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 Oggetto del messaggio: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: sabato 19 aprile 2014, 19:02 
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Girovagando nel Web ho trovato queste meravigliose creature

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Cardini

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Ingap


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Bral


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Marchesini


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Ingap


Ultima modifica di crosshead il domenica 11 maggio 2014, 21:34, modificato 2 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: sabato 19 aprile 2014, 19:18 
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old tinplate Marx trains

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New MTH

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BING

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LIONEL

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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: giovedì 24 aprile 2014, 9:28 
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Hobby per persone molto danarose e ben 'connesse'!

I pezzi buoni non li trovi più ai mercatini, ma da Christie's.

Ma hanno il loro fascino....


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: giovedì 24 aprile 2014, 19:32 
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Hai centrato il problema, questi sono alcuni pezzi delle aste Vectis


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Boxed and unboxed Japanese Trains - boxed items comprise Daiya Electric Locomotive No.1, friction drive with pantographs, 32cm, (2) Ichiko friction drive Railcar, 44cm, (3) Chinese made 0-4-0 Loco and Tender - Excellent Plus to Near Mint in Good to Excellent boxes. Unboxed items comprise large SAN No.7103 and 264 Loco and Tender, lacking some bogie wheels, 48cm, (5) clockwork American style double ended Railcar with key, (6) Daiya Dream Super Express Railcar, 55cm - unboxed items are otherwise Good to Excellent.


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Assorted French Vintage tinplate clockwork Trains, (1) Joyax 4-wheeled double ended Locomotive, 27cm, (2) Memo 3-Car SNCF Passenger Train in blue and cream, 40cm and (3) CR (Charles Rossignol) Eclair 4-6-4 Loco and Tender - red, blue, in SNCF livery - Good to Good Plus


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Italian, Japanese and German tinplate Trains - smaller scale Locomotives averaging 12cm long include Arnold (Germany) No.670, other German, Italian and French A4 and Streamlined Locomotives (one lacks wheel), a matching Coach, 2 simplistic British tinplate Locos, Japanese Animal Line Passenger Vehicles, Ichiko friction drive Loco and others

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Assorted French tinplate Trains - lot comprises 2 x Memo 4-6-2 Locos, an early wooden "Tramway Electrique" Coach, a JEP clockwork Tram. Also included are a German made Loco and Train formation, a 2-Car clockwork Passenger Train and an early (repaired) clockwork Railcar - generally sizes vary between 16 and 47cm - Fair to Good. (7)

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German and French miniature tinplate Trains - unboxed British Outline Trains include a 4-4-0 Loco and 2 x Bogie Coaches, 26cm long, a 6-wheeled Great Northern Railway Locomotive and Tender, 11cm, a Simplistic tinplate Loco and Tender with 5 x 4-wheeled Coaches (4 matching) - unboxed items are generally Good. Also included is a French made "Le Paris Lyon" Electric Passenger Train Set comprising miniature tinplate Electric Loco and 3 x Coaches, marked "Norev" - Good Plus to Excellent


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CKO Kellerman (Germany) miniature tinplate Trains - comprising 2 x 4-wheeled Tenders, one brown and the other black, with a 4-4-0 Loco, miniature Passenger Coach, 3 x Open Wagon and 2 x Oil Tanks, between 7 & 9 cm in length - generally Good.


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British and German made miniature tinplate Trains - to include a 4-wheeled Tank Loco, a British green Loco and Tender, a GF German Loco and a black Loco and Tender with 2 x brown Wagons. Together with a larger 0-4-0 Loco marked "RSA", with 2 x Open Wagons and a 4-wheel Coach. Also included is a British made diecast Rocket and Tender Loco by Benbros (UK)


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: venerdì 25 aprile 2014, 9:05 
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Di questi treni di 'latta' mi ha sempre affascinato come, con pochissimi dettagli, riescono a creare benissimo l'impressione dei modelli che vogliono rappresentare (anche tralasciando metâ degli assi...)... le forme ridotte proprio all'essenziale, cosi in contrasto con l'attuale trend al superdettaglio... che talvolta invece 'canna' proprio nel restituire l'impatto globale del modello malgrado 50 o più pezzi rapportati (esagerando un po, lo ammetto! :twisted: :oops: )


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: venerdì 25 aprile 2014, 16:05 
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Per me, il fascino dei treni di latta non risiede solamente nel loro aspetto ludico o nostalgico, perchè rievocano dei bei ricordi della mia lontanissima infanzia, ma soprattutto nella loro lunga storia evolutiva.

