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 Oggetto del messaggio: Re: apologia
MessaggioInviato: lunedì 17 luglio 2017, 22:07 
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Iscritto il: mercoledì 25 gennaio 2012, 23:25
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Località: lecco
Tengo a precisare che nelle ex cabine di Milano centrale e su alcuni tunnel della cintura,non'chè molte stazioni del Sud negli anni 70/80 e anche dopo erano ancora piene di simboli fascisti,senza contare le scritte che il bravo... Starace faceva applicare nelle facciate delle case in vicinanze delle strade statali.Senza contare che in un fabbricato di una risaia sulla statale mi sembra SS 11- Novara - Torino cera una grande scritta dell' E.F. e molte altre.

All'ora e' apologia ? Uno che ( mi chiedo )nella sua autoradio ascolta Giovinezza al posto di Bella Ciao è apologia ?

mi sono posto questa domanda mentre rientravo da Chiasso stazione dove era PRESENTE il VSOE.

PS. ho messo un po' di ironia.......


Ultima modifica di lok655 il martedì 18 luglio 2017, 11:56, modificato 2 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: apologia
MessaggioInviato: martedì 18 luglio 2017, 9:32 
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Nome: Aldo Ivaldi
Iscritto il: sabato 3 luglio 2010, 20:25
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Località: Roma
Ricordo che a metà degli anni 80, nella stazione di Ancona, c'era la E.424.001 che aveva ancora la targa originale del costruttore, riportava come anno di costruzione "1943 XX E.F."

Non ricordo se nella targa c'era anche il fascio littorio.

Gully


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 Oggetto del messaggio: Re: apologia
MessaggioInviato: martedì 18 luglio 2017, 13:34 
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Iscritto il: lunedì 1 luglio 2013, 16:31
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DARIO PISANI ha scritto:
Se non Vi è di troppo disturbo,date le mie passioni extra... ferroviarie,leggerei quello sulla radiovisione,
giacchè ho letto un libro ad essa dedicata, uscito nel 2013 ad opera del prof.Verdegiglio;vi sono illustrati tutti gli autarchici apparati riceventi,di ripresa et trasmittenti,nonchè molte fotografie di alte sfere in visita agli studi et ai laboratori dell'EIAR e presso gli italianissimi stabilimenti radiotecnici dell'epoca!!
:)
Grazie!


32. LA RADIOVISIONE


Prologo

- Mmmmhhmm …. mhhhmmm … mmmhhm … mmmhh …

Dal voluminoso fagotto di juta che giaceva sul tavolato di legno del bagagliajo seguitavano a promanare lamenti assaj nojosi.
Uno de’ due uomini vestiti da ferrovieri, annojato di que’ laj, fece per scagliare una poderosa pedata in quel che pareva esser il deratano dell’uomo celato nel fagotto. Ma l’altro ferroviere, imperiosamente:

- Che cancher fai, incosciente! Non si tratta così un luminare della scienza, boja d’un mond ledar!

Poscia, in tono assaj mellifluo:

- Portate ancor un poco di pazienza, Eccellenza. Più tardi, qando sarem sicuri che non si faran fermate e nessuno entrerà in codesto bagagliajo, potrete uscir dal sacco e vi si libererà di legacci e bavaglio. Potrete confortarvi con un buon piatto di tortellini e, domani, sarete a Roma: ove v’attende un laboratorio modernissimo ove potrete condur i vostri sperimenti. Ed, allato, v’accoglierà un appartamento dotato d’ogni conforto. Vi domando perdono pella pena che provate: ma saprò ricompensarvi, non dubitate.

- Mmmmhhmm …. mhhhmmm … mmmhhm … mmmhh …

L’uomo celato nel sacco non pareva punto convinto di siffatte profferte.

- Che barba codesti lamenti! Dureran forse pella nottata intera? Tacete, dunque, boja d’un mond ledar!

E, per dar più forza all’ordine impartito, quel de’ due frrovieri che pareva esser il capo trasse dalla sudicia tuta un manganello e, con esso, inferse una gran botta su ciò che pareva esser il cranio dell’uomo nel fagotto.

