marchetti625 ha scritto:
Caro Saint! E pensare che questa era una "tranquilla"discussione tecnica....

Mi spiace essere io a doverla "arroventare"un poco ma nulla di personale:credimi....
Idem, però non prendere parte delle parole
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Io,di quello che hai scritto nel tuo ultimo intervento,non condivido"neppure le virgole"

Scusami ma ci vedo da una parte un "difetto tipico"di noi italiani "iper individualisti"fino al "masochismo intellettuale"

La paradossale convinzione che quanto viene realizzato all'estero,sia meglio di quanto facciamo in Patria. Dimenticando che proprio al nostro "ingegno","gusto" e capacità realizzativa si guarda da "fuori" e si cerca di esportare o imitare nei "loro" Paesi.....
Io sarei "masochista" e questa analisi mi pare sorella del "popolo di santi poeti, navigatori".
L'ingegno ed il gusto perdonami ma nelle nostre locomotive a vapore non ci sono.
Le Ferrari, le Alfa Romeo ed anche le Lancia all'estero hanno fama perché, nonostante i difetti - nulla è perfetto, a cominciare dal biellismo delle A4 di Sir Nigel Gresley - hanno un mix di stile e scelte tecnologiche particolari che le
rendono il metro di paragone.
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In quanto hai scritto,vedo poi,una notevole presunzione espositiva che mi aspetto,tu possa confermarmi ,almeno,perchè basata da una "luuunga"consuetudine con il lavoro d'officina su quegli apparati della trazione a vapore che sembri conoscere tanto bene e ovviamente,mi aspetto che di 625,740,685 ecc., tu conosca alla perfezione la condotta di "leva e fuoco" e quindi la "risposta di generatore e carro" alla trazione dei treni dalla massa più disparata su quelle linee,in cui generazioni di ferrovieri si "spaccavano"la schiena!
Le locomotive non si progettano in officina, se si vogliono avere risultati validi. Farle basandosi principalmente sull'esperienza "con l'esperienza dell'officina" e non sull'analisi rigorosa -che tanto "la termodinamica non ha mai venduto una locomotiva"- è il modo errato di progettarle, in quanto può replicare, per consuetudine, scelte non valide i cui effetti possono essere subdoli.
Nessun progetto è valido (in nessun campo) se non si considerano tutti gli aspetti di vita del prodotto. E progettando cose anche un pelo più complesse di una macchina a vapore da oltre dieci anni e vedendo quello che mi sta accadendo ultimamente, la cosa non deve riuscirmi male.
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Ora proviamo a riqualificare la nostra discussione...."Miserelle"? Rispetto a che di grazia? Quanto affermi e in questo modo,non vuole dire una mazza!
Partiamo dal fatto che la frase era "
tecnicamente" miserelle (e qui mi scuso, errore, l'aggettivo corretto era "tecnologicamente") e non solo miserelle. Estrarre a piacere frasi dal contesto è una antica tecnica retorica che porta a quelli che Socrate chiamava "sillogismi dialettici". D'altro canto le tue critiche al testo così come era non sono infondate.
"Tecnicamente" è indubbiamente sbagliato come aggettivo, una scelta "tecnologicamente" misera può comunque essere tecnicamente valida, e non solo tecnicamente, considerando complesso dell'ambiente in cui la soluzione opera.
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Intanto, per ogni gruppo di nostre loco dovresti contestualizzare il periodo storico che le vide in produzione rispetto ad altre locomotive con caretteristiche similari, realizzate per conto di altre amministrazioni ferroviarie,in quei periodi storici Paragoneresti una "topolino"degli anni '30 con una 500 di oggi?
Ecco qui, perdonami, il sillogismo dialettico. La topolino non la devi confrontare con la 500 di oggi, ma con macchine prodotte nello stesso periodo.
Altrove si facevano macchine tecnologicamente più raffinate. Ci sono state scelte di gestione della cosa ferroviaria di non adottarle. A parer mio ne ha sofferto in un certo modo anche la validità tecnica, cosa a cui si è sopperito a colpi di manodopera.
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Tu scrivi:"Poco o niente di trascendentale o geniale. Anche il carrello Zara era un solo un miglioramento"
Dimentichi che una buona locomotiva,ieri come oggi,di per se non deve proprio avere "niente di trascendentale o geniale" Deve essere efficente(ossia assolvere alle condizioni previste da un capitolato. Oggi diremmo alle condizioni previste dal suo progetto) economica a 360 gradi e sicura.
Le nostre lo sono sempre state! la validità di progetto o meglio l'inspirazione con la quale grandi figure come Chapelon riuscirono a trasfondere il loro genio era nel DISEGNO della macchina; in quello dei suoi componenti principali. Il telaio ed il motore.
La capacità che questi geni avevano di proporzionare gli apparati, calcolando solo con formule o modelli statici,rispetto alle caratteristiche di potenza e stabilità di marcia,sopratutto in curva,che si volevano ottenere.