Oggi, per i miei amici forumisti, la parola "treni di latta " è sinonimo di " giocattoli fuoriscala", ovvero di trenini che hanno spesso elementi oversize come ciminiere, ruote etc. Al contrario, secondo la loro opinione, i modellini debbono essere repliche esatte di treni reali, proporzionalmente rapportate fino al minimo dettaglio.

Ma la lunga storia del fermodellismo si perde nella notte dei tempi.
Pensate che i primi modellini di treni furono prodotti come prototipi nel 1784, ben 20 anni prima che una vera locomotiva a vapore sbuffasse lungo i binari del Galles.

Nel 1840, quando la ferrovia finalmente fece breccia nei cuori e nell'immaginazione degli europei e degli americani, alcuni fabbricanti di giocattoli iniziarono a produrre treni in miniatura per la gioia dei bambini di allora.

Come i soldatini, i primi treni giocattolo furono prodotti con stagno e piombo e, generalmente, non avevano parti in movimento. I migliori erano dotati di ruote che giravano, ma dovevano essere spinti o tirati; poi, dopo la metà del secolo, comparvero negli Stati Uniti i primi trenini fatti di latta, dipinti a mano di rosso e oro, e decorati con cuori e fiori.

Dal 1875 le nuove tecniche litografiche consentirono l’abbandono del decoro artigianale, con la possibilità di produrre ugualmente bellissimi disegni colorati, stampandoli direttamente sulle superfici di latta, prima di essere modellate.

In Europa, in particolare in Francia ed in Germania, i nuovi progressi tecnologici furono impiegati per produrre in serie giocattoli di latta con movimento ad orologeria come navi, auto, moto e, naturalmente, i nostri benamati trenini.

Contemporaneamente, in Gran Bretagna alcuni produttori di giocattoli iniziarono a costruire trenini di latta o di ottone che funzionavano a vapore vivo, i cosiddetti " piddlers " per via della loro connaturata propensione alle perdite d'acqua.

Entro il 1880 i costruttori europei di giocattoli, ed in particolar modo i tedeschi, divennero i leaders del mercato e della produzione di treni di latta perchè offrivano prodotti validi e, soprattutto, a buon mercato per la diffusione mondiale.

Tuttavia allora ai trenini del 19 ° secolo mancava un elemento importante: il binario.
Sebbene la Germania predominasse con aziende di alto livello come: Lehmann, Bing, Issmayer, Carette, e Günthermann, tuttavia fu una società francese, la EF Lefèvre Successeurs, che già produceva le prime stazioni, segnali ed altri articoli ferroviari in latta, la prima a fornire ai propri trenini un sia pur primitivo binario costituito da un cerchio di stagno, con due scanalature in cui far scorrere le ruote.

Se vi interessa posso proseguire, altrimenti, per me, la storia finisce qui.


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: sabato 26 aprile 2014, 12:52 
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A me interessa..


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: sabato 26 aprile 2014, 13:18 
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io non li comprerei, ma una occhiata la dò sempre molto volentieri.


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: domenica 27 aprile 2014, 15:27 
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Bene, ritengo che sia molto importante conoscere la storia e l'evoluzione degli antenati dei nostri modelli.

A quel tempo nessuno avrebbe potuto immaginare che l'azienda tedesca Märklin, allora ben nota per la sua produzione di accessori per le case delle bambole e di cucine, avrebbe rivoluzionato il mercato e la storia dei trenini: ebbene proprio Märklin nel 1891, in occasione della fiera del giocattolo che “temporibus illis” si teneva a Lipsia, presentò il primo sistema ferroviario per intrattenere i bambini.