- Un po’ di silenzio, finalmente! Non lo sopportavo più, boja d’un mond ledar! Basta: domani saremo a Roma, e costuj si metterà subito al lavoro. Dovrà sbrigarsi, chè chi si ferma, è perduto! Orsù, diamo di piglio alle provviste; poscia cerchiam di riposare, chè la missione è ancor assaj lunga.

Tu-tu-tu-tum, tu-tu-tu-tum, tu-tu-tu-tum, tu-tu-tu-tum … il monotono rotolio delle rote sulle rotaje cullò quegl’uomini e li condusse pian piano nel paese del sonno. Fuori, nella notte gelida e brumosa, il rapido condotto dalla veloce locomotiva di rodiggio Pacifico fendeva l’innevata campagna di Francia. Calè, Parigi, Digione … avanti a regolatore spalancato sino alle rampe del Frejus ove, a Modane, attendeva colle stanghe già alzate una coppia solerte di locomotori trifasici.

Chi eran que’ due? E chi, di grazia, l’uomo legato, imbavagliato e celato nel sacco di juta?

Per saperlo, camerata lettore, dobbiam fare un balzo a ritroso. Ebbene, lo faremo! Ma, lettore, dovrai attender la prossima puntata.

(continua)


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 Oggetto del messaggio: Re: apologia
MessaggioInviato: martedì 18 luglio 2017, 14:21 
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Iscritto il: venerdì 13 gennaio 2006, 17:35
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Località: Calabria del Nord:Castelcrati Terme(nome brevettato!)
:D Grazie!!!


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 Oggetto del messaggio: Re: apologia
MessaggioInviato: martedì 18 luglio 2017, 14:57 
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Iscritto il: giovedì 17 febbraio 2011, 16:03
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Località: Agram
:D :D :D :D :D

"... di rodiggio Pacifico..."


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 Oggetto del messaggio: Re: apologia
MessaggioInviato: martedì 18 luglio 2017, 15:25 
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Iscritto il: lunedì 1 luglio 2013, 16:31
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Prima puntata

Roma, anno XV – Gabinetto privato del Duce


- Posso entrare, Eccellenza? V’ho portato i giornali della sera.

Era assaj rabbujato, il Duce, in quel bujo pomeriggio di gennajo.

- Leggi tu, Pavanati, ch’ho già i nervi … quali son le risultanze dell’ultimo sondaggio?

- Trentotto per cento, Duce.

Il pugno del Dux s’abbattè con veemenza sullo scrittojo.

- Cosa? Soltanto il trentotto per cento? La mia popolarità al trentotto per cento? Vorran forse rovesciarmi, le turbe chi si pascion della sotterranea propaganda della sinistra? Solo il trentotto per cento: com’è possibile? Cos’è che non va? A rapporto! Riferiscimi della magistratura, orsù.

- Messa alla berlina, Eccellenza.

- Bene. Il Parlamento?

- Ridotto a bivacco de’ manipoli, Eccellenza.

- Molto bene. L’opposizione?

- Incarcerata, Eccellenza.

- Ottimo. I terremotati del Vùlture?

- Messi a tacere, Eccellenza.

- L’ EIAR ?

- Nelle vostre mani, Eccellenza: parla solo di Voi.

- E allora, boja d’un mond ledar, come si spiega un calo siffatto? Che debbo fare per recuperar posizioni?

- Il problema è proprio questo, Duce: l’EIAR. In primis, una sola emittente, anche se nelle vostre mani, è assaj poco. In secundis, il difetto della radio è ch’essa si limita a parlare (seppure colla vostra voce). Pensate, eccellenza, se allato all’altoparlante vi fosse uno schermo vitreo nel quale si projettasse la vostra immagine: ch’effetto grandioso sulle moltitudini s’avrebbe se in ogni angolo d’Italia sol vi si potesse vedere affacciato al balcone di Piazza Venezia, fiero, impettito, virile, trascinatore com’è vostro costume!