Non ci siamo capiti bene. "Trascendentale" -in quanto trascende la comune esperienza costruttiva- è ad esempio il forno a gasogeno, che permette di usare il carbone con maggiore efficenza, ma anche - e pare strano - il dimensionamento analitico delle masse. Livio Dante Porta non aveva certo un computer ad aiutarlo nei calcoli, ma la sua macchina era stabile a 105 km orari. Possiamo dire lo stesso delle nostre macchine?
Ma costavano così tanto i cuscinetti a sfere? O non era che una certa diffidenza per le capacità della metallurgia (vedi l'avversione di Kándó per gli ingranaggi) ad un certo punto non aveva più ragion d'essere?
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Non erano i dispositivi aggiunti alla macchina che ne caratterizzavano il successo! Gli apparati di cui parli erano miglioramenti tecnologici che spesso venivano ideati da aziende esterne e servivano per esaltare le prestazioni dei rotabili sopratutto in certi loro impieghi particolari.
Altri permettono un miglioramento sistemico dell'efficenza della macchina.
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Tornando a Zara....Zara non brevettò solo il suo carrello ma anche decine di altri dipositivi. Qui dovresti(ma sono sicuro che lo sai) dare prova di grande conoscenza del carrello in questione e individuare DOVE il carrello si differenziava sostanzialmente dal tipo tedesco krauss Helmholtz,tanto da costituire un brevetto a parte! Quindi non solo un miglioramento che non avrebbe prodotto di per se il brevetto ma una INNOVAZIONE anche se fosse stata basata da una idea preesistente(ci vuole genio per brevettare un dispositivo che concettualmente è innovativo di qualcosa preesistente)
O anche il coraggio di provare - che è comunque lodevolissimo, coraggio che latita alla grande nel management italiano. Il K.M. era più "conservatore", Zara comprese che i giochi delle bielle consentivano qualcosa di meglio ed aveva dannatamente ragione.
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Quanto a Caprotti: lì fu vero genio! Anche qui dovresti ricordarti che la bontà di un dispositivo o un altro non la trovi scritta nel parere anche di un valente tecnico ma dal raffronto metodico che viene dall'esercizio e dall'officina.
La distribuzione Caprotti era affidabile e sicura e anche in questo caso innovativa, perchè eliminava il consueto dispositivo della distribuzione nelle macchine a vapore surriscaldato, applicando un principo totalmente nuovo nella trazione TV.
Certamente richiedeva una diversa trama manutentiva. Cosa ovvia che avrebbe richiesto una scelta verso l'adozione estensiva e la trasformazione di quasi tutto il parco macchine TV.
Ed anche la presenza di personale specializzato per la manutenzione. Ci sono critiche serie da chi ha dimostrato di saperla (ri)costruire una buona locomotiva - non perfetta, troppo potente per il rodiggio originale, parlo della Red Devil che aveva grossi problemi di pattinamento in avviamento. Va anche detto che Wardale non descrive i macchinisti sudafricani come avvezzi ad usare tanto l'introduzione.
Senza contare che è stato provato che una valvola tradizionale, correttamente bilanciata (calcolo analitico delle dimensioni di tutte le parti in causa) ottiene risultati parimenti validi. E richiede la manutenzione di personale meno specializzato.
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Franco-Crosti fu l'esempio di come le buone idee per essere veramente tali, debbano essere sostenibili:pratiche e convenienti. Il sistema era concettualmente efficace e i risultati pratici indubbi.(Ti consiglio un viaggio dulla 741 120) richiedeva una manutenzione accurata paragonabile a quella riservata per la caldaia. Il basso valore dei gas di scarico al fumaiolo produceva una veloce usura dei lamierati. Si sarebbe,però potuto,affinarlo e introdurre materiali meno soggetti all'aggressività chimica...
Ripeto: i cambiamenti alla caldaia delle Franco Crosti potrebbero avere un'influenza maggiore delle "caldaiette".
E un qualcosa che economizza da un lato ma aumenta i costi dall'altro non è una gran soluzione tecnica. Sopratutto se lo scopo è risparmiare.
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Infine...una macchina a vapore o potremmo definirla come una barca a vela che corre su rotaie

...Cio che gli serve è una buona caldaia un motore che sappia sfruttare al meglio il vapore che produce e un rodiggio le cui masse siano ben ripartite.
A dire il vero, nei progetti delle nostre c'è sempre per lo meno la mancanza di masse ben ripartite.
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Le altre cose sono poco importanti, sopratutto quando si tratta di "geniali trovate!"

Ma sui libri e le riviste non ci sono scritte!
Sai dove abbonda il riso, vero?