Con i suoi treni di latta a carica manuale, definì per la prima volta il concetto delle "scale (gauges)" onde uniformare le proporzioni dei vari modelli prodotti, scale che sono ancora in uso oggi.
I treni Märklin venivano fabbricati in varie dimensioni, ciascuno correlato ad una propria scala collegata ad un proprio scartamento: ad esempio la scala 1 aveva lo scartamento di 1 ¾ di pollice, mentre scala III ben 3 pollici.

Un'altra innovazione rivoluzionaria apportata da Märklin fu la produzione di binari intercambiabili, di scambi e d'incroci, di stazioni, gallerie, ponti ed altro materiale, il tutto al fine di indurre i genitori ad acquistare ulteriori pezzi per ottimizzare il layout ferroviario dei propri pargoli.

Ed è proprio così che nacque il mondo dei trenini in miniatura, ed il concetto di plastico!

Il più importante produttore di giocattoli di latta, la multipremiata ditta tedesca "Gebruder Bing" fondata nel 1863, si inserì nel mercato dei trenini solamente nel 1880, e quando Märklin formalizzò i diversi standard degli scartamenti (1891) li adottò subito, e si inventò nel 1895 la scala 0 ovvero 1 1/4-pollice, ed una propria III ( 2,5 pollici ), creando confusione con la III di Marklin ( 3 pollici ), che divenne per Bing scala IV ( 3 pollici ) .

Qui devo fare un breve digressione ricordando che nel 1921, imitando Bassett - Lowke , Bing commercializzò uno scartamento ancora più piccolo: la "The Table Railway", pari a 0,625 pollici per una scala chiamata 00 che divenne uno standard britannico. Questa è più grande della scala H0, oggi predominante altrove, il cui nome deriva dal tedesco Halb-null (metà-zero), e che fu introdotta da Trix nell'anno 1930 nel Regno Unito come alternativa alla scala 00

La scala 00 (zero zero o doppio zero) ha un rapporto di riduzione 1/76, ma utilizza uno scartamento normale di 16,5 mm, (ovvero quello della scala H0), ed è adottata quasi esclusivamente dai figli d'Albione;
i veri puristi della scala 1/76, comunque, non usano lo scartamento commerciale, ma sostituiscono gli assali a scartamento 16,5 millimetri con quelli da 18,88 millimetri.


Un ulteriore progresso comparso all'incirca nel 1897, fu l'utilizzo della corrente elettrica per l'alimentazione di treni: la paternità per il mercato statunitense è di solito attribuita a Carlisle & Finch, mentre Märklin è spesso citata come l'azienda che sviluppò quella tecnologia in Europa.

Poco tempo dopo anche i produttori tedeschi come Karl Bub e Bing, ed aziende americane come American Flyer, Ives, Lionel, e Marx, s'imbarcarono nella produzione di proprie linee di trenini elettrici, di solito in latta o in acciaio stampato, mentre in controtendenza il produttore di giocattoli tedesco Hans Biller passò dai trenini a carica manuale a quelli alimentati a batteria.


Dal 1880 fino agli inizi del ventesimo secolo, Norimberga fù il centro mondiale dell'industria del giocattolo in metallo. Quivi nacquero le prime grandi aziende costruttrici di balocchi e trenini di latta come quella dei fratelli Bing, che nel 1914 annoverava ben 5.000 dipendenti, mentre, in confronto, Märklin ne impiegava 600.


Nel 1909, un terzo dei trenini prodotti in Germania furono esportati negli Stati Uniti d'America.

Nella prossima puntata analizzeremo la situazione al tempo della Prima Guerra Mondiale


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: domenica 27 aprile 2014, 15:35 
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Nome: Antonio M. G.
Iscritto il: martedì 2 ottobre 2012, 10:02
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Ultima modifica di tonymau il lunedì 15 maggio 2017, 10:26, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: domenica 27 aprile 2014, 19:18 
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Iscritto il: sabato 4 luglio 2009, 22:25
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Durante la Prima Guerra Mondiale molti fabbricanti di trenini dovettero abbandonare le loro produzioni tradizionali, e mettere maestranze e macchinari a disposizione dell'industria bellica; di conseguenza molte aziende si smembrarono o diversificarono gli intenti.

