DARIO PISANI ha scritto:
Se non Vi è di troppo disturbo,date le mie passioni extra... ferroviarie,leggerei quello sulla radiovisione,
giacchè ho letto un libro ad essa dedicata, uscito nel 2013 ad opera del prof.Verdegiglio;vi sono illustrati tutti gli autarchici apparati riceventi,di ripresa et trasmittenti,nonchè molte fotografie di alte sfere in visita agli studi et ai laboratori dell'EIAR e presso gli italianissimi stabilimenti radiotecnici dell'epoca!!
Grazie!
32. LA RADIOVISIONE
Prologo
- Mmmmhhmm …. mhhhmmm … mmmhhm … mmmhh …
Dal voluminoso fagotto di juta che giaceva sul tavolato di legno del bagagliajo seguitavano a promanare lamenti assaj nojosi.
Uno de’ due uomini vestiti da ferrovieri, annojato di que’ laj, fece per scagliare una poderosa pedata in quel che pareva esser il deratano dell’uomo celato nel fagotto. Ma l’altro ferroviere, imperiosamente:
- Che cancher fai, incosciente! Non si tratta così un luminare della scienza, boja d’un mond ledar!
Poscia, in tono assaj mellifluo:
- Portate ancor un poco di pazienza, Eccellenza. Più tardi, qando sarem sicuri che non si faran fermate e nessuno entrerà in codesto bagagliajo, potrete uscir dal sacco e vi si libererà di legacci e bavaglio. Potrete confortarvi con un buon piatto di tortellini e, domani, sarete a Roma: ove v’attende un laboratorio modernissimo ove potrete condur i vostri sperimenti. Ed, allato, v’accoglierà un appartamento dotato d’ogni conforto. Vi domando perdono pella pena che provate: ma saprò ricompensarvi, non dubitate.
- Mmmmhhmm …. mhhhmmm … mmmhhm … mmmhh …
L’uomo celato nel sacco non pareva punto convinto di siffatte profferte.
- Che barba codesti lamenti! Dureran forse pella nottata intera? Tacete, dunque, boja d’un mond ledar!
E, per dar più forza all’ordine impartito, quel de’ due frrovieri che pareva esser il capo trasse dalla sudicia tuta un manganello e, con esso, inferse una gran botta su ciò che pareva esser il cranio dell’uomo nel fagotto.
- Un po’ di silenzio, finalmente! Non lo sopportavo più, boja d’un mond ledar! Basta: domani saremo a Roma, e costuj si metterà subito al lavoro. Dovrà sbrigarsi, chè chi si ferma, è perduto! Orsù, diamo di piglio alle provviste; poscia cerchiam di riposare, chè la missione è ancor assaj lunga.
Tu-tu-tu-tum, tu-tu-tu-tum, tu-tu-tu-tum, tu-tu-tu-tum … il monotono rotolio delle rote sulle rotaje cullò quegl’uomini e li condusse pian piano nel paese del sonno. Fuori, nella notte gelida e brumosa, il rapido condotto dalla veloce locomotiva di rodiggio Pacifico fendeva l’innevata campagna di Francia. Calè, Parigi, Digione … avanti a regolatore spalancato sino alle rampe del Frejus ove, a Modane, attendeva colle stanghe già alzate una coppia solerte di locomotori trifasici.
Chi eran que’ due? E chi, di grazia, l’uomo legato, imbavagliato e celato nel sacco di juta?
Per saperlo, camerata lettore, dobbiam fare un balzo a ritroso. Ebbene, lo faremo! Ma, lettore, dovrai attender la prossima puntata.
(continua)