- Boja d’un mond ledar, Pavanati: basta colle fantasie! Grande idea la radiovisione; peccato però che ancor non la si sia inventata!

- Ma forse la si potrebbe creare, Eccellenza. Perché non consultate il Marconi?

- Ma è un bolognese, sorbole!

- Non è romagnuolo, purtroppo. Ma è pur sempre un fervido ingegno Italiano, e così come inventò la radio ed il telegrafo senza fili, potrebbe forse proficuamente applicarsi alla messa in onda dell’immagini. Perché non tentare, Duce?

- E va bene: chiamalo, allora.

- E’ in Inghilterra, Eccellenza. La madre (ahimè), britannica, l’ha convinto a stabilir laggiù l’azienda che ne porta il nome. Se voi m’autorizzate, mi faccio menare a Londra dall’Ala Littoria.

- Già, così tutti lo sapranno in un battibaleno, a partire da’ notri nemici! S’andrà io e te a Londra, ma in treno, alla chetichella. Procurati due divise da ferroviere e vettovaglie per giorni due. Lo porteremo a Roma, volente o nolente! Lavorerà per noi il Marconi, escogiterà la radiovisione! Vincere!

(séguita)


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 Oggetto del messaggio: Re: apologia
MessaggioInviato: mercoledì 19 luglio 2017, 10:02 
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Iscritto il: lunedì 1 luglio 2013, 16:31
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Parte seconda

Roma, anno XVI – Laboratorio di S.E. G. Marconi, località imprecisata

- Allora, Marconi, siete a buon punto? O state forse battendo la fiacca?

- Duce, rivendico l'onore d'essere stato in radiotelegrafia il primo Fascista, il primo a riconoscere l'utilità di riunire in fascio i raggi elettrici, come Voi avete riconosciuto per primo in campo politico la necessità di riunire in fascio le energie sane del Paese per la maggiore grandezza d'Italia! (1)
Ecco dunque dinanzi a Voi il prototipo del radiovisore: come potete Voi stesso constatare, funziona!

Ed in effetti sul piccolo schermo tondo del diametro di centimetri quindici potevasi scorgere senza dubbio alcuno la siluetta del sommo tenore Beniamino Gigli ch’interpretava un’opera del Verdi. Oh, meraviglia!

- Bravo Marconi, avete compiuto il vostro dovere! Date ora il progetto alla Geloso, alla Safar, alla Marelli ed altre industrie radioelettriche Italiane affinche lo si riproduca in gran serie. Entro mesi sei voglio mille di quest’apparecchi portentosi: da allocarsi ne’ municipi, nelle prefetture, nelle case del Fascio. Voglio che tutti gl’Italiani, senza privilegio alcuno, possan vedere ed udire ciò chi’io proclamo dal balcone di Piazza Venezia!

- Obbedisco, Duce! A noi! TOC !

Coltano (Pisa), anno XVI – Centro radio del Dicastero delle Comunicazioni

Sappia il camerata lettore che Guglielmo Marconi, premio Nobel pella Fisica nel 1909, fu il fondatore del Centro radio di Coltano, in privincia di Pisa: quest'area infatti, che originariamente era di proprietà di Casa Savoja, si prestava molto bene alle trasmissioni a lunga distanza. Il Centro fu inaugurato ufficialmente S.M. V. E. III con una trasmissione verso Glace Bay, nella Nuova Scozia, il 19 novembre 1911. Il Centro consentiva di comunicare quotidianamente con le terre d'Affrica (soprattutto nelle Colonie Italiane, in Eritrea). Dal 1919 al 1924 venne impiegato dalla Regia Marina per estendere le comunicazioni alle imbarcazioni in navigazione, grazie anche ad un ampliamento delle antenne. Fu infatti nel 1920 che venne realizzata un'ampia antenna "a tenda" di 240 metri di lato, retta da piloni alti metri 250. Nel 1930 il Centro passò sotto la gestione diretta del Dicastero delle Comunicazioni. In quel periodo il Centro ebbe il periodo di massimo splendore: fu impiegato infatti come importante snodo pella telegrafia e le comunicazioni radio con navi e stazioni terrestre in tutto il globo, tanto da essere considerato uno dei più importanti centri europei. Nel 1931 da lì partì il segnale radio che accese le luci, a Rio de Janeiro, del Cristo Redentore, quale dimostrazione di Marconi dell'affidabilità e dell'importanza delle comunicazioni radio intercontinentali.

