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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: domenica 1 gennaio 2012, 19:07 
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bigboy60 ha scritto:
Il capitalismo puo' anche funzionare come sistema economico, almeno fino a che non saremo in grado di inventarci qualcosa di meglio.
Io sono arciconvinto che non si riuscirà MAI a trovare qualcosa di meglio del capitalismo. La ricerca della famosa "terza via" per me non è nient'altro che una inutile CHIMERA!
Negare l'economia di mercato significa negare a chiunque la possibilità di decidere come vivere la propria vita: semplicemente significa negare la libertà dell'individuo.
Individuo che grazie all'economia di mercato, anche in assenza di cospiqui mezzi finanziari, solo con le sue capacità (ed un'idea "vincente") è in grado di emergere e soddisfare i suoi bisogni.
Gli esempi di persone che "si sono fatte da sole" grazie a questo sistema si sprecano, anche negli ultimi tempi. Quelli recenti più importanti forse sono due personaggi che partendo dal garage della loro casa hanno creato dei veri e propri imperi: mi riferisco ovviamente a Bill Gates e Steve Jobs. Ci sono altri esempi recentissimi come Zuckenberg, il fondatore di Facebook. Così come ci sono tantissimi altri personaggi dello stesso calibro e tantissimi sconosciuti che comunque grazie a questo sistema sono riusciti a raggiungere nel loro piccolo le loro aspirazioni e le loro soddisfazioni personali: il succo è che questo sistema è L'UNICO che si è dimostrato in grado di far emergere l'eccellenza delle buone idee, anche nel 1400 con Leonardo da Vinci!
Guardacaso la gran parte di questi personaggi ultimamente proviene dall'America: la "patria" del capitalismo moderno.
In Italia gli esempi sono decisamente meno numerosi e decisamente più datati nel tempo, non solo per banali questioni di dimensioni del nostro paese, quanto proprio per veri e propri blocchi alla libertà d'impresa ed alla concorrenza che nel tempo si sono sommati gli uni sugli altri.

Il sistema NON VA CAMBIATO, bisogna semplicemente ri-imparare ad usarlo correttamente.
Certo, bisogna darsi delle regole nuove, adatte alla velocità dei tempi moderni, regole internazionali: una specie di nuova Bretton Woods.
Ma tutto questo tenendo ben presente che l'unica cosa che è in grado di far sviluppare questo mondo senza ricorrere a dittature e privazioni è proprio IL MERCATO!

Ciao,
Lorenzo


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: domenica 1 gennaio 2012, 19:17 
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C' e' anche il vecchio sistema del baratto.
Se continua così prima o poi ci torniamo.
Alla facciaccia dell' IVA e delle tasse.
Qualcuno disse: non so come si combattera' la Terza Guerra Mondiale, ma so come si combattera' la Quarta: coi sassi e con le clave.
Ora siamo alla Terza Guerra Mondiale economica: come ne usciremo, con Wall Street o col baratto ?
Stefano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: domenica 1 gennaio 2012, 20:26 
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bigboy60 ha scritto:
C' e' anche il vecchio sistema del baratto.
Anche quello in fondo era mercato. :wink:
A pensarci bene, da allora l'unica cosa "importante" che è stata introdotta negli scambi è la moneta: prima a parità aurea, oggi fiat (che non ha nulla a che fare con l'omonima l'industria automobilistica).
Alcune correnti di economisti danno la colpa delle inefficienze del capitalismo moderno proprio alla moneta "a corso forzoso".
Anch'io nel mio piccolo penso che il sistema monetario post-Nixon abbia molto a che fare con il continuo susseguirsi di bolle speculative sempre più ampie, proprio per via della straordinaria quantità di moneta che si può creare dal nulla con un semplice click.

Altra cosa di cui sono convinto è che i vari QE in atto in giro per il mondo (USA e GB su tutti), se da un lato stanno puntellando il sistema finanziario nel breve termine, nel medio-lungo termine tutta la moneta in corso di emissione non farà altro che costruire le basi per una bolla ancora più ampia di quella che è esplosa nel 2008. Quindi, anche se la BCE qui da noi cominciasse a "stampare" sul serio, adeguandosi alle economie anglosassoni, alla fine non farebbe altro che spostare un po' in avanti il problema, aggravandolo però in prospettiva. E' per questo quindi che indipendentemente dalla stampa o meno di nuovi Euro a supporto del nostro debito pubblico, noi siamo comunque costretti a fare riforme per cercare di rientrare almeno in parte di questo debito, rendendolo sostenibile dalla nostra economia.