La fine della guerra per la Germania non segnò solo una cocente sconfitta, caos economico, ma anche la fine dell’egemonia della produzione di trenini e la perdita del monopolio di mercato negli Stati Uniti.

Della situazione ne approfittarono i produttori locali con in testa Lionel che nel 1920 introdusse una propria scala di 2 1/8 pollici che astutamente definì "Standard" dominando d'allora il mercato dei trenini di latta negli USA.

Il 1920 vide anche la comparsa di nuovi concorrenti esotici, come la TOMY, fondata da Eiichiro Tomiyama, in Giappone

Negli anni '20 e '30 anche gli adulti iniziarono ad appassionarsi ai trenini elettrici, quindi le aziende sopravvissute alla crisi economica, per ampliare il proprio mercato iniziarono a sfornare continuamente delle novità, ed a migliorare la sicurezza dei propri sistemi.

L'ascesa del nazismo, costrinse alcuni produttori tedeschi a trasferirsi all’estero, ad esempio la famiglia Ullman, che aveva fondato la Società Tipp, si trasferì in Inghilterra nel 1930 ove fondò la Mettoy.
Nel 1932 Stephan Bing, e suo figlio, che erano ebrei, fuggirono in Inghilterra abbandonando la propria azienda ad un amaro destino (vedremo tutta la faccenda quando analizzeremo le singole aziende).

Nel primo periodo post-bellico, mentre gran parte delle industrie dell'Europa continentale languivano, quelle britanniche prosperavano come la Bassett-Lowke che nel 1920 si inventò la scala 00 (anche se questa ufficialmente viene attribuita a Bing nel 1921), e ne generavano di nuove: vennero fondate aziende del calibro di Hornby, Tri-ang e Lesney.

L'hobby del fermodellismo era ormai in continua crescita che si fermò solo durante la seconda guerra mondiale, quando molte materie prime come la latta ed il rame vennero a mancare, e quando le fabbriche di trenini dovettero partecipare allo sforzo bellico.

Purtroppo molti dei treni giocattolo d'anteguerra furono fusi come rottami metallici per esigenze militari, distrutti dai bambini o dagli eventi guerreschi, causando la loro rarità odierna, e di conseguenza l'altissimo valore di mercato che talvolta comporta l'esborso di cifre con cinque zeri.

A tutt'oggi, il più costoso Lionel Train è stato venduto all'asta l'anno scorso per $ 250,000.00, si tratta di un set in scala standard fabbricato nel 1934, in scatola originale ed in condizioni mint, composto da una locomotiva 400E e da 4 State Passenger Cars: sembrava che fosse appena uscito dalla fabbrica.

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In seconda posizione si piazza un modello della 700E Hudson che è stato venduto a Joshua Cowen per oltre $ 77.000,00 .

Se non credete a queste cifre, leggetevi la storia di Allison Cox e della sua "Brute"

http://www.tcaetrain.org/articles/chron ... index.html

http://www.tinplatetimes.com/profiles/Al%20Cox/cox.htm

E non conosco i prezzi spuntati da Märklin o Bing!

Comunque se vi capitasse per le mani un pezzo del genere, abbiatene molta cura!!!!!!!!

Dopo la guerra, alcune imprese tornarono a fare trenini in latta, ma solo per breve tempo, perchè rispondendo al desiderio del mercato che esigeva modelli sempre più realistici, prima potenziarono l'impiego di metallo pressofuso, e successivamente si convertirono alla più economica, malleabile, ma meno nobile plastica .

Nelle prossime puntate tratteremo le produzioni delle singole aziende, e mi piacerebbe vedere l'apporto delle vostre nozioni ed esperienze.


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: lunedì 28 aprile 2014, 10:11 
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Latta a parte (davvero molto.."suggestiva" direi), ricordo molto bene, di aver visto come si gestiva il fermodellismo "a mano", in alcuni episodi della vecchia sceneggiatura rai.

