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Pubblico o privato, strada o ferrovia, nave o aereo, io o te, noi o voi, ditta A o ditta B, medico Rossi o Medico Verdi, ecc. sono tutti efficienti e validi nonché socialmente utili (se del caso), solo quando l'efficienza si sposa con il gradimento del pubblico. Efficienza e gradimento sono parametri assolutamente soggettivi, diversamente sono imposizioni. Che piaccia o meno, se andiamo a leggere la storia, le ferrovie in Italia sono sempre state viste in quattro modi: - un opportunità in più dove c'era già benessere, salvo poi giudicarle inutili nel momento che devi sottostare alle sue regole - un opportunità di riscatto dove c'era miseria e nulla più, salvo usarle solo per andarsene per sempre - una fonte di consenso popolare al momento di costruirle, - una fonte di consenso popolare al momento di chiuderle. Scagli la prima pietra chi non ha abbandonato il mezzo pubblico non appena avuto l'età della patente! La patente, la libertà! Quando il popolo giudica la ferrovia un qualcosa che divide il territorio, ma l'autostrada un qualcosa che unisce la città al mare o alla pista da sci, cosa si vuole pretendere. Quando in una azienda, per gestire un trasporto via ferrovia occorrono due persone, mentre via strada meno di mezza, cosa pretendete che scelga? Quando un viaggio in tre, considerando solo biglietti e pedaggi e forse carburante, costa di più in treno cosa volete che si scelga, il cittadino medio non è in grado di calcolare i costi dell'auto solo perché la possiede, "ecologisti e attenti al sociale, nonché sensibili a tutti i possibili costi" si diventa non si nasce.
Anche i lunghi treni tra il nord Europa ed il sud Italia erano solo una necessità, non una scelta. Per gli appassionati una libidine, per chi ci ha viaggiato, e magari ci viaggia ancora, sono una sciagura. Giusto per, ai tempi del carbone Belga per l'Italia, e anche in altre occasioni, qualcuno se l'è fatta pure in cento porte (in deroga perché solo quello c'era) o comunque su panche di legno, e non c'era la AV, e andava pure bene che dalle alpi a Reggio Calabria c'era anche la TE, ma via Cassino TV o se fortunati TD, e a nord della alpi la TV era ancora tanta. Quindi non facciamo come i bambini, ma anche di certi adulti, (che non è colpa loro) che pensano che quello che hanno, sia sempre esistito, quello c'è oggi non è tutto come il Colosseo o le Piramidi, già la torre Eiffel è arrivata ben dopo. Molto probabilmente le tre meraviglie che ho citato esisteranno anche fra 1000 anni, sulla futura esistenza di: treni, aerei, navi, auto, camion, ho realisticamente dei dubbi. Ai treni sta succedendo quello che è successo/succede alle lettere: dimezzate dal telefono, ancora dimezzate dal fax, quasi scomparse con le e-mail, uccise dagli sms e dai file pdf; ovvio che poi la posta non viaggi sul treno da tempo.
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