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 Oggetto del messaggio: Vi racconto una storia
MessaggioInviato: mercoledì 4 aprile 2012, 11:07 
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Iscritto il: domenica 14 marzo 2010, 16:45
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Stamattina, per stemperare un po’ il clima di autoflagellazione che si è instaurato a seguito delle operazioni vessatorie del governo, vi voglio raccontare una bella storia. E’ la storia di un gruppo di scienziati Italiani che lottano da dieci anni per far capire al mondo scientifico delle idee che hanno avuto origine nella testa di un genio italiano, che è sempre stato al di fuori degli schemi precostituiti. Ve la voglio raccontare perché finalmente queste sue idee hanno fatto breccia nella scienza ufficiale e al momento si stà diffondendo rapidamente anche a livello internazionale. Ci vorranno certamente un’altra decina d’anni perché possiate trovare qualche libro divulgativo nelle librerie, ma ve ne do qui un’anteprima, sperando di essere sufficientemente chiaro. Il genio di cui vi parlo si chiamava Giuliano Preparata, fisico teorico. E’ morto di cancro nel 2000 lasciando un’eredità scientifica che solo adesso comincia a essere presa sul serio.
La sua idea fondamentale, come tutte le idee geniali, è molto semplice. Il campo elettromagnetico classico è formato dalla somma di tante onde elettromagnetiche monocromatiche che si propagano nello spazio-tempo. Ogni singola onda può essere assimilata a un oscillatore e l’energia di un oscillatore elettromagnetico classico è data da una formula che contiene la frequenza dell’onda dell’oscillatore. Se voi ponete la frequenza uguale a zero, pure l’energia diventa zero e ciò significa che in questo caso non esiste neanche l’oscillatore.
Il campo elettromagnetico quantistico invece presenta una forma diversa per l’energia dell’oscillatore: è formata dalla somma di due termini. C’è una parte che è simile a quella classica, ma è quantizzata, in una forma che poi venne interpretata come “fotoni”, più una parte, costante per quell’oscillatore, che non contiene fotoni ma esprime comunque dimensionalmente un’energia, chiamata energia di punto zero. La fisica ufficiale l’ha sempre trascurata, nel senso che la si eliminava semplicemente dalla teoria, perché essa indicava che ci poteva essere un’energia infinita nel vuoto. In altri termini, se noi togliamo tutti i fotoni dallo spazio-tempo, rimarrebbe questa energia infinita nel vuoto assoluto, che alla scienza “normale” pareva un paradosso. Preparata invece era convinto della esattezza fisica della formula tutta intera e che quindi il vuoto “non è vuoto”, non esiste. Il fatto poi più incredibile è che quando si và a fondo nelle proprietà matematiche del vuoto quantistico, si scopre che esistono degli stati del vuoto, dipendenti da una soglia di temperatura, in cui essi si allineano magicamente in fase facendo oscillare con la stessa fase tutte le particelle sensibili al campo, come una sinfonia cosmica in cui tutti i protagonisti sembrano eseguire uno spartito. Poiché la formula si presenta sempre in queste due parti anche per gli altri campi, come per esempio quello gluonico dei quark, Preparata dimostrò con un calcolo abbastanza complesso, che i quark sono tenuti confinati all’interno delle particelle, come il protone, proprio dall’azione di questa energia gluonica di punto zero. Questa proprietà oggi va sotto il nome di “confinamento” dei quark, ma ne era stata data una spiegazione diversa e non convincente. Le proprietà del vuoto quantistico, nel suo aspetto della “coerenza di fase” (che spiega anche per esempio la coerenza dei fasci laser), stanno oggi dando delle spiegazioni esaurienti su diversi fenomeni che spaziano dalla fisica, alla biologia e alle neuroscienze. In particolare, sull’origine della vita, apre scenari veramente meravigliosi dove il semplicistico approccio del “caso”, che ha tenuto banco fino adesso, frana in modo inglorioso. Gli ultimi aspetti dell’idea originaria di Preparata sono stati portati avanti dal suo collaboratore e amico personale il prof. Emilio del Giudice dell’INFN di Milano. Vi posto il link di un filmato dove lui in una conferenza spiega meglio di me quanto sopra.

http://www.youtube.com/watch?v=71rY506mZ7U

Spero di avervi fatto piacere, Clemente


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 Oggetto del messaggio: Re: Vi racconto una storia
MessaggioInviato: mercoledì 4 aprile 2012, 16:32 
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Iscritto il: sabato 4 luglio 2009, 22:25
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Clemente, ti ringraziamo per averci ricordato che i l 24 aprile ricorrerà il dodicesimo anniversario della morte di Giuliano Preparata, il geniale scienziato autore della teoria della "Oneness", un importante contributo alla fisica quantistica per dimostrare la visione unitaria della realtà.