Le "nuove regole" quindi, secondo me dovrebbero proprio riguardare chi può stampare, quanto può farlo e per quanto tempo.
La difficoltà sta nel fatto che difficilmente gli Stati rinunceranno a questo diritto che garantisce loro la possibilità di intervenire sul mercato da una posizione di estremo vantaggio, anche se poi i fatti dimostrano che spesso e volentieri questo diritto viene utilizzato a sproposito ed in modo estremamente inefficiente, come si è visto nelle politiche economiche italiane per tutto il corso degli anni '70-'80, periodo in cui si è creato quel buco nero che ci sta trascinando nel baratro.

Come si può vedere comunque, si tratta sì di discutere nuove regole, ma la base resta sempre e comunque il mercato.

Ciao,
Lorenzo


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: domenica 1 gennaio 2012, 21:25 
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Le regole che io non capisco ( e che, ostinatamente, non voglio capire ) e' che l' economia reale ( in cui vivo ) non ha niente a che vedere con la finanza dei Puffi ( che non vivo e che non capisco e che non voglio capire ).
Perche' diavolo il mondo deve essere schiavo di un qualcosa che nessuno capisce ?
Perche' il vecchio, antico concetto del " io do a te una pera, tu in cambio mi dai una mela " non funziona piu' ?
Il capitalismo si e' basato e fondato su quello: " quanto vale una pera, quanto vale una mela ? fai scambio ? "
Ora si scambia una mela che non c' e' contro un future, o un edge found o con che cavolo ne so...
L' economia reale e' fatta di pere e di mele, che io debbo dare a te, che tu devi dare a me.
Di mele che io produco e di pere che tu produci.
Non di favole di carta.
O l' economia di carta s' e' fottuta il mondo ?
Stefano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: lunedì 2 gennaio 2012, 0:24 
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La sovrastruttura finanziaria (tutto quello che hai appena descritto) è un male anche per il capitalismo.
Tanto è vero che le stesse banche (le prime ad usufruire di tutto questo) soffrono di enormi difficoltà: hanno in pancia crediti che non si sa più se sono esigibili o meno ed a quale valore e trovano enormi difficoltà nell'ottenere loro stesse credito, per le stesse ragioni di cui sopra.
Tutta questa struttura è stata creata dalle banche e sponsorizzata in ogni modo dagli stati perchè è stato un modo facilissimo per creare dal nulla beni e servizi (tra i quali il welfare) che altrimenti non sarebbero stati possibili.
Affermazioni del tipo "l' economia reale ( in cui vivo ) non ha niente a che vedere con la finanza dei Puffi" quindi non sono del tutto corrispondenti a verità: vero che ci sono i futures sul grano, sul tabacco, sui maiali, sull'oro, ecc... però senza tutta questa "economia di carta", anche cose che adesso diamo per scontate come ad esempio le pensioni (che poi non sono altro che contratti assicurativi, quindi FINANZA!), non sarebbero state più sostenibili da un bel pezzo visto il costante invecchiamento della popolazione nelle economie più sviluppate.
La scelta di abolire la parità aurea del Dollaro (a cui si sono rapidamente adeguate tutte le altre economie mondiali) ha una giustificazione nel tentativo di mantenere un certo livello di benessere, indipendentemente dai VALORI REALI delle singole economie nazionali.
Il rovescio della medaglia è però la crisi da debito che stiamo vivendo in questi anni: si è stampata talmente tanta moneta da rendere la finanza ormai quasi del tutto indipendente dal valore reale dei beni e dei servizi, tanto da non sapere più esattamente quanto vale realmente un determinato bene o un determinato servizio.
E' proprio questo l'oggetto di discussione degli attuali economisti: si cerca un modo per rendere tutta questa sovrastuttura più sostenibile e più attinente alla realtà (io spero per ABBATTERLA anche se ci credo poco...) senza però far cadere il mondo intero in una recessione che sarebbe di gran lunga più profonda di quella che ha avuto il via nel '29 e che si è protratta fino al '45 del secolo scorso (si tornerebbe davvero al baratto!).

Ciao,
Lorenzo


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: lunedì 2 gennaio 2012, 11:13 
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Località: la citta' della 3 t: torri, tortellini e ...
Se ho ben capito l' economia reale e quella finanziaria si sono scollate.
L' una non rispecchia piu' l' altra.
E dire che l' economia finanziaria e' nata come strumento per sostenere e diffondere l' economia reale, non per sostituirla
Un certificato azionario della GM non e' altro che l' atto di proprieta' di una piccola parte della GM. Se la GM prospera e fa' utili, aumenta il valore della GM e, di conseguenza, aumenta il valore del certificato azionario.

