmacista e' figlio di farmacista e gode del monopolio della vendita dei medicinali.
In piazza c' e' lo studio del notaio e quello dell' avvocato, entrambi filgi di notaio e di avvocato, entrambi protetti dalle tariffe minime imposte dai propri ordini professionali.
In piazza c' e' anche la banca, che assume spesso e volentieri con criteri clientelari, che non si preoccupa minimante di ottimizzare i costi e i propri investimenti, perche' tanto i propri costi li pagano i clienti, perche' tanto gli investimenti sbagliati li ripianano i clienti.
In piazza c' e' il posteggio dei taxi...

Che voleva dire Zingales ? Molto semplicemente che la casta siamo noi.
Ognuno di noi difende il proprio piccolo privilegio.
E per farlo ognuno di noi rinuncia ad altri mille vantaggi che sono appannaggio di altri.

Saluti
Stefano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: sabato 31 dicembre 2011, 16:57 
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bigboy60 ha scritto:
Se il PIL cresce a dismisura in Cina, non significa che da questo ne abbiano dei vantaggi i lavoratori occidentali, anzi.
Questo è il "succo" del capitalismo. :)
E' un sistema a concorrenza: chi lavora meglio e produce quello di cui "il mercato" (che siamo anche noi quando andiamo a fare la spesa, quanti prodotti cinesi abbiamo in casa?) richiede, si prende la parte più grossa della fetta. Per lungo tempo siamo stati noi europei a guidare le danze, poi la palla è passata agli americani che da quasi un secolo guidano il mondo, ora se si continua con questo andazzo, passerà al sud-est asiatico e così via... E' una ruota che gira.
E' per questo che ritengo assolutamente inutile (e per me sbagliato) lamentarsi di un capitalismo che non funziona quando i fatti dimostrano che i suoi meccanismi girano e sono perfettamente oliati anche adesso.
Si tratta semplicemente di rimboccarsi le maniche, scendere dal piedistallo e ricominciare a lavorare ripartendo dal fatto che lo stipendio e tutto ciò che ne consegue (il benessere) va meritato e non è invece una specie di "diritto divino" come in molti ancora si ostinano a credere. Il mercato, soprattutto ora che è "globale" non funziona così... funzionava così in URSS e si è visto che fine ha fatto quella visione dell'economia, schiacciata dalla totale assenza di concorrenza e di vitalità del mercato.

Detto questo il capitalismo non è certo esente da pecche, prima tra tutte la tendenza alla "concentrazione" ed all'abuso delle posizioni dominanti sul mercato.
E' per questo che anche nelle visioni più liberali la presenza di uno Stato che svolga la funzione di guardiano contro queste concentrazioni è comunque ben vista, se non addirittura auspicata.
La concentrazione di capitali, di potere e l'abuso delle posizioni dominanti sono un male per il capitalismo perchè limitano la concorrenza e tendono a premiare non "il migliore" ma il "meglio posizionato", generando così inefficienze che sommate le une sulle altre portano a situazioni come quella attuale in cui il sistema cinese è di gran lunga più efficiente ad esempio rispetto a quello italiano e di conseguenza sottrae ricchezza proprio al nostro sistema.

Non posso che condividere con quanto scritto da Zingales e riportato da Stefano:
bigboy60 ha scritto:
la casta siamo noi
Prima ce ne rendiamo conto (TUTTI!), prima si riuscirà ad uscire dalla crisi. Anche perchè il discorso della "casta" è sicuramente valido per i politici, così come per le "professioni" tramandate di padre in figlio ma è un discorso validissimo (e purtroppo tutt'ora sponsorizzato dallo Stato, contrariamente a come dovrebbe essere in un'economia sana) anche per i monopoli (o ex-monopoli) per i quali si fa di tutto pur di mantenere le varie posizioni dominanti (ed infatti bollette, tariffe e qualità del servizio ne risentono!) ma anche per gli insospettabili lavoratori, dato che come stranoto ci sono gli iperprotetti che non arretrano di un millimetro nelle loro posizioni "di principio" e con questo atteggiamento contribuiscono a favorire una situazione per cui c'è gente che non sa se il contratto gli verrà rinnovato dalla sera alla mattina. Tutto questo sistema va cambiato: sono le tanto famigerate "riforme" che ormai da ogni parte del mondo ci chiedono. Prima le facciamo, prima ne usciamo con le nostre gambe.
Altrimenti, come è sempre accaduto e come sempre accadrà, i capitali ci mettono pochissimo a spostarsi dove la competitività è maggiore: sta succedendo anche adesso...

Ciao,
Lorenzo


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: domenica 1 gennaio 2012, 11:54 
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Località: la citta' della 3 t: torri, tortellini e ...
Alla fine, come ben potevo immaginare, non e' che io e Lorenzo la pensiamo in una maniera poi tanto diversa.
Il capitalismo puo' anche funzionare come sistema economico, almeno fino a che non saremo in grado di inventarci qualcosa di meglio.
Va', pero', regolamentato.
In caso contrario diventa semplice sopraffazione del forte sul debole.
Il problema attuale e' che la globalizzazione fa' sì che la possibilita' di controllo dei Governi sui centri del potere economico mondiale puo' essere poca o nulla.
Occorrerebbe un grande tavolo di trattativa internazionale per stabilire o rivedere regole che valgano per tutti.
La vedo, pero', difficile ...
Basta vederlo nella nostra piccola Europa: ognuno tira l' acqua la proprio mulino.
Figurarsi a livello mondiale...

Tornando al nostro paese, occorrerebbe un grande sforzo comune di tutte le parti sociali per rivedere le " nostre " regole, che così come sono non vanno affatto bene.
Non riesco, pero', a capacitarmi di come potrebbe la nostra attuale classe dirigente, responsabile dello sfascio, diventare di punto in bianco la salvatrice del paese.
Occorrerebbe un cambio di uomini ai vertici. Uomini nuovi, non necessariamente piu' giovani, ma con idee diverse.
E anche qui la vedo dura...

Forse il Governo Monti riuscira' ad introdurre le riforme che occorrono al nostro paese, ma, dopo che si sara' fatto da parte, occorrera' alla coalizione che vincera' le prossime elezioni, portarle avanti.
E chi vincera' le prossime lezioni non sara' un nuovo partito composto da uomini nuovi. Sara' un Bersani o un Berlusconi ( o un Alfano ... ), che con le solite alchimie politiche avra' ricucito la frattura coi vecchi alleati, IDV per Bersani e Lega per il PDL.
Il vecchio tornera' a governare sul nuovo.
Mi sembra una contraddizione in termini.

Io ho ancora fiducia che Monti & C. riusciranno ad imprimere cambiamenti al paese, a tracciare i solchi su cui si puo' rifondare un paese nuovo.
Quello che mi preoccupa e' il " dopo ".
Fare e' difficile, ma per distruggere ci vuole poco ...

Saluti
Stefano.


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