Sicuramente in almeno un episodio della primissima serie di Belfagor. Se non ricordo male, era proprio il commissario di polizia che indagava sul fantasma del Louvre, ad avere questa passione. Hanno girato qualche scena, mentre lui era intento a completare un qualche modello, e/o a ristrutturarlo.. roba del genere. E si vantava dei suoi lavori, e del fatto che per poterli finire, si faceva arrivare pezzi e ricambi, proprio dall' Inghilterra. Molto molto difficile reperirli, a quanto pare.. e costoso.

E poi, anche all'interno di una specifica puntata della fortunatissima produzione dedicata al commissario Maigret con Gino Cervi, "non si uccidono i poveri diavoli", mi pare fosse. Li si vede proprio un vero plastico "multitask", completamente funzionante. A memoria, se non erro, lo sfortunato protagonista ucciso, aveva nascosto tutti i suoi soldi proprio dentro i trenini (sotto il tetto?.. ma non ricordo esattamente).

Ce ne sarebbero anche altri, ma quelli che mi sono rimasti piu' impressi nella memoria, sono questi due.

Luigi

p.s. Entrambi i riferimenti video citati, li trovate facilmente anche sul tubetto.


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: martedì 29 aprile 2014, 20:02 
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Gebrüder Bing

La storia

La famosa azienda Gebrüder Bing (Fratelli Bing) fu fondata a Norimberga nel 1866, come piccola società per la commercializzazione di stoviglie e di giocattoli, dai fratelli Ignaz ed Adolf Bing. Iganz, che precedentemente aveva lavorato come rappresentante di articoli in latta, era ben consapevole del potenziale di vendita di questi prodotti, pertanto decise di produrli in proprio. Gli affari prosperarono talmente che nel 1869 i fratelli aprirono una grande fabbrica in Karolinenstrasse, impiegando 100 operai ed altri terzisti che lavoravano al proprio domicilio.

Nel 1882 i Bing parteciparono all'esposizione di Norimberga “Bayerische Landes-Industrie-Gewerbe-und Kunst-Ausstellung “ presentando oltre seimila prodotti del loro sterminato catalogo di giocattoli di latta ed utensili per la casa .


Nel 1890 aprirono ulteriori laboratori ed una nuova fabbrica di giocattoli a Grünhain, in Sassonia, però i magazzini e l'amministrazione rimasero nella sede storica di Norimberga .

Nel 1895 l'azienda divenne una società a responsabilità limitata presieduta da Ignaz, e fu tra le prime, in Germania, a riconoscere l'importanza della gestione di buoni rapporti con i lavoratori, che in ogni fabbrica avevano i propri rappresentanti sindacali.
Tutto ciò veniva fatto nell'interesse dei fratelli Bing che, gestendo solo l'amministrazione, non si occupavano affatto dell' ideazione dei giocattoli, anzi la deputavano non solo ai loro progettisti, ma anche agli operai più creativi.


Nel 1900 i fratelli Bing raggiunsero l'obiettivo di diventare il più grande produttore mondiale di giocattoli.
La loro offerta vastissima di articoli meccanici di latta comprendeva automi, automobili, animali, treni, navi, modellini di macchine a vapore, bambole e loro accessori, peluche, giochi didattici, ottici e cinetici (praticamente ogni tipologia di giocattolo desiderato dai bambini), e persino anche un' ampia gamma di utensili, stoviglie, attrezzature per ufficio, giradischi, elettrodomestici etc. che venivano esportati in tutto il globo.

Nonostante il costo del trasporto, i Bing potevano battere la concorrenza dei vari competitors locali grazie alla loro abilità nel produrre, ed ai bassi salari richiesti dalle proprie maestranze.
Uno dei motivi principali del successo degli oggetti in latta era dovuta al fatto che, a quel tempo, le tasse d'importazione dei giocattoli si basavano essenzialmente sul peso della merce.

La Gebrüder Bing si vantava del fatto che i propri prodotti potevano essere acquistati in qualsiasi parte del mondo civilizzato, dal Sudafrica all'Alaska, nei loro grandi magazzini allestiti in diversi Paesi, in grado di fornire pezzi di ricambio e di eseguire riparazioni in loco.