Lorenzo dice in sostanza che non possiamo piu' fare a meno della struttura finanziaria che abbiamo creato, perche', in caso contrario, l' economia nel suo complesso crollerebbe.
Sicuramente e' verissimo.
Dovremmo, pero', cercare di sfrondare l' economia finanziaria da tutto cio' che e' di utile a pochi e di danno a molti.
In altre parole, quando non ci sono regole o le regole sono a maglie troppo larghe, c' e' sempre qualcuno con meno scrupoli di altri che ne approfitta.
Io credo che gli uomini di Wall Street sapessero perfettamente cosa facevano quando "spacciavano" titoli tossici. Sapevano che stavano giocando col fuoco. Non importava loro, pero', perche' la loro coscienza era tacitata da guadagni milionari.
E i loro clienti non erano da meno.
I clienti di Madoff non si chiedevano da dove venissero i guadagni iperbolici dei loro investimenti. Hanno cominciato a chiederselo solo quando non sono arrivati piu'...

Il desiderio dell' uomo di migliorare la propria condizione e' legittimo, anzi l' evoluzione e lo sviluppo dell' uomo si sono basati proprio su questo.
Desideravamo cibo migliore ed abbiamo inventato il fuoco per cuocerlo.
Alcuni uomini, pero', non si accontentano di cio' che riescono a procurarsi legittimamente, ma sono disposti a portarlo via al proprio simile, pur di averlo.
E' proprio cio' che ha fatto la finanza: ha trasferito la ricchezza vera dalle tasche dei molti che l' hanno prodotta alle tasche dei pochi che sapevano come fare.
Anzi, per l' appunto, come dice Lorenzo, quei pochi hanno creato ricchezza fasulla, che non corrispondeva al reale.
Questo perche' le regole lo consentivano.
O siamo stati tutti così stupidi da non capire che dietro ad un pezzo di carta ci deve essere il controvalore di una gallina o di un campo o di una casa ?

Saluti
Stefano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: lunedì 2 gennaio 2012, 12:44 
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bigboy60 ha scritto:
E dire che l' economia finanziaria e' nata come strumento per sostenere e diffondere l' economia reale, non per sostituirla
Frase giustissima a cui aggiungerei questo:
"l' economia finanziaria e' nata come strumento per sostenere, diffondere E CONTROLLARE l' economia reale"
Proprio la ricerca di una maggiore capacità di controllo ed indirizzo dell'economia da parte degli stati è la ragione per cui in questi decenni si è fatto un così massiccio ricorso alla politica monetaria: controllare la moneta ed avere la possibilità di stamparla ogni qual volta se ne sente il "bisogno" è uno dei più potenti mezzi di controllo dei mercati mai creato dall'uomo.
Non vorrei sembrare troppo leggero nei confronti di una finanza che ha comunque mantenuto un ruolo più che attivo nella "preparazione" di questa crisi, però tutto sommato la finanza non ha fatto altro che approfittare di tutto questo denaro praticamente gratis per fare quello che ha sempre fatto: farlo girare, moltiplicandolo!
L'unica controindicazione è quella che purtroppo stiamo vivendo in questi tempi: tutta questa moneta ha trasformato l'intero mercato mondiale in una specie di "tossicodipendente da debito".
Fino a pochi anni fa c'era chi diceva che "tutto questo debito lo stiamo caricando sulle spalle dei nostri figli", affermazione che sembrava la solita frase fatta per cercare di riportare sulla terra un sistema di finanza PUBBLICA ormai decisamente fuori controllo lato spese. Ecco: ora è arrivato il momento di far fronte a questi debiti.
La mia generazione (quella dei trentenni) sarà probabilmente la seconda per età ad essere colpita dagli effetti di questa crisi, la prima è quella dei quarantenni che hanno già perso o perderanno il lavoro e faticheranno moltissimo a trovarne un altro, a meno di non ridurre pretese economiche e di "responsabilità". I cinquantenni bene o male se la sono "cavata" con il solo aumento dell'età pensionabile. I ventenni invece soffrono questa precarietà ormai da qualche anno e dubito che la loro situazione migliorerà sensibilmente anche in presenza di una riforma del lavoro, se dal lato della finanza pubblica comunque non si riescono a dare garanzie sulla sostenibilità della spesa.
Insomma, la scintilla che ha scatenato tutto questo casino si è prodotta all'interno del sistema creditizio, ma il vero elemento fondante di questa crisi è invece praticamente TUTTO pubblico: tant'è vero che ad essere maggiormente sotto pressione sono proprio i titoli di debito PUBBLICO.