Una radiosa domenica di maggio del XVI dal Centro radio di Coltano s’irradiarono i primi segnali radiovisivi. Presiedeva la solenna cerimonia il Duce in persona, e con lui i rappresentanti delle più alte cariche del PNF, della Commissione Suprema Di Difesa, del Consiglio Nazionale delle Corporazioni, del Comitato Corporativo Centrale e del Consiglio Nazionale dell'Educazione delle Scienze e delle Arti, del GUF, della GIL, dell'Opera Nazionale Balilla, dell'Associazione Famiglie Caduti Mutilati e Feriti per la Rivoluzione, dei Fasci Femminili con le dipendenti Sezioni Massaie Rurali, Operaie e Lavoranti a Domicilio, delle Associazioni dei PNF, dell'Opera Nazionale Dopolavoro, dell'unione Nazionale Ufficiali in Congedo d'Italia, del Comitato Olimpionico Nazionale Italiano, della Lega Navale Italiana, dell’Unione Nazionale del Senato, dell'istituto Nazionale di Cultura, dell'Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, dell'Associazione Nazionale Combattenti, dell'Associazione Nazionale Famiglie Caduti in Guerra, del Gruppo delle Medaglie d'Oro Al Valor Militare d'Italia, dell'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare, della Legione Volontari d'Italia, della Legione Garibaldina, dei Reparti Arditi d'Italia, dei Reparti d'Arma, del Comitato Nazionale Forestale.

- Vorrei proprio veder la faccia di que’ mestatori quali il Gianfranco Sottili (fascista sì, ma in doppio petto) ed il Pier Ferdinando Bordelli (capo della fazione papalina) quando mi vedran materializzare sullo schermo de’ radiovisori! Scaldate le valvole, Marconi, chè sto per iniziar il discorso d’inaugurazione!

(prosiegue)

(1) Franco Monteleone, La radio italiana nel periodo fascista: studio e documenti, 1922-1945, Marsilio Editore, 1976, p. 44.


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 Oggetto del messaggio: Re: apologia
MessaggioInviato: mercoledì 19 luglio 2017, 13:46 
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Iscritto il: venerdì 16 gennaio 2015, 17:19
Messaggi: 120
Se qualcuno diffonde le note di giovinezza in una pubblica riunione
per me fa propaganda fascista, ed è bene che venga sanzionato.
Se le ascolta nella sua automobile o a casa sua è solo un modo bizzarro di sprecare il tempo
(libero di farlo, in alternativa potrebbe dare la testa nel muro, traendone egregi suoni).

Da figurinista, prima che appassionato di treni e trenini,
Se vedessi una scenetta con per esempio dei gladiatori o degli antichi romani e dei fasci littori,
per essere considerata storica, bisognerebbe che l'autore fosse in condizione di citare almeno una fonte,
letteraria o iconografica che sia, in cui il fascio littorio fosse citato e descritto come l'ha raffigurato.
In caso contrario non è storia, è una scenetta fantasy.
Per il poco che so dell'antica Roma, solo alcune cariche elettive dell'epoca repubblicana
avevano il diritto di brandire i fasci littorii, in ben precise cerimonie pubbliche, come "emblema" della loro carica
(ovvero non era un simbolo del regime, ma solo di una ben definita carica elettiva) e come oggetto, forma e segno
era ben diverso da come poi riciclato dal fascismo, chi raffigurasse il primo nel corso di siffatta cerimonia farebbe storia
chi inserisse il secondo in mezzo ai gladiatori farebbe solo un falso, e della sciocca propaganda.

