|
Ciao Axel, e ciao a tutto il Forum. Ho letto il tuo invito ed anche il MP che mi hai inviato. Non ho risposto prima, anche se ho letto il tuo intervento, per motivi di tempo. Hai fatto notevoli progressi con le ruote dentate e finalmente vedo dei parametri meccanici per il dimensionamento dei denti. I dati che hai riportato sono tutti fondamentalmente corretti, ho solo un paio di commenti al riguardo:
1) il passo dei denti è un parametro che solitamente non viene considerato. E' una misura che è conseguenza di altri calcoli. Il dimensionamento di una ruota dentata è basato sul MODULO e sul numero di denti di cui si necessita. Tutto il resto viene in conseguenza. Un dato che generalmente è costante è l'angolo di pressione, tipicamente di 20°, che è l'angolo formato tra il raggio della circonferenza primitiva e la direzione della forza che agisce sul dente. Questo angolo è quello che determina le geometrie per la realizzazione del profilo ad evolvente del dente. Quindi, una volta stabilito che il modulo scelto è 4 mm e che il numero di denti necessario è 39, il diametro primitivo dell'ingranaggio nasce dalla relazione Dp = M * z, dove Dp è il diametro primitivo, M il modulo e z il numero dei denti.
2) Il diametro di piede è anch'esso una dimensione che è in funzione del modulo. Il modulo è anche detto "ADDENDUM" cioè la misura che andiamo ad aggiungere al diametro primitivo per ottenere il diametro esterno De: De = Dp + 2M; La distanza tra il diametro primitivo ed il fondo del dente, o diametro di base Db, è definita DEDENDUM, cioè è una misura che andiamo a detrarre dal diametro primitivo. Questa misura è maggiore del modulo e vale 7/6 del modulo stesso per evitare che la testa del dente di una delle due ruote vada a contatto col diametro di base dell'altra ruota. Quindi Db=Dp-(2*7/6m). La misura corretta, nell'immagine che hai postato, dovrebbe essere 146,68 e non 146,4 ma talvolta si usano dei "fattori correttivi" e non è questa la sede adatta per parlarne.
Per quanto riguarda invece la fotoincisione, per quella che è la mia ultraventennale esperienza nel campo, quello che hai riportato è tutto corretto. Qualche precisazione: 1) Sulla stampa della pellicola il nero DEVE essere nero. Non sono ammesse scale di grigi, pena un risultato penoso della lastrina metallica. Bisogna essere estremisti: o tutto bianco ( trasparente ) o tutto nero. 2) L'alpacca è sicuramente meglio dell'ottone dal punto di vista della solidità del prodotto finito a parità di spessore e dal punto di vista della saldabilità. E' molto più resistente alle piegature rispetto all'ottone, quindi bisogna tenere conto anche di questo aspetto quando si decide quale materiale andremo ad utilizzare. Il rame lo lascerei solo ai circuiti stampati. L'ottone può essere di tipo cotto o crudo. L'ottone cotto si presta meglio alla realizzazione dei tetti che hanno una curvatura variabile, tipo quelli delle carrozze tipo 1921, per capirsi. Però è piuttosto "bastardo" ( come il rame ) se sbagli la piega, non lo recuperi più, il segno della piega sbagliata rimane come una cicatrice. 3) la linea di piega generalmente si crea all'interno della piega stessa. 4) Per quanto riguarda il tipo di file da inviare al fotolito, lascia stare i pdf. E' meglio trovare un fotolito che lavori direttamente con i file .cdr, oppure .ad oppure .eps; Il passare attraverso il pdf, per quanto si possa affinare la definizione, nel passaggio da .cdr a pdf si perde molta della precisione che solitamente viene richiesta dai nostri particolari. 5) in passato mandavo il dxf al fotoincisore che mi realizzava la pellicola, ma a costi piuttosto elevati. E’ meglio imparare ad usare Corel Draw oppure Adobe Illustrator e farsi stampare la pellicola da un fotolito adeguatamente attrezzato.
Spero di aver chiarito qualche dubbio. Per ogni eventuale richiesta aggiuntiva, sono qua, tempo permettendo..... Saluti a tutti. Guido
Ultima modifica di Guido Brenna il giovedì 26 marzo 2015, 12:01, modificato 1 volta in totale.
|