Ciao,
Lorenzo


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: lunedì 2 gennaio 2012, 13:43 
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EritreoCazzulati ha scritto:
bigboy60 ha scritto:
E dire che l' economia finanziaria e' nata come strumento per sostenere e diffondere l' economia reale, non per sostituirla
Frase giustissima a cui aggiungerei questo:
"l' economia finanziaria e' nata come strumento per sostenere, diffondere E CONTROLLARE l' economia reale"


Non dovrebbe funzionare al contrario ?
Il certificato azionario della GM ha un valore fintantoche' ha un valore la GM, aumenta o cala di valore se aumenta o cala di valore la GM.
Quindi e' la GM, intesa come azienda fatta di beni materiali ed immateriali, di persone che lavorano, che ha un valore, reale e tangibile, che si riflette nel valore del certificato azionario.

Credo che tutta questa bufera finanziaria sia nata dal dare valore al certificato azionario in se' e per se', indipendentemente da cio' che c' e' dietro.
L' abilita' in mala fede dei finanzieri " creativi " e' stato il farci credere che il denaro possa proliferare spontaneamente, senza che sia garantito da un qualche cosa di reale.

Michael Moore in uno dei suoi bellissimi e tragici film documentario intervisto' un giovane broker di Wall Street e gli chiese cosa fossero i derivati.
La risposta del broker fu che sono delle derivate seconde.
Gli esami di analisi matematica uno e due li ho sostenuti circa 30 anni fa' e la memoria e' senz' altro obnubilata dalle nebbie del tempo.
Ricordo pero' cosa e' una funzione matematica e che la funzione derivata prima fornisce l' andamento della funzione; la funzione derivata seconda descrive l' andamento della funzione derivata prima. E così via.

Sicuramente un prodotto finanziario che puo' essere ricondotto solamente ad una funzione matematica incomprensibile ai piu' qualcosa che non va' ce lo deve avere ...
E quel qualcosa sta nel fatto che i guadagni stratosferici di qualcuno sono diventati debiti insostenibili per altri.

Se i guru della finanza creativa sono stati bravi nell' infinocchiarci, noi, d' altro canto, ci siamo fatti infinocchiare ben volentieri ...
Abbiamo pensato che si potesse andare in Paradiso in carrozza e non, come da sempre, ginocchioni sulla ghiaia.
Eravamo ben contenti di potere andare in pensione a poco piu' di 50 anni e con l' 85% dell' ultimo stipendio, ma non ci chiedevamo da dove venissero i soldi della nostra pensione.
Eravamo ben contenti di avere un posto di lavoro totalmente inutile che ci permetteva di avere lo stipendio per vivere tutti i fine mese.

Ora la risposta alla domanda che non volevamo fare prima ce l' abbiamo: il pagamento dei debiti non si puo' procrastinare all' infinito; non si puo' vivere sulle spalle delle generazioni a venire.
Questo e' quanto abbiamo fatto.
Complici di questo tragico stato di cose siamo stato noi stessi e la classe dirigente che abbiamo scelto.
Ognuno ha le sue colpe.
Gli industriali ed i banchieri facendoci credere che l' ultimo modello di televisore e' alla portata di tutti, basta pagarlo a rate.
I sindacati che sono irremovibili nella difesa dei diritti di chi gia' lavora, ma non sono in grado di proporre alcunche' per chi non lavora o lavora precariamente.
I politici che non hanno visto o, peggio, hanno finto di non vedere, che l' andazzo non poteva andare avanti all' infinito.

Che, pero', il sistema nel suo complesso non potesse andare avanti così era sotto gli occhi di tutti.
Bastava saper guardare.
Che senso ha pretendere che un lavoratore vada in pensione il piu' tardi possibile quando il mondo del lavoro tende ad espellerlo, perche' e' giudicato " vecchio " o, peggio ancora, perche' un giovane " costa " molto meno ?
Che senso ha chiedere che i giovani abbiano un posto di lavoro se i vecchi non si fanno da parte ?
Che senso ha chiedere ai giovani di farsi una famiglia e di fare figli se la societa' propone loro stipendi da 1.000 € al mese e mutui a 30 anni sulla casa da 1.000 € al mese ?
Che senso ha chiedere alle donne di lavorare, sia per affermarsi come persone, sia per contribuire all' economia famigliare e della societa', se poi la societa' non fornisce asili nido per tutti ed a basso costo ed assistenza agli anziani per tutti ed a basso costo ?

Il nostro sistema nel suo complesso si e' cortocircuitato, chiede cose che sono inconciliabili l' una con l' altra.
Il problema non e' solo economico, finanziario o politico.
E' che il mondo di ora non e' piu' quello per cui sono stati creati certi modelli.