Tale affascinante teoria permette fra l'altro di comprendere l'evoluzione in termini armonici, dalle particelle elementari fino all’organizzazione della vita biologica più complessa, concepita come interazione tra ogni elemento fisico-chimico che costituisce l' essenza di ogni essere vivente.


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 Oggetto del messaggio: Re: Vi racconto una storia
MessaggioInviato: mercoledì 4 aprile 2012, 16:39 
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Iscritto il: venerdì 2 settembre 2011, 9:38
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Grazie Clemente
Non ci ho capito una mazza :oops: ma questa idea degli stati del vuoto quantistico che si "allineano" in fase facendo oscillare le particelle come seguendo uno spartito di una sinfonia cosmica è veramente affascinante e molto "romantica".
Dopo tutte le ingiurie del quotidiano, questo (permettimi il termine) "spaziare" in difficili teorie della fisica toglie per un momento l'angoscia o l'incazz... ura che ormai ci circonda.
La mia sensazione da ignorante è che ogni volta che la scienza svela, grazie al genio di un singolo o di un gruppo di studiosi, una sua parte, da questa scaturiscono un numero imprecisato di altre "verità" da scoprire in un domino infinito. Voglio dire che più si scopre una verità più verità restano da scoprire facendo sembrare la propria ignoranza sempre più infinita.
Ancora grazie.
Roberto


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 Oggetto del messaggio: Re: Vi racconto una storia
MessaggioInviato: mercoledì 4 aprile 2012, 17:37 
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Iscritto il: domenica 14 marzo 2010, 16:45
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Sì, il concetto di “Oneness” è proprio di sua coniazione. C’è da dire, dolorosamente, che la sua è stata una vera e propria emarginazione. Mi dispiace dirlo, ragazzi, ma la fisica dei tempi di Einstein non esiste più. Anch’essa è stata mercificata in quella che oggi viene chiamata “Big Science”, vere e proprie lobbies scientifiche al soldo del capitale e dell’industria bellica. La sua emarginazione è dovuta a un fatto particolare che vi sconvolgerà. Sì, perché egli dimostrò che la cosiddetta “fusione fredda”, da sempre ritenuta una bufala, è possibile e lo dimostrò non solo teoricamente, ma anche sperimentalmente ottenendo il primo reattore a fusione fredda nel suo laboratorio con l’aiuto di Emilio del Giudice.
L’emarginazione seguì perché se si fosse sparsa la notizia, addio interessi miliardari per coloro che campano e ingrassano sulla costruzione di centrali tradizionali. Infatti l’energia di fusione fradda ha un costo irrisorio e poco importa se se ne può ricavare in quantità praticamente infinita ed è anche pulita, nel senso che ha inquinamento zero. Per operare però questa emarginazione hanno dovuto passare sotto silenzio anche le sue ricerche teoriche, perché anche la fusione fredda è un fenomeno riconducibile alle proprietà dei domini di coerenza del vuoto.

Clemente


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 Oggetto del messaggio: Re: Vi racconto una storia
MessaggioInviato: mercoledì 4 aprile 2012, 17:44 
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Iscritto il: sabato 4 luglio 2009, 22:25
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ETR301-001 ha scritto:
La mia sensazione da ignorante è che ogni volta che la scienza svela, grazie al genio di un singolo o di un gruppo di studiosi, una sua parte, da questa scaturiscono un numero imprecisato di altre "verità" da scoprire in un domino infinito. Voglio dire che più si scopre una verità più verità restano da scoprire facendo sembrare la propria ignoranza sempre più infinita.
Ancora grazie.
Roberto



Ottimo, Roberto tutto ciò cui accenni costituisce il "motore" che fà girare il mondo, altro che chiacchere!


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 Oggetto del messaggio: Re: Vi racconto una storia
MessaggioInviato: mercoledì 4 aprile 2012, 20:14 
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Iscritto il: venerdì 13 gennaio 2006, 19:16
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Ne ho capito poco ma quello che ho capito mi entusiasma e mi conforta nell'idea di cui mi convinco sempre più col passare del tempo, il caso non esiste.
Per quel che riguarda la fusione fredda è desolante e sospetto da tempo che ci siano interessi contro molto forti, come d'altro canto contro tutte le forme alternative di energia pulita, ma io credo che siamo alla vigilia di grandi sorprese.