alb


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 Oggetto del messaggio: Re: apologia
MessaggioInviato: giovedì 20 luglio 2017, 2:57 
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Iscritto il: sabato 14 gennaio 2006, 16:01
Messaggi: 110
Località: Roma
Alalà o Alala? Temo, purtroppo che il secondo sia un'altra persona. Ci sono due registrazioni. Una per Alalà del 16 ottobre 2006, il cui ultimo intervento e' datato 13 marzo 2012, e una per Alala la cui registrazione risale
al 1 luglio 2013. Ma anche lo stile e' diverso. Parole meno desuete e j messo a sproposito. Vorrei sbagliarmi , vorrei veramente tanto sbagliarmi,e accoglierei con giubilo la smentita, ma non credo che questa arriverà.


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 Oggetto del messaggio: Re: apologia
MessaggioInviato: giovedì 20 luglio 2017, 10:41 
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Iscritto il: lunedì 1 luglio 2013, 16:31
Messaggi: 43
Giuseppe Crocetta: orbene, se c'è qualcosa a sproposito, questo è il vostro intervento.
In primis, il motivo per cui ho deciso (ribadisco, deciso) di cancellarmi dal presente forum dell'internete e successivamente reiscrivermi, non è affar vostro.
In secundis, non avete neppure ventilato l'ipotesi che lo stile sia evoluto nel tempo acquisendo scioltezza e ricorrendo ad artifizi quali, ad esempio, il lampo a ritroso - aritfizio che non utilizzai al tempo dei miei (modesti) esordi narrativi.
In tertiis, date per scontata l'assenza d'una mia smentita (che, peraltro, non vi è dovuta).
Quanto alle "j", se permettete, le pongo ove e quando voglio - anche a sproposito, e senza necessità di chiedervi autorizzazione alcuna.

Dulcis in fundo: volete sapere, Crocetta, che me ne faccio del vostro presuntuoso pistolotto?
me ne frego!

M.


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 Oggetto del messaggio: Re: apologia
MessaggioInviato: giovedì 20 luglio 2017, 10:46 
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Iscritto il: lunedì 1 luglio 2013, 16:31
Messaggi: 43
Parte terza

Coltano (Pisa), anno XVI – Centro radio del Dicastero delle Comunicazioni
Così esordì il Dux nel discorso inaugurale della radiovisione:

- ITALIANI! Il 23 gennaio del 1909 il transatlantico "Republic”, con oltre 1700 passeggeri a bordo, trovavasi in procinto d’affondare dopo esser stato speronato dal piroscafo "Florida". Ma l’operatore radiotelegrafico continuò a lanciare per 14 ore ripetute l'SOS, finché uno di essi fu ricevuto dal'operatore del piroscafo "Baltic", il cui comandante ordinò di cambiare rotta e diede il via all'operazione di salvataggio. Nel 1912 il bastimento “Titanic” affondò dopo aver lanciato il segnale SOS via radio: il marconista rimase eroicamente al proprio posto a lanciare messaggi di soccorso, anche quando l'acqua aveva raggiunto il ponte superiore.
S.E. Guglielmo Marconi, che oggi abbiam l’onore d’avere al nostro fianco e che allora trovavasi negli Stati Uniti, accorse al porto di Nuova York per ricevere i 705 superstit e dichiarò alla stampa: «Vale la pena di aver vissuto per aver dato a questa gente la possibilità di essere salvata!»

Il pubblico proruppe in un applauso pell’illustre scenziato.

- ITALIANI! Oggi S.E. Guglielmo Marconi è al nostro fianco pell’inaugurazione d’un istrumento prodigioso, che s’appresta ad entrare ne’ luoghi pubblici ed un domani entrerà, come ed ancor più della radio, in tutte le vostre case. S.E. Marconi deve’esser per tutti un esempio di patriottismo e genialità Italiana! Nessuna meraviglia, quindi, che S.E. Marconi abbracciasse, sin dalla vigilia, la dottrina delle Camicie Nere, orgogliose di averlo nei loro ranghi! A voi la parola, Eccellenza.