Si andava in pensione presto perche' la vita era piu' breve.
Si percepiva una pensione che era sostanzialmente svincolata dai contributi che si erano versati, perche' ogni pensionato era "sostenuto" da quattro lavoratori.
Ora si chiede di andare in pensione piu' tardi, ma il mondo del lavoro non fa' nulla per aiutare ed incentivare a rimanere attivi sul lavoro.
Che incentivo puo' avere a lavorare fino a 70 anni un uomo che asfalta le strade ? A fare quel mestiere, probabilmente, non ci si arriva manco vivi a 70 anni...
Il mondo del lavoro ora come ora non fa' distinguo di eta'.
Invece deve cominciare a farla.
Non si puo' pensare a 65 anni di essere in grado di fare lo stesso lavoro che si faceva a 20 anni.
Dobbiamo cominciare a pensare che il lavoro e' un lungo percorso di vita e che, come tutte le cose della vita, evolve e cambia.
E' pronta la societa' a questo grande cambiamento ?
Siamo pronti noi a cambiare ?

Ognuno di noi deve cominciare ad entrare nell' ottica che cio' che e' bene per la societa' e' bene per l' individuo.
Cio' che nuoce alla societa' nuoce all' individuo.
Tutti dobbiamo imparare a rinunciare ad un qualcosa perche' tutti ne abbiamo un beneficio.

Questa e' la grande domanda a cui dobbiamo trovare risposta: cosa siamo disposti a dare singolarmente per consentire a tutta la societa' di progredire ?

Saluti
Stefano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: lunedì 2 gennaio 2012, 14:19 
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Iscritto il: venerdì 13 gennaio 2006, 19:16
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Cita:
Questa e' la grande domanda a cui dobbiamo trovare risposta: cosa siamo disposti a dare singolarmente per consentire a tutta la societa' di progredire ?

Un mazzo di fiori? :lol: :lol: :lol:
Scusa Stefano ma mi è venuta spontanea la risposta di quella pubblicità di un po' di tempo fa a stemperare tutta la serietà, giusta e condivisibile del tuo intervento.
Tornando seri, non so a cosa sarei pronto a rinunciare, però intanto mi ci metto con l'idea che il mio tenore di vita si dovrà per forza di cose ridimensionare e tutto sommato penso anche un po' che questo alla lunga potrebbe essere un bene per me e per il resto della società.
Vi faccio un esempio di questo Natale che mi ha fatto pensare. Ho portato, grazie alla tredicesima, la macchina a fare una serie di lavori di cui aveva bisogno e che procrastinavo da un po'. Sono rimasto sorpreso quando il meccanico, una volta pagato (tra l'altro meno di quanto temevo), mi ha regalato un pandoro. Poi sono andato dal benzinaio, ho messo benzina e mi ha detto: se passi sabato c'è una bottiglia per te. Sono piccole cose ma mi hanno stupito ed ho pensato: "stai a vedere che con la crisi si riscopre un po' di solidarietà e del senso di cosa è il Natale?"
Magari torneremo a scambiarci piccole cose che una volta erano la consuetudine, come una bottiglia di vino ed erano considerate importanti e sapremo apprezzarle di più. Siamo così pieni di tante cose superflue che forse un dimagrimento in tal senso potrebbe anche essere positivo.
Le cose su cui non si dovrebbe accettare un ridimensionamento sono alcune come la salute ad esempio ed una istruzione di base per tutti. I pochi soldi che lo Stato ha per quelli dovrebbero essere garantiti. Del resto, a cominciare dai nostri amati trenini, in fondo possiamo anche fare a meno.


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: lunedì 2 gennaio 2012, 15:53 
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bigboy60 ha scritto:
EritreoCazzulati ha scritto:
"l' economia finanziaria e' nata come strumento per sostenere, diffondere E CONTROLLARE l' economia reale"


Non dovrebbe funzionare al contrario ?
E invece stranamente è proprio come ho scritto.
Lo Stato, arrogandosi il diritto di stampare moneta in pratica si prende anche il diritto di "decidere" il valore dei beni reali.

Ad esempio con 100 euro ti compri 66 mele (ipotizziamo 1,5€/Kg, il prezzo del mio fruttivendolo).
Se da un giorno all'altro lo Stato decide di stampare nuova moneta aumentando (è un assurdo, ma serve da esempio) la quantità circolante del 10%, magicamente dopo poco tempo il prezzo di quelle 66 mele si adeguerà a 110 euro. Le 66 mele saranno sempre quelle ed il loro valore "reale" rimane invariato. Serve però più moneta per acquistarle perchè la moneta appunto "costa meno".
Lo stesso discorso vale per il certificato azionario della GM e per qualsiasi altro bene o servizio.