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 Oggetto del messaggio: Re: Vi racconto una storia
MessaggioInviato: mercoledì 4 aprile 2012, 20:24 
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Iscritto il: domenica 14 marzo 2010, 16:45
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Sì, Miura. Siamo alla vigilia di grandi sorprese e non solo sul versante dell'energia. Da più parti ora si comincia a parlare di fusione fredda. Carlo Rubbia recentemente ha messo l'accento proprio su questo fatto, cioè di cominciare a considerare il fenomeno. Per quanto riguarda il "caso" al centro del fenomeno vita, appena ho un pò di tempo, cercherò di raccontare un'altra storia. (Per "caso" intendo il concetto di R.Dawkins, Darwin non c'entra niente)


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 Oggetto del messaggio: Re: Vi racconto una storia
MessaggioInviato: mercoledì 4 aprile 2012, 20:42 
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Aspetto la tua storia.
:D


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 Oggetto del messaggio: Re: Vi racconto una storia
MessaggioInviato: giovedì 5 aprile 2012, 15:42 
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avevo promesso di raccontare un’altra storia, quella del caso in biologia, ma mi sono accorto che non è facile. Se dovessi cominciare daccapo uscirebbero una ventina di pagine e non mi sembra quì il “caso” :lol: .
Posso solo prenderla molto alla larga, suggerendo qualche lettura di approfondimento.
Il concetto di “caso” all’origine della vita si può far risalire al libro di Jaques Modod “il caso e la necessità” che fece molto scalpore negli anni settanta. Il concetto poi è stato ripreso e utilizzato in varie accezioni da diversi biologi importanti, sebbene molti altri, dello stesso spessore scientifico, non l’abbiano mai accettato come componente dell’evoluzione. In questo senso si trovano su fronti opposti R. Dawkins e S. Gould. Dawkins, in particolare, secondo me, è quello che si è affermato al più vasto pubblico perché si è inserito nelle discussioni su “dio esiste, dio non esiste”, facendo le sue fortune editoriali su un argomento che in realtà non ha nulla di scientifico. Queste discussioni, anzi vere e proprie diatribe, durano dai tempi di Darwin. Questo grande scienziato e pensatore ha semplicemente scoperto l’evoluzione e che questa procede per selezione naturale. E questa è scienza. Poi ebbe la dabbenaggine di dire alla moglie:”cara ho scoperto che dio non ci azzecca niente con i viventi e con l’uomo”, frase che fu interpretata come: “cara, ho scoperto che dio non esiste”. Da allora certi biologi invece di fare i biologi fanno gli alfieri di dio (i creazionisti) e certi altri gli alfieri del caso (i neodarwinisti alla Dawkins). Tutto questo evidentemente non ci interessa. Chi volesse leggere le corbellerie di Dawkis sul caso può leggere “Il gene egoista” e “L’orologiaio cieco”. In tutti e due, all’inizio, egli vi racconta come gli atomi si incontrano per caso a formare molecole e le molecole a formare oggetti e come nel corso del tempo dell’evoluzione della terra questi incontri casuali hanno formato molecole sempre più complesse fino ad arrivare alla formazione dei geni e quindi alla organizzazione cellulare. Nel secondo, poi, per dare una parvenza di fattibiltà al suo modo di vedere, dice che egli ha fatto la prova al computer usando un programma che mette casualmente di fila le lettere dell’alfabeto, per vedere in quanto tempo una sequenza casuale di lettere può dare origine alle prime parole della divina commedia. Egli dice, e possiamo crederci, che è stata questione di pochi minuti. Da ciò egli deduce che è solo questione di tempo ottenere l’intera divina commedia da sequenze casuali di lettere.
La divina commedia così ottenuta sarebbe, nelle intenzioni di Dawkins, la metafora biologica della formazione casuale di una cellula. Si può obbiettare facilmente a questa sua geniale trovata che le sequenze di lettere della divina commedia non hanno nulla di diverso da tutte le altre sequenze casuali e che se hanno un senso è perché il senso gliel’ ha dato Dante prima e poi noi ogni volta che la leggiamo e l’energia che spende il computer per fare le sequenze della divina commedia è la stessa di qualsiasi altra sequenza casuale. La cellula invece è una struttura ad altissima organizzazione interna di cui la termodinamica non consente il verificarsi casuale, perché presuppone una struttura in cui si ha diminuzione di entropia. La termodinamica e la meccanica statistica ci insegnano che un sistema qualsiasi altamente organizzato procede inevitabilmente verso la disgregazione con aumento dell’entropia fino ad un massimo, in cui ci si ritrova con i componenti molecolari inerti. Insomma, se tutto è lasciato al caso, la fisica ci insegna che è naturale la morte e la disorganizzazione, non la vita e il suo altissimo grado di complessità: dice il contrario di Dawkins.
Altri scienziati seri, però, nell’anonimato del loro lavoro, hanno tirato fuori delle cose che solo recentemente cominciano a farsi largo come teorie scientifiche, al posto di convinzioni filosofiche più o meno personali. L’orientamento moderno sulla questione dell’origine della vita è quello dell’”autopoiesi”, scoperta da F.Varela e H.Maturana nel 1972 ed è stato accolto positivamente sia nell’ambito della biologia, sia nell’ambito della fisica dei sistemi complessi. Il concetto di autopoiesi si inserisce in un programma più vasto, che ingloba esseri viventi e pianeta terra, denominato “sistema di Gaia”. Questo programma è stato iniziato dalla biologa americata Lynn Margulis, recentemente scomparsa. Ma è portata avanti attualmente da numerosi scienziati internazionali di varia estrazione culturale. Per quanto riguarda l’autopoiesi, importanti esperimenti sono stati compiuti dal nostro scienziato Pier Luigi Luisi, di cui mi onoro di essere amico da alcuni anni, nei laboratori del Max Plank Institute.
Come si inseriscono poi in tutta questa storia le ricerche di Preparata, potrebbe essere argomento di un’altra storia, ma non sarebbe facile come questa per l’osticità degli argomenti. Per chi volesse ripercorrere storicamente le fasi di queste conquiste scientifiche, sia in fisica che in biologia, può leggere “La rete della vita” di F.Capra. Questo però non è un libro proprio divulgativo, presuppone qualche conoscenza un po’ più avanzata di fisica e di matematica. Libri più facili ancora non mi è stato possibile vederli, ma se qualcuno di voi fa ricerche sul web sui nomi che ho citato, troverà spiegazioni e approfondimenti molto interessanti.


