Ma dopo tutte le disquisizioni precedenti ... Ma per quale razza di motivo ci si dovrebbe interessare alle carrozze, straniere poi, in epoca II ?
Dai ! Proviamo a farci una domanda così brusca, e vediamo se ne esce qualcosa di interessante.
La mia breve esperienza (qualche mese) di ricerca, mi ha fatto capire che quello delle carrozze datate è un mondo lontano, nel tempo e nel modo di pensare. E mi ha fatto rivivere un poco le sensazioni provate nel ricostruire con un plastico una situazione, pure essa, in Epoca II.
E' un mondo diveso dal nostro. Eppure simile ! Già !
Non avevano l' Alta Velocità, come l' abbiamo noi, ma avevano locomotive in grado di correre a 80 e forse 100 km/h. Il divario di velocità fra il treno ed il cavallo, mezzo di trasporto individuale di allora, era considerevole. Come lo è oggi quello fra il treno ad alta velocità e la nostra automobile.
Ho sentito di commessi viaggiatori, non numerosissimi, che usavano il treno per spostarsi. Probabilmente passavano più tempo in treno che dai clienti ... Nell' orario del Brennero anni '20 ci sono ben 3 coppie di treni internazionali. Segno che c' era un bel traffico fra nazioni, malgrado i severi controlli doganali di allora, le differenti monete, la scarsa conoscenza dei posti. E malgrado la difficoltà delle lingue, che più di oggi poneva barriere.
In una foto che mostra il Diretto 5 della Sudbahn mentre è fermo a Bolzano, si conta una cinquantina di persone. A giudicare dal vestiario sono di un po' tutte le classi sociali.
Ma quale esperienza doveva essere fare un viaggio, che sò, Roma Monaco ! Oggi viaggiamo molto, e ci sembra normale vedere paesaggi diversi. E se non viaggiamo fisicamente, abbiamo le mappe dei satelliti, e StreetView, con cui possiamo vedere quasi tutto il mondo.
Sappiamo tutto di oggi, ma fatichiamo non poco anche solo ad immaginare com' era ieri. Un pittore, in occasione di un viaggio, attraversa le Alpi e fissa su tela un' immagine per lui inusuale. E' nata un' opera d' arte, che magari diventa famosa. E la fama dell' opera è dovuta sia alla capacità del pittore, sia alla singolarità del paesaggio rappresentato. Un po' come un internet di 100 anni fà. L' informazione non è arrivata tramite cavi o radioonde, codificata in digitale, ma è arrivata tramite una tela. Che qualcuno ha avuto modo di vedere, anche una sola volta. Ed in mezzo ai soliti panorami della sua memoria, rimane impressa, e rappresenta tutti i mondi che lui può solo immaginare. E che noi, invece, con internet possiamo vedere, e coi mezzi odierni, possiamo visitare più facilmente che un tempo.
L' eco delle passioni e delle voci di allora si è ormai sopito. Ma per chi ha vissuto quelle epoche, quella era la vita. E lì mettevano tutte le loro energie. Non era una vita in bianco e nero, come forse alcune foto ci possono suggerire. Sì, i loro vestiti non si dicostavano tanto dal nero, o da qualche raro bianco. Ma le montagne erano colorate come oggi. Ed il cielo era azzurro come lo vediamo noi.
Ecco. Questo io vedo in un treno di 100 anni fà.
Stefano Minghetti
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