Con questo meccanismo che è banalmente l'INFLAZIONE, lo Stato che stampa moneta "succhia" valore ai beni ed ai servizi per poi spendere questa nuova moneta "virtuale" all'interno dell'economia reale ad esempio impostando politiche di welfare.
Le banche centrali sono gli enti addetti alla stampa "fisica" delle nuove monete, le altre banche invece tramite un'attività ormai consolidata da secoli moltiplicano gli effetti della stampa (si chiama proprio "moltiplicatore bancario") e rendono ancora più facile ottenere sull'economia reale gli effetti che lo Stato si era prefissato con l'avvio dell'attività di stampa.
E' per questo che dico che alla fine dei conti c'è poco da dare contro alla finanza quando l'input iniziale è proprio dato dagli stati, ANCHE ADESSO!.

Questo meccanismo potrebbe funzionare benissimo nell'ipotesi (assurda!) in cui l'efficienza della spesa pubblica statale sia del 100% o superiore, ovvero ogni centesimo di euro di spesa pubblica si trasforma in uno o più centesimi di euro di crescita. Questo è uno degli assunti della teoria economica di Keynes.
Gli esempi di applicazione di questa teoria economica, che è tutt'ora tra quelle prevalenti tra gli economisti mondiali, si sprecano in ogni angolo del mondo, anche tra gli iper-"liberisti" americani.
Qui in Europa questo tipo di politica economica (utilizzata in realtà malissimo, rispetto ai dettami dello stesso Keynes) è da decenni quella di gran lunga prevalente.
I suoi effetti si sono rivelati OTTIMI nei paesi in cui si è riusciti a mantenere l'efficienza della spesa pubblica su livelli accettabili: gli esempi migliori sono probabilmente Svezia e Norvegia.
Nella stragrande maggioranza dei casi però, soprattutto tra i paesi mediterranei, questo "trucchetto" è stato utilizzato quasi esclusivamente per produrre benefici corporativi di ogni tipo. Questo non si è naturalmente tradotto in crescita mentre il debito ha continuato ad accumularsi per decenni, da qui la crisi dei nostri debiti pubblici ed il nomignolo che ci hanno affibiato: PIIGS!

Mi viene un po' da ridere ma Michael Moore con la sua inchiesta sui derivati ha banalmente scoperto l'acqua calda.
I derivati sono strumenti finanziari che assumono valore sulla base di funzioni, spesso molto complicate, applicate ad un "sottostante" che può essere un bene reale oppure un altro derivato (abbiamo quindi derivate seconde, terze, quarte... in teoria non c'è limite alla fantasia di questi strumenti).
Il fatto è che questi derivati alla fine non sono altro che delle specie di "contratti di assicurazione" relativi a beni o servizi reali acquistati.
Utilizzati in questo modo, questi strumenti finanziari svolgono un ruolo FONDAMENTALE per il corretto funzionamento del mercato.
Si pensi ad esempio ai banalissimi contratti di assicurazione per il trasporto di un bene da un produttore ad un'utilizzatore finale: sono contratti normalissimi ed UTILISSIMI per il funzionamento delle compravendite di beni.
Ecco: i derivati servono ad assicurare nel tempo una certa stabilità del valore di un determinato bene posseduto da un investitore e sono quindi essi stessi utilissimi, direi addirittura FONDAMENTALI quando si ha a che fare ad esempio nel caso che ho descritto all'inizio con entità (gli Stati) che da un giorno all'altro possono decidere arbitrariamente di aumentare o diminuire il valore di un bene.
Certo, maggiore è la distanza dell'economia finanziaria da quella reale, maggior "potenza di fuoco" devono necessariamente avere questi derivati. Ed ecco che le funzioni si complicano sempre di più fino a raggiungere un grado di astrazione tale da renderli praticamente incomprensibili. A questo punto però l'economia finanziaria si allontana ancora di più da quella reale, rendendo necessaria un'ulteriore complicazione di queste formule o l'emissione di altri derivati: insomma, è il classico cane che si morde la coda!

Quello che ha causato la crisi del 2008 però non è tanto la complessità delle formule, quanto l'utilizzo dei contratti derivati INDIPENDENTEMENTE dal possesso del sottostante a cui questi contratti fanno riferimento. Questo mercato è ormai diventato talmente grande da far si che ora sono i derivati che stabiliscono il prezzo dei beni reali e non più viceversa. Come si può interrompere questo circuito? Regole? Quali? Vietare l'emissione e la negoziazione di strumenti che sono praticamente l'unica difesa valida dalle oscillazioni dei prezzi? Le stesse oscillazioni magari causate proprio dagli interventi di politica monetaria degli stati? Mi sembra una cosa decisamente irrealizzabile.