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 Oggetto del messaggio: Re: Vi racconto una storia
MessaggioInviato: giovedì 5 aprile 2012, 16:12 
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Scusate la dabbenaggine. Quando ho ripercorso lo scritto mi sono accorto di aver omesso la cosa più importante di tutte. La teoria fisica che sottende e avalla il concetto di autopioesi è dovuto a Ilia Prigogine.
Questo grande fisico ha studiato dal punto di vista della termodinamica alcuni sistemi complessi più semplici in natura e ha scoperto che questi funzionano scambiando energia con l'ambiente per mantenersi in uno stato "lontano dall'equilibrio termodinamico", cioè lontano dallo stato di massima entropia. Ovviamente, lo stato di equilibrio termodinamico è quello che comunemente chiamiamo morte nei sistemi viventi. Il problema è: come fanno gli esseri viventi a mantenersi nello stato quanto più lontano possibile dall'equilibrio termodinamico? La risposta è venuta da Maturana e Varela.


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 Oggetto del messaggio: Re: Vi racconto una storia
MessaggioInviato: venerdì 6 aprile 2012, 19:37 
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Ho trovato questo filmato dell'anno scorso. Guardate quanta gente ora parla di fusione fredda.

http://www.youtube.com/watch?v=ZdRF1Nfd ... ure=relmfu


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 Oggetto del messaggio: Re: Vi racconto una storia
MessaggioInviato: lunedì 16 aprile 2012, 11:36 
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Volevo parlarvi un pò più approfonditamente del vuoto quantistico, di cui ho accennato qualcosa a proposito di Preparata. Mi sono accorto però che non mi sarebbe stato facile scriverne in modo semplice e stringato. Vi posto allora l'intervento di Del Giudice a una conferenza sui nuovi paradigmi scientifici di cui vi ho gia detto. Del Giudice è napoletano come me e ha un modo di parlare al pubblico che risente umoristicamente della sua natura. Vi divertirete e allo stesso tempo conoscerete il nuovo mondo che la fisica stà costruendo

http://www.youtube.com/watch?v=UsqyRrttMTs
http://www.youtube.com/watch?v=lYIeei3F ... ure=relmfu
http://www.youtube.com/watch?v=-KkrfUwT ... ure=relmfu
http://www.youtube.com/watch?v=cDgF_GZo ... ure=relmfu
http://www.youtube.com/watch?v=wqVORkRO ... ure=relmfu

Clemente


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