Possiamo tranquillamente affermare che allora la produzione del giocattolo meccanico, pur ottenenuta mediante l’ausilio di macchine e l’operosità di migliaia di persone, era sempre a “a misura di bambino”.
Bing lo tenne sempre presente, e perfezionò il cosiddetto "Nuremberg Style" basato su disegni litografati con fantastici colori, e su un assemblaggio abbastanza sofisticato per quei tempi; ancor oggi definirei i loro prodotti al contempo belli e tecnologici.
Tale metodo di produzione era così valido che rimase in uso fino alla fine degli anni '50.

Nel 1906 Bing aveva showrooms ad Amburgo e Berlino, così come a Londra, Parigi , Milano ed Amsterdam .
Nel 1912 il catalogo della ditta ed il listino prezzi contavano ben 550 pagine; in questo periodo l'azienda impiegava 2.700 lavoratori

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale Bing perse i mercati esteri proprio quando aveva raggiunto il suo apice produttivo. Nel 1916 Ives e Gilbert, due società USA appartenenti alla Toy Manufacturers Association, fecero pressioni sul governo per ottenere misure protezionistiche a favore dell'industria statunitense del giocattolo, che era cresciuta in assenza di una concorrenza straniera. Alla fine del conflitto, come risultato, la tassazione sui giocattoli tedeschi salì dal 35 per cento al 70 per cento. Inoltre i salari in Germania aumentarono, così pure l'inflazione ed i costi di spedizione.
Tutto ciò creò un clima decisamente sfavorevole per le esportazioni tedesche

Ignatz Bing morì nel 1918, e nel 1919 suo figlio Stefan divenne direttore generale della società. Il valore del marco scese drammaticamente alla fine del 1920, da qui nacque l'esigenza, per i produttori tedeschi, di vendere spesso sotto costo nei mercati esteri, una mossa che si dimostrò catastrofica per alcune aziende di Norimberga, tra cui anche la Bing .

Nel 1927 Stephan si dimise ed abbandonò la società a causa di gravi divergenze d'opinione con il consiglio d'amministrazione.
Poi la famiglia Bing, che era ebrea, fuggì in Inghilterra per evitare le persecuzioni naziste.

L'azienda subì le conseguenze del crollo della borsa del 1929 che azzerò praticamente la domanda e bloccò la creazione di nuove linee; nel 1932, con troppe azioni sul mercato e pochi acquirenti, e con una riduzione delle esportazioni di giocattoli di due terzi, cessò la produzione e finì in liquidazione nel 1933.

L'impero Bing fu diviso tra un gruppo eterogeneo di imprese rivali che acquistarono gran parte del tooling della società:

- Falk e Krauss rilevò le attrezzature per la produzione dei modelli a vapore.

- Karl Bub quella dei treni a carica manuale e dei treni elettrici, che continuò a produrre fino alla vigilia della WWII

- Fleischmann quella delle navi giocattolo .

Stephan Bing contribuì ad avviare la parte britannica dellaTrix, mentre altri dirigenti exBing fondarono una nuova società dal nome simile: la Trix Express.


I treni Bing possono essere identificati e datati secondo il loro marchio di fabbrica.

- 1882 - 1902 Statua che sostiene uno scudo con le lettere "GBN" ( "Gebrüder Bing Nürnberg")
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- 1902 cerchio con le lettere "GBN"
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- 1902 - 1925 Diamante con le lettere "GBN"
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variante del periodo
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- 1925 - 1934 lettere stilizzate, una B sopra una W (per "Bing Werke")
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nella seconda parte approfondiremo l'argomento treni


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: martedì 29 aprile 2014, 20:11 
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Grazie per il diffondere la cultura, con la C maiuscola....
saluti


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: mercoledì 30 aprile 2014, 13:50 
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Caro Claudio, il problema è che la memoria storica del fermodellismo sta svanendo; data la mia età (73) ho avuto la gioia di vedere dal vivo questi treni, e la fortuna di ripararne e restaurarne alcuni per conto di facoltosi collezionisti.

Tutto quello che ho appreso in materia lo devo al mio grande maestro Ugo Millul.

E' molto importante tramandare la memoria storica alle nuove leve che, a stento, conoscono solo la recentissima storia di Lima o Rivarossi.


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