La malafede di alcuni operatori finanziari si è dimostrata chiara e lampante ma questi strumenti non sono nient'altro che gli ennesimi effetti collaterali di un mercato che emette titoli "a protezione" dalle anomalie provocate dall'intervento pubblico. I primi "guru della finanza creativa" a cui imputare le colpe quindi sono proprio coloro che hanno abusato della stampa di moneta, non destinando le maggiori risorse virtuali ottenute alla crescita reale dell'economia. Bastava questo per mantenere allineate l'economia finanziaria e quella reale e Svezia e Norvegia sono proprio lì a dimostrarlo.

bigboy60 ha scritto:
Ognuno di noi deve cominciare ad entrare nell' ottica che cio' che e' bene per la societa' e' bene per l' individuo.
Questa affermazione mi fa un po' tanto vecchia URSS e a dire la verità mi inquieta abbastanza...

bigboy60 ha scritto:
Cio' che nuoce alla societa' nuoce all' individuo.
Su questo invece sono d'accordo, ma secondo me NON VALE assolutamente l'implicazione con la frase precedente nè con questa successiva:

bigboy60 ha scritto:
Tutti dobbiamo imparare a rinunciare ad un qualcosa perche' tutti ne abbiamo un beneficio.
Questo dipende dall'equilibrio tra ammontare della rinuncia ed il beneficio finale. Equilibrio che tra l'altro è altamente soggettivo: io ad esempio, in presenza di una spesa pubblica al 54% del PIL trovo quantomeno surreale che lo Stato continui a chiedere sacrifici ai propri cittadini quando è lui stesso il primo a buttare i soldi dalla finestra!

bigboy60 ha scritto:
Questa e' la grande domanda a cui dobbiamo trovare risposta: cosa siamo disposti a dare singolarmente per consentire a tutta la societa' di progredire ?
E anche qui la risposta è assolutamente soggettiva: a giudicare dai mercati però, praticamente tutto il mondo ci sta dicendo che affinchè l'economia italiana progredisca è proprio lo Stato il primo a doversi mettere da parte, almeno finchè non avrà imparato a funzionare correttamente.

Ciao,
Lorenzo


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: lunedì 2 gennaio 2012, 16:58 
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Località: la citta' della 3 t: torri, tortellini e ...
La societa' e' la somma di tanti individui che mettono in comune le proprie forze per realizzare cose che singolarmente non potrebbero fare.
Credo che nessuno di noi sia in grado di asfaltare la strada che lo porta da casa al lavoro o sia in grado di coltivare le mele che mangia.
Il meccanismo base di ogni forma di societa', anche le piu' antiche e primitive, e' che ognuno mette in comune i propri beni e / o servizi, per averne in cambio altri beni e / o servizi.
Tale meccanismo funziona fino a che c' e' equilibrio tra cio' che si cede e cio' che si ha in cambio.
Il meccanismo si inceppa quando c' e' chi da' troppo e chi da' troppo poco o, per meglio dire, quando il "cesto" dei beni comuni viene saccheggiato dai pochi ai danni dei molti.
E' cio' che e' avvenuto in Italia.
Si e' continuato a prelevare dal "cesto" dei beni comuni, senza riempirlo.
Sembrava quasi che fosse il vaso si Pandora, che non si svuotasse mai.
Ora invece e ' vuoto e tocca riempirlo di nuovo.
Mi piacerebbe, pero', che cominciassero a essere chiamati a riempire il "cesto" quelli che hanno contribuito a svuotarlo e non quelli che hanno sempre dato il loro contributo a riempirlo.
Se non e' buona regola di "giustizia sociale" credo che sia buona ragola di "economia da bar": i soldi vanno presi dove ci sono e vanno risparmiati dove vengono sciupati.
Continuare a pretendere di aumentare le tasse ai soliti noti per mantenere in piedi una macchina statale che funziona male e' assurdo.
E' come non avere da mangiare e, nel contempo, buttare via il cibo.
Continuare pervicacemente a tassare sempre di piu' chi gia' le tasse le paga e' controproducente.
Significa una spirale di impoverimento progressivo da cui rischiamo di non uscire piu'.
Se le misure adotatte fino ad ora dal Governo Monti sono state d' emergenza per arginare il fallimento dell' Italia ( e dell' Euro ... ) ormai imminente, occorrono ora misure correttive del sistema, che consentano di risparmiare risorse che vengono sciupate inutilmente e reperire risorse dove ci sono.
Se, viceversa, lo sciupio dei soldi dello Stato e l' evasione fiscale sono ormai connaturati al sistema paese stesso, ne sono malattia e nel contempo medicina, be' allora siamo finiti.
Saluti
Stefano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: lunedì 2 gennaio 2012, 17:51 
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Iscritto il: lunedì 4 febbraio 2008, 18:29
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A quanto pare gli stati non sono le uniche entità in grado di creare beni e servizi "dal nulla".
Io nel mio piccolo, nel mio intervento precedente sono riuscito a creare le mele da 1Kg... :shock: :mrgreen:
Erano naturalmente 66 Kg di mele. 8)