- Camerati, Il mio saluto è esultante per il compiacimento di trovarmi in una grande manifestazione prettamente Italiana che si svolge sul suolo riconquistato alla grande Madre sotto la guida del Re vittorioso, mentre il segnacolo della Patria sventola sicuro e al compimento dei nostri destini presiede e provvede la mente vigile e alerte del Duce!

Mentre il pubblico applaudiva il Marconi, ad un cenno del Dux, manovrò un interruttore. Gi schermi di mille radiovisori s’illuminaron di luce diafana, ed in tutto il Paese migliaja e migliaja di persone, spontaneamente adunatesi, poterono in quella difana luce iscorger il profilo virile del Dux.

Ma … era veramente il Duce colui ch’appariva su di quei mille radiovisori? A guardar meglio, non era il militar copricapo d’orbace a far capolino su quegl’ischermi, ma una lurida berretta d’operajo! Non era il volto nobilmente volitivo, ma una ghirba maligna ed insolente! Non era il tondeggiante profilo colla mascella all’infuori, ma un gran naso adunco sotto il quale spuntava un pajo unto e bisunto di neri mustacchi bolcevichi!
Che starà mai accadendo, camerati?

(sèguita)


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 Oggetto del messaggio: Re: apologia
MessaggioInviato: giovedì 20 luglio 2017, 11:09 
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Iscritto il: martedì 15 agosto 2006, 12:09
Messaggi: 3174
Posso anche capire la voglia mai sopita in tanti di noi delle discussioni OT ma bisogna farsene una ragione.
Quella sezione è morta e sepolta ed è inutile approfittare di qualsiasi cosa per cercare di riesumarla.
Soprattutto in un caso come questo dove lo scivolone nel cosiddetto analfabetismo funzionale è dietro l'angolo.
Un conto è la riproduzione modellistica di particolari caratteristici dell'epoca, un conto è la salvaguardia degli edifici e delle testimonianze e un conto ancora è l'apologia del fascismo che, giova ricordarlo, in Italia, per fortuna, è un reato.
Non mischiate le cose per squallidi interessi: non attaccatevi a qualsiasi cosa per inneggiare al duce.


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 Oggetto del messaggio: Re: apologia
MessaggioInviato: giovedì 20 luglio 2017, 11:17 
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Iscritto il: lunedì 28 gennaio 2008, 8:51
Messaggi: 825
Località: Agrigento
E vai!!!! Si riuscirà a mandare in vacca anche questo post GOLIARDICO!!!
Alalà, a me piace leggere i Vostri scritti. Prima che i soliti idioti (che già son partiti per la loro crociata contro tutto ciò che non rientra nei loro interessi, giacchè ignorare quello che non importa rende pruriginose le dita tanto da doverle usare sulla tastiera anche a rischio di scrivere minchiate, rischio che al 99% dei casi diviene realtà) riusciranno a far chiudere il post, Vi chiedo cortesemente se è possibile avere tramite mp la raccolta per poterla comodamente leggere con calma.
Vi ringrazio


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 Oggetto del messaggio: Re: apologia
MessaggioInviato: giovedì 20 luglio 2017, 11:54 
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Iscritto il: sabato 14 gennaio 2006, 16:01
Messaggi: 110
Località: Roma
Mi ha confermato che lei e' un altro. Peccato, ci avevo veramente sperato di avere ancora tra noi un vero testimone degli ultmi quasi 100 anni di storia ferroviaria. A quello vero mi rivolsi anni fa per chiedere delle informazioni che solo un appassionato nato negli anni '20 de secolo scorso avrebbe potuto darmi.


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 Oggetto del messaggio: Re: apologia
MessaggioInviato: giovedì 20 luglio 2017, 13:32 
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Iscritto il: lunedì 1 luglio 2013, 16:31
Messaggi: 43
Pensate ciò che volete. Siete partito col preconcetto, e nulla potrebbe farvi cambiare idea.

M.


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