Ciao,
Lorenzo


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: lunedì 2 gennaio 2012, 19:00 
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Iscritto il: domenica 3 gennaio 2010, 20:36
Messaggi: 9205
Località: la citta' della 3 t: torri, tortellini e ...
Be', se non si riesce ad incrementare il numero delle mele prodotte, allora le si puo' provare a fare piu' grandi ...
:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
Basta non affidare la produzione delle mele a quei furbetti della finanza creativa...
Credo che le mele creative sarebbero alquanto insapori...
:evil: :evil: :evil:


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 Oggetto del messaggio: Re: Natale 2012 Italiano...Potrebbe essere così?
MessaggioInviato: martedì 3 gennaio 2012, 10:02 
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Iscritto il: domenica 3 gennaio 2010, 20:36
Messaggi: 9205
Località: la citta' della 3 t: torri, tortellini e ...
Salve ragazzi,
da lungo tempo io credo che vada ripensato il modello su cui si basa la nostra economia.

L' economia dell' occidente dal secondo dopoguerra e' diventata figlia e figliastra del modello statunitense.
Il modello statunitense si basava ( e si basa ancora ... ) sull' ipotesi di potere avere a disposizione spazi e risorse praticamente illimitati
Fino a che il territorio statunitense e' stato in grado di soddisfare la richiesta interna di crescita gli USA sono rimasti isolati all' interno dei propri confini. Dopodiche' hanno cominciato a cercare all' esterno.
Ora come ora il modello statunitense sembra perdere colpi: il costo per sostenere il ruolo di " gendarmi del mondo " sta cominciando a superare i benefici.

L' Europa quelle risorse non le ha mai avute.
L' Europa quelle risorse le ha sempre avute a basso costo da paesi che ora invece cominciano a reclamarle per se'. Prima venivano dalle colonie, ora vengono da paesi sovrani, ne' piu' ne' meno come lo sono i paesi europei.
Non c' e' piu' sudditanza tra il mondo dell' uomo bianco e il mondo dell' uomo giallo.
E' il mondo dell' uomo nero che continua a essere soggetto alla "supremazia" di uomini di altri colori: prima i bianchi, ora i gialli.

Dice bene Lorenzo quando afferma che il PIL e' al palo in Occidente, mentre cresce ( e tanto ... ) in Oriente.
Il nostro PIL e' pero' cresciuto per tanti anni, mentre quello dell' Oriente era fermo.
E' pensabile un mondo che ha diversi livelli di crescita del PIL ?
In fin dei conti e' sempre stato così...
Nulla di nuovo sotto il sole...

Se il PIL fatica a crescere in Europa bisogna trovare la maniera di usare meglio il PIL che si ha.
E' pensabile un mondo occidentale "diverso" in cui un computer dura per 10 anni, in cui il pane secco viene usato per fare pane grattato, in cui i vestiti vengono usati fino a che non si consumano ?
In sostanza un mondo occidentale apparentemente piu' povero regredirebbe ?
Il mio sospetto e' che buona parte del " benessere " dell' Occidente sia in realta' spreco.
Il consumismo si basa proprio sullo spreco: buttare via vestiti ancora buoni per sostituirli con altri piu' alla moda.
L' economia occidentale puo' svincolarsi dal consumismo ?
O senza consumismo non c' e' sviluppo ?
Le fabbriche di computer potrebbero continuara a produrre lavoro e quindi reddito, se i computer durassero 10 anni ?

Forse il problema non e' neanche in questi termini.
Forse il problema e' che, finora, le principali risorse del mondo erano sfruttate prevalentemente dall' uomo bianco.
Forse e' arrivata l' ora di dividere le risorse col resto del mondo.
E perche' ci sia mezzo pollo per me e per te occorre che io rinunci alla meta' del pollo in piu' che fino ad ora mangiavo da solo, mentre tu rimanevi digiuno.

Saluti